Articolo 672
Qualcuno dice che il mio “CAMILLA, 50anni di missione ”, 402 pagine, sia un “romanzo missionario”, ma è una “biografia e dintorni” (dove “dintorni” sta per contesti, situazioni e persone che hanno avuto in qualche modo a che fare con la protagonista, una missionaria comboniana, dalla casa colonica a Borgo Bainsizza fino ai confini del mondo, dagli Altipiani eritrei all’isola di Limones nel Pacifico delle Isole Galapagos, dal tetto delle Ande al Pailon di San Lorenzo fino a Città del Messico e alla Missione di Esmeraldas). Giulio Albanese, direttore di “Popoli e Missione” e dell’Agenzia MISNA dopo averlo letto lo ha considerato “temerario” ma si è dichiarato alla fine entusiasta e ne ha voluto curare la Prefazione (bellissima). Ricerca di spiritualità e avventure in 50 anni di missione, ma anche approfonditi scavi psicologici ed etnoantropologici in una dimensione di leggerezza narrativa. Ringrazio padre Giulio Albanese di “Popoli e Missione ” per la straordinaria prefazione. Raccontare una biografia e i suoi dintorni, in uno stile leggero, da romanzo, non è stato facile perché è una storia vera, perfino corredata alla fine da un solido apparato bibliografico. Chi l’ha letto in anteprima mi assicura che si legge bene. Io lo spero.
SERGIO ANDREATTA, CAMILLA, 50anni di missione
(RISVOLTO di COPERTINA)
Nessuno di noi ha la capacità di rivoluzionare un mondo da solo, ma ognuno può tentare di migliorarlo un po’ con le sue azioni. Esmeraldas in Ecuador, al confine settentrionale con la Colombia, è un crogiuolo di etnie, culture e problemi. Qui la povertà è sottosviluppo, fame, analfabetismo, malattia e morte, spesso conseguente ad atti di violenza criminale. L’etnia prevalente è quella degli afroamericani. La storia vuole che cinque secoli fa i loro progenitori siano fortunosamente approdati, nei pressi della foce del fiume su un galeone di negrieri, che quel manipolo abbia saputo avventurosamente liberarsi dallo stato di schiavitù e crescere in libertà di generazione in generazione fino a diventare un popolo. Madre Camilla Andreatta, missionaria veneto-pontina, arrivò in questo “cuore d’Africa” la prima volta nel 1972 e da allora, salvo una parentesi a Città del Messico e poi a Roma, come procuratrice generale, continua a lavorare nella missione comboniana di Esmeraldas nel campo dell’educazione e della sanità con un occhio di riguardo per i niños. Questo è la sua storia nei suoi intenti, nelle sue azioni, nei suoi stati d’animo, nelle sue preghiere-poesie. La verità spirituale cammina sempre verticalmente, rivolta “verso l’alto”, orizzontalmente invece la verosimiglianza degli scenari. Le situazioni sono vere, le persone in carne e ossa. “Durante la sua convalescenza del 2013-‘14 la storia che avevo in mente – dichiara l’autore – cominciò ad espandersi”.
Scritto da : Sergio Andreatta
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