8th Mar, 2015

La Festa della Donna ma nella Bibbia…

“Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno”

Alla Messa sono chiamato a proclamare la I Lettura, un brano biblico dal Libro dell’Esodo (Es. 20,1-17). Un brano importantissimo per la tradizione religiosa d’Israele perché riporta il Decalogo. Parole scarne, chiare che Gesù stesso non ha mai rifiutato come parole che Dio dona al suo popolo. Però mentre leggo mi si pongono già le due questioni: dell’esistenza della schiavitù anche tra gli ebrei, popolo di Dio,  e, maggiormente avvertita perché in coincidenza con l’odierna “Festa della Donna”, l’assenza di alcun riferimento alla moglie/madre.

Là dove si cita il  7° GIORNO,  giorno del Signore in cui tutti devono riposare, si elencano meticolosamente fino allo schiavo e alla schiava e perfino … al bue e all’asino tutti coloro che si devono tassativamente astenere dal lavoro, mentre non si include nell’elenco  la … moglie.  Al termine della celebrazione chiedo al mio parroco: “Come mai? C’è un errore? O forse la moglie all’epoca valeva  meno di un asino? Oppure lei ne era esentata e poteva/doveva lavorare, magari per… preparare il pranzo? … Ma no, non può essere perché il pranzo lo preparavano ritualmente il giorno prima”. Neanche il sacerdote sembra aver mai posto l’accento prima su questa omissione e va a verificare direttamente sul testo. E con sorpresa alla fine deve ammettere : “La domanda è notevole, non ci avevo mai fatto caso.  Dovresti chiederlo a un biblista!” “ Bene, martedì glielo chiederò!” Ed ecco che questo brano tanto fondamentale per il riferimento alla schiavitù (peraltro nella società locale dell’epoca) e soprattutto per la grave assenza di alcun riferimento alla moglie (in rapporto a: lavoro/riposo/dignità personale) perde ai miei occhi gran parte della sua attualità. Poi mi viene a mente una riflessione di Goethe dalle “Affinità elettive”: “Si dibatte molto e molto ancora si dibatterà in merito all’utilità e al danno dati dalla diffusione della Bibbia. Per me è chiaro: essa farà danno, come finora, se usata in modo dogmatico e fantastico; sarà invece utile, come finora, se accolta sul piano didattico e del sentimento”. Ma per la didattica, se non per ben limitati stralci e mai comunque integralmente, da esperto di pedagogia e didattica non sono d’accordo. Non possiamo certo noi riconoscerci nella Società ebrea dell’Esodo in cui la Religione era il potere assoluto: Rito,  Costituzione, Diritto civile e penale, Codice del lavoro e Sanità. Altre sono oggi le regole fondanti di uno Stato moderna laico e pluralista.  © Sergio Andreatta RIPRODUZIONE RISERVATA

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