3rd Apr, 2015

S. Chiara e l’arcobaleno. Una chiesa missionaria in una società sconvolta

La chiesa di S. Chiara di Latina, fondata dai francescani di Assisi negli anni ‘60, è nata povera e compassionevole. Tutti ci ricordiamo la figura di Padre Emilio, primo parroco. Povera nel suo DNA al punto tale di non avere, ancora dopo 50 anni una sua aula dignitosa per il culto e ambienti idonei per le sue attività pastorali. E così i boy-scout si son dovuti trasferire in altra parrocchia (S.Cuore). Ciò malgrado nella sua povertà connotante  e nei suoi disagi continua ad esercitare una funzione viva e pulsante nella comunità pontina, cui ha dato recentemente anche due diaconi (Daniele e Gianni). Basta contare i poveri, per lo più extracomunitari ma non solo, che ricevono ogni giorno (grazie alle Sorelle Povere, le Clarisse) pasti, vestiti e assistenza. Il Gruppo Caritas è il più attivo. Il diacono Gianni presiede la Caritas diocesana. I giovani sacerdoti ausiliari sono veneti, lombardi e ora piemontesi, venuti a dar man forte al parroco (l’attuale don Daniele Della Penna), imparano presto a conoscere la situazione problematica del quartiere. Arrivano ogni fine settimana da Roma, ove frequentano l’università per la laurea o il perfezionamento in teologia morale o diritto canonico, e si occupano prevalentemente dei movimenti giovanili. Durante l’estate si fanno i campi estivi parrocchiali, il prossimo è già in allestimento e si svolgerà, dal 30 luglio al 5 agosto, a Torrebruna, un suggestivo paesino immerso nel verde dei suoi 800 mt. in provincia di Chieti. Il legame con la povertà si mantiene anche attraverso l’opera di Madre Camilla Andreatta, missionaria comboniana ad Esmeraldas “cuore d’Africa” che ha ricevuto proprio in questa chiesa, da mons. Gianni Paoletto, il suo mandato missionario. Un centinaio dei suoi ñinos afroecuadoriani sono stati adottati a distanza e possono solo così frequentare la scuola nel loro paese, alcuni sostenuti fino alla laurea. Da qualche mese finalmente, dopo tante aspettative e tante ambasce da parte dei fedeli, è iniziato il cantiere per la costruzione della chiesa e di ambienti idonei alla formazione e all’assistenza pastorale. Il card. Martini in una sua visita a Latina (Teatro D’Annunzio)  di qualche anno fa ci dava il senso dell’essere parrocchia oggi, comunità cristiana attenta alle esigenze nuove dei tempi … Si è già data opportuna notizia del nuovo cantiere ma c’è stato chi, ateo o qualunquista, esondando arbitrariamente da ogni logica si è permesso di commentare:”Con la gente senza lavoro, senza casa e senza pasto si costruiscono ancora chiese? Società infame!” “Ma che dire se non ci fosse una casa per i propri principi? In primis nel nostro cuore. Dovremo abiurare alle nostre idee, rinunciare alle nostre attività propositive?” Lasciamo da parte i vecchi indottrinamenti e i nuovi scetticismi, non facciamoci coinvolgere dalle espressioni provocatorie e senza senso di chi vorrebbe piegare anche il pensiero di papa Francesco alle sue teorie massimaliste. Liberi ognuno di pensarla poi come crede, ma non di oltraggiare le libertà, soprattutto spirituali, degli altri. Il nuovo centro di quartiere dovrà essere una casa con porte e finestre aperte alla carità, una chiesa missionaria, un piccolo faro nella società di quartiere sconvolta da molte crisi. Carità, misericordia e tolleranza nel mondo; basta tagli di teste a chi non la pensa come noi, basta violenze e sopraffazioni. La tolleranza dei principi degli altri, nella sua idea di salvezza, è davvero tanto attuale e importante da aver bisogno di fari per continuare a brillare nelle tenebre delle culture dell’odio. © Sergio Andreatta

 

S.Chiara LT, il cantiere, fine marzo 2015

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