La 23.ma Giornata dei Martiri Missionari
(24 Marzo 2015)
“Il desiderio della santità ce l’abbiamo tutti, tutti i mezzi ce li dà la Grazia: è il miracolo dell’amore quello di non scoraggiarsi mai. Noi che veniamo da un grande dolore o da un grande amore come uomini, anche come santi dobbiamo generare la vita della Grazia dall’Amore e dal Dolore. Non si sfugge, è ormai dimostrato così; e l’atto principale è l’Amore, così il Dolore non è avvertito e anche quello che accascia rientra in una teologia dell’Amore: noi che amiamo siamo pronti a qualsiasi sofferenza perché generatrice di vita; e amiamo la Vita: vivere è il fine dell’anima come respirare è il fine dei polmoni, e così non lasciamo dissanguato il Corpo mistico, ma, celebrando il Sacrificio e mescolando al Suo il nostro sangue, diamo la Vita.”
Cosi lasciava scritto nel suo diario il missionario trentino p.Mario Borzaga, oblato di Maria Immacolata, morto tragicamente a soli 27 anni in Laos nel 1960.
Ecco un altro dei tanti martiri missionari della nostra Chiesa.
Nello scorso anno se ne contarono 26 (17 sacerdoti, 1 religioso, 6 religiose, 1 seminarista ed un laico), senza contare le altre centinaia di laici uccisi in attentati e atti di terrorismo solo perché cristiani. Crocefissi come Gesù, decapitati come San Paolo, il primo missionario. E purtroppo di questi tempi il numero sembra destinato a crescere ogni giorno.
La strada è dolorosa ma: “Andiamo avanti con speranza! – come ha detto il 22 settembre 2014 Papa Francesco al Convegno Missionario Nazionale – I santi missionari martiri della fede e della carità ci indicano che la vittoria è solo nell’amore e in una vita spesa per il Signore e per il prossimo, a partire dai poveri. I poveri sono i compagni di viaggio di una Chiesa in uscita, perché essi sono i primi che essa incontra…Uscire è essere operatori di pace, quella pace che il Signore ci dona ogni giorno e di cui il mondo ha tanto bisogno. I missionari non rinunciano mai al sogno della pace, anche quando vivono nelle difficoltà e nelle persecuzioni, che oggi tornano a farsi sentire con forza”.
Sono ormai 23 anni che si celebra la Giornata dei Martiri Missionari, indetta da Papa G. Paolo II nel 1992. Il giorno è quello in cui l’arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero, fu ucciso da un cecchino di estrema destra, mentre stava celebrando la messa. Se non ci fosse stato il suo forte impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo paese, nessuno gli avrebbe sparato. Tra poco per voler di papa Francesco sarà elevato agli onori dell’altare.
Oltre al digiuno e l’astinenza, in questo giorno, è bene raccogliersi in preghiera per ricordare tutti coloro che hanno dato la proprio vita a testimonianza della fede e per invocare quella pace che è l’intramontabile sogno di tutti.
Nella Parrocchia Santa Chiara di Latina abbiamo avuto l’onore di ospitare più di una volta don Andrea Santoro, martire a Trebisonda in Turchia, e da molti anni abbiamo iniziato a vivere la giornata con il giusto impegno, in maniera sempre un po’ diversa: una veglia, l’adorazione, una via crucis, e, quest’anno, il rosario missionario meditato. Per ogni mistero è stato letto qualche cenno biografico di un missionario del continente.
La Giornata si cerca di viverla con più fede e carità, e la colletta della sera va indirizzata in opere benefiche. Non sarà molto, ma ancora più importante è l’intensità con cui si prega.
Il giovane Mario Borzaga, di cui è aperta la causa di beatificazione, scriveva nel suo diario: “Lui solo è Amore, se sarò convinto di questo, lo saprò insegnare anche a chi non conosce che l’odio. Perché l’Amore può essere insegnato solo da chi vive l’Amore ed è l’Amore, anche se non dice una parola perché non si insegna ma si comunica”.
Rosamaria Pirri
Referente di S. Chiara per l’Ufficio missionario
(per: Chiesa Pontina e La Voce di S. Chiara)
I pensieri di p. Borzaga sono tratti dal libro della prof.ssa Rosalba Silvestri.