“Datti una mossa 2”
Ritorna la manifestazione per i niños di Madre Camilla Andreatta.
di: Sergio Andreatta
Esmeraldas (Ecuador), Hogar Campesino 2006
“Mamesita, el pan!… Mamma, pane!” dice a Madre Camilla il più sorridente niños mai incontrato. “Mamma, dammi il sole!” fece dire Henrik Ibsen ad uno dei suoi spettri.
“Datti una mossa 2” è il titolo della “Manifestazione di beneficenza per i bambini di Esmeraldas” che ritorna anche quest’anno, a fine ottobre, organizzata dall’Associazione Arcobaleno di Borgo Bainsizza e da Top Dance, la nota scuola di ballo di Latina.
Ancora per l’Ecuador, ancora per i ninos di Madre Camilla Andreatta, missionaria comboniana… L’Ecuador, stranamente a pensarsi, è il paese più povero dei paesi andini del Sud America e la provincia di Esmeraldas, dove opera da quarant’anni Madre Camilla, è la più povera realtà sociale della disastrata realtà politica rappresentata dall’odierno Ecuador. Esmeraldas ha il “cuore dell’Africa“, come titola Sergio Andreatta in un suo libro inedito perché rappresenta l’insediamento più importante degli afrodiscendenti dell’Ecuador, i morenos, discendenti degli schiavi catturati dagli Spagnoli, oltre quattrocento anni fa, sulle coste del Centro Africa. La storia narra di un barcone che naufragò davanti alla foce del fiume chiamato Esmeraldas per il colore smeraldino delle sue acque. Qui i morenitos, evasi dalla schiavitù con un’epica fuga, si insediarono nella foresta e vissero da incontrastati padroni fino a pochi anni fa, isolati geograficamente e culturalmente dal resto del paese. Ecco perché Esmeraldas è, a tutti gli effetti, “cuore d’Africa”. E anche se questa non è più storia di schiavitù, rimane sempre storia di razzismo moderno e di emarginazione… Questa gente rappresenta gli ultimi del Paese, anche se li abbiamo visti, ai Mondiali in Germania, rappresentare per 9/11 l’intera nazione calcistica. E Carlos Tenorio, il centravanti dai gol belli e impossibili, è uscito proprio dalla parrocchia di madre Camilla… ” La maggioranza della popolazione si riconosce e si identifica ancora oggi come afrodiscendente”, ci scrive Madre Camilla. “Ha vissuto per secoli isolata geograficamente e culturalmente dal resto del paese e vive ancora oggi sotto la soglia di povertà, in una posizione di vulnerabilità sociale e di rischio per la vita. Per più del 92,7% dei morenitos non esiste accesso ai servizi di base… Questo è il contesto dove vivo e opero con la mia Comunità comboniana cercando fin dagli anni cinquanta di portare avanti con le poche risorse che abbiamo vari progetti di promozione e di sviluppo dell’infanzia e di sostegno umanitario alla famiglia… E in Ecuador e nel Continente sudamericano sono milioni le persone che non possono soddisfare i loro bisogni primari per vivere, secondo i dati del CEPAL (Commissione Economica per L’America Latina e il Caribe).”
Tra gli ultimi progetti Madre Camilla ci ricorda quello denominato “Hogar Campesino”. “Nella primavera 2003, scrive, mando l’assistente sociale a visitare la casa, chiamata “Hogar Campesino” ubicata nel Barrio Chone, un rione che appartiene alla nostra Parrocchia “Cristo Rey”. La Signora, Ana Cabeza, vive, con tutta la comitiva, in una casa pericolante di due piani. Due scale di legno conducono al secondo piano dove vi sono i dormitori, delle bambine da un lato e dei maschietti dall’altro. I letti a castello, sono delle tavole inchiodate alla parete, i materassi di segatura. La donna ha in mano una lunghissima lista di bambini da iscrivere a scuola: 3 per la Scuola dell’infanzia, 10 per le elementari e 3 per le medie. Mi chiede di aiutarla a mandare i niños a scuola, perché in Ecuador niente é gratuito. I 16 bambini sono tutti del suo paese di origine, Lagarto, a circa 80 Km. da Esmeraldas. Ma un altro problema, ancora più sentito, viene all’ora del pranzo perché possiedono solo 5 piatti, 5 cucchiai e 20 bicchieri. Chi mangia per primo e cosa? Certamente i più piccoli che sono i più impazienti e affamati. Poi i grandi, forse…
La Signora Ana è analfabeta anche se dice di avere il certificato scolastico che attesta di aver terminato la Scuola Elementare.
Ma la licenza è l’ultimo dei suoi problemi, se non riperpetuasse a ruota, certi processi educativi negativi.
Lei lavora mezza giornata e guadagna 50 dollari al mese.
Per aiutarla in quest’opera educativa da “grande mamma”, ho cominciato quindi a “darmi una mossa”.
Abbiamo comprato subito 20 piatti e 20 cucchiai, qualche materasso e le zanzariere da mettere sui letti. D’accordo con un fornaio ora mandiamo giornalmente 50 pani. Era necessario poi, costruire 2 latrine: con doccia e lavandino anche se non avevano ancora l’acqua.
Ho cominciato a parlarvene già a Pasqua 2003, scrive Camilla, e ho avuto aiuti da una signora del veronese che fece una adozione a distanza; da una associazione di Rieti che mi ha mandato 1000 dollari; da Fane, un paesetto del veronese da dove, dopo una raccolta di 4.700,00 dollari, arrivarono tre ragazzi, uno di questi geometra. Stettero qui con noi 20 giorni e potemmo così raddrizzare la casa, fare il pavimento in cemento e una parete del dormitorio dei ragazzi che prima era solo un ricovero alla meglio sotto un telo di plastica. Riuscimmo anche a portare su l’acqua, su quella collinetta dove vivono. Poi vennero a trovarmi due rappresentanti dell’Associazione “Alito” di Ancona che ci finanziano 150 adozioni a distanza. Alla vista dei problemi decisero di cambiare strategia di raccolta e di aiuto: avrebbero mandato un tanto per tutti. Purtroppo ora i bambini sono cresciuti da 16 a 25: uno va alla Scuola dell’infanzia, 19 alle elementari, 3 alle medie e 2 al Liceo. E quello che arriva per loro non basta più… Solo in libri scolastici abbiamo speso quest’anno 752,00 dollari. Il pane ci costa 80,00 dollari al mese. Ed io ho ricominciato a bussare nuovamente alle vostre porte, a chiedere per loro. Una signora, E. S. di Lucca, ha accolto il mio invito e, dal mese di luglio, mi manda ogni mese qualche contributo. L’Associazione “Alito” sta decidendo in questi giorni di aumentare la sua quota. Intanto la voce si é sparsa anche oltre Esmeraldas e il gerente di un periodico nazionale “La Hora” che riceve in dono da “Tia”, una multinazionale alimentare, tutto ciò che andrebbe in scadenza o in rovina (scatolette sformate, sacchetti di riso aperto, ecc…) ce li offre per il nostro “Hogar Campesino”. Ma devo dirvi anche che i ragazzi più grandi, il pomeriggio dopo la scuola vanno a lavorare al mercato e così recuperano le verdure e guadagnano qualcosa per questa sorta di famiglia solidale che è l'”Hogar Campesino”. Questo è solo uno dei tanti progetti missionari sostenuti anche da voi, dalla Parrocchia S.Chiara di Latina, dall’Associazione Arcobaleno di Bainsizza, il mio Borgo natio, da Top Dance, da altri benefattori di ogni parte d’Italia, dalla Puglia al Veneto, alla Lombardia. Solo le adozioni a distanza sono ormai arrivate a 450 che non è una cifra da poco, anche solo per organizzarle bene…”.
“Mamesita, el pan!… Mamma, pane!” dice a Madre Camilla il più sorridente niños mai incontrato. “Mamma, dammi il sole!” fece dire Henrik Ibsen ad uno dei suoi spettri. Ma i niños, anche se possono sembrarlo per la loro magrezza, non sono mai degli spettri…
“Datti una mossa 2”, cena e serata danzante di beneficenza, si svolge a Borgo Carso, Il Ritrovo (Sala Azzurra), la sera di martedì 31 ottobre 2006 alle ore 20.
Tutto l’incasso sarà devoluto ai bambini dell’Ecuador.
Per informazioni telefonare ai n. 0773.620403 – 339.1938650, oppure rivolgersi al Centro Sociale di Borgo Bainsizza, all’Associazione Arcobaleno o, anche per le adozioni a distanza, al Gruppo Missionario di S.Chiara di Latina (Rosamaria: tel.0773.240935) o al direttore del IV Circolo didattico di Latina Sergio Andreatta.
O puoi aiutare direttamente i niños di Esmeraldas versando il tuo contributo di €. 200 l’anno, anche in rate trimestrali, sul C/C n. 31086002 intestato a: Istituto Pie Madri della Nigrizia – Procura Missioni, Via Boccea 506, 00166 Roma, con causale: Pro Missione Madre Camilla – Esmeraldas (adozioni a distanza);
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