Dimensionamento scolastico per la serie “Matrimoni da non combinare”. |
Perché aggregare le Scuole di B.go Bainsizza alla S.M.S.Corradini? Non considerate le ragioni del Borgo ma la sola sopravvivenza dell’autonomia di una Scuola Media in crisi.
Nuovo, secondo incontro questo pomeriggio al PalaCultura per discutere di dimensionamento scolastico. A convocarlo l’assessore alla pubblica istruzione Bruno Creo. Le scuole su cui esercita competenza il Comune sono, come noto, quelle dell’infanzia, le primarie e le medie e così, data l’attualità dell’argomento da trattare, erano presenti quasi tutti i dirigenti scolastici. All’Ente, invitato a riscontrare ad una lettera ricevuta dall’Amministrazione Provinciale (prot. n. 66568 del 19 ottobre 2007) entro la scadenza del 31 ottobre, si chiedono osservazioni e pareri, ai sensi del D.L.vo n. 112 e della Legge Regionale n. 14, sul “Piano” elaborato agli inizi di agosto dal Comitato provinciale e da noi già pubblicato. Peccato che in quel Comitato fosse assente, non so se perchè non invitato o non previsto ma più probabilmente per il ritardo nella nomina degli assessori da parte del sindaco Zaccheo, proprio il rappresentante del capoluogo pontino. L’assessore Creo prima di passare il testimone ai dirigenti, interpellati e consultati per la formulazione di una risposta, ha osservato subito la ristrettezza dei tempi e l’impossibilità di procedere ad un provvedimento di largo respiro. La dott.sa Maria Grazia Portas del suo stesso ufficio ha espresso contrarietà, anche sottolineata dallo stesso assessore e ribadita significativamente da tutti i dirigenti presenti, all’ipotesi di aggregazione delle scuole dell’infanzia (in foto di Sergio Andreatta) e primaria di Borgo Bainsizza alla S.M.S. M.Corradini, provvedimento ipotizzato, tra l’altro in esclusione di competenza, dal Comitato provinciale come metodo risolutivo alla sofferenza di iscritti in cui versa la scuola media, situazione annosa e tale da poter pregiudicare, alla lunga, il mantenimento della sua stessa autonomia istituzionale. Dopo questo preambolo sull’”Ambito Funzionale Ottimale 2” per come espresso dal documento di “Programmazione della Rete scolastica provinciale” ogni dirigente ha potuto esprimere e motivare la propria posizione. Vengono dibattute e meglio esplicitate le posizioni, alcune lineari altre più contraddittorie, già emerse in occasione della precedente riunione di Rete alla Volta e che si possono sintetizzare nel negare fondatezza e valore salvifico all’aggregazione di B.Bainsizza alla SMS Corradini, (per logica territoriale sembrerebbe a noi più consentaneo il passaggio sotto quella giurisdizione delle scuole di Borgo Piave o, addirittura, la costituzione tout court, senza tanti preamboli e ulteriori considerazioni, di un nuovo Istituto Comprensivo fondendo il II Circolo didattico di Via Po con la Corradini di Via Amaseno vista la prossimale insistenza nello stesso quartiere: soli 500 m. in linea d’aria), ancora nel bisogno di tempo per poter impostare uno studio socio-statistico serio anche in prospettiva degli sviluppi demografici. A suffragio vengono manifestate varie tesi di ragione pedagogica, di discorso razionale cui ispirarsi, di non frantumazione malefica delle scuole di un qualsiasi Borgo tra più dirigenze, di proiezione statistica, di ricerca di criteri e di necessità di tempi più distesi, di attenzione verso gli ambiti territoriali della Circoscrizione, di soddisfazione delle aspettative dell’utenza, principalmente di attenzione alla legalità e ai parametri del D.L.vo n. 626/’94 sulla sicurezza e il non sovraffollamento degli ambienti fino ad arrivare, quindi, all’imposizione tassativa del “numero chiuso” in alcune istituzioni quando non sia possibile altrimenti, all’attenzione dovuta per l’investimento di risorse umane, di progetto e di beni materiali che ogni dirigenza fa verso alcuni plessi meno fortunati. Molte ragioni, tutte plausibili come chiave di apertura di tante porte anche diverse, da conoscere ed esplorare meglio, da studiare un po’ prima di prendere decisioni frettolose. In realtà i numeri prodotti dall’anagrafe conforterebbero il mantenimento di tutte le attuali 17 dirigenze, anche con una media statistica elevata di ben 780 alunni per istituzione mentre i parametri legali oscillano dal minimo dei 500 alunni al massimo dei 900. Si tratterebbe, quindi hic et nunc, della necessità, più che altro, di un riequilibrio ridistribuivo da impostare doverosamente. Ma l’impiego di criteri per le iscrizioni ricade nell’esercizio di ogni autonomia scolastica, anche garantita dal Tit. V della Costituzione, più che nei provvedimenti che può adottare una politica scolastica non sempre attenta alle ragioni più profonde della dinamica organizzativa. Per larghi ragionamenti e soluzioni ispirate la fretta è sempre cattiva consigliera. Se intanto, però, qualche dirigente la smettesse di ragionare nei termini autoreferenziali di un espansionismo senza fine, da “cicero pro domo sua” anche incapace di solidarietà verso altri colleghi viciniori in difficoltà, alcuni elementi di criticità andrebbero probabilmente a dissolversi da soli, a posto come certi incastri con cui tanto si divertono i bambini piccoli senza tanti capziosi infingimenti. La questione è quella di una visione super partes cui i dirigenti scolastici, non eterodiretti, si devono ricondurre attraverso la mediazione della loro Rete. Ma se poi ciò dovesse continuare malauguratamente a non accadere, per autodisciplina e per autocriterio, il Comune, per l’art. 155 del D.L.vo n. 112 /’99 potrebbe sempre, non avocare a sé, ma esercitare le prerogative che gli sono state attribuite in relazione all’istruzione di grado inferiore e cioè la sua incontestabile potestà di istituire per propria decisione, aggregare, fondere e sopprimere le scuole. Questo rientra, in fondo, esattamente negli strumenti di attuazione della sua programmazione.