31st Gen, 2016

La belleza è nuda

Il re è nudo, la bellezza è nuda, soprattutto nuda è la verità. Si racconta nella Genesi che vivessero nudi anche i nostri progenitori e di sicuro noi siamo nati nudi. Poi il freddo, il costume, la religione, le sedimentazioni culturali, le convenienze hanno preteso che ci vestissimo e così abbiamo fatto. Ora il galateo, il cerimoniale, la deferenza verso gli altri impone mutande alle statue come fu già imposto dai cardinali del Concilio di Trento per il Giudizio Universale di Michelangelo. Ha visitato l’Italia in questi giorni un’eminenza arabo-mussulmana, il presidente degli iraniani, e nei palazzi del governo e di rappresentanza e nei musei dove lo si aspettava le statue nude sono state rivestite di pudore, schermate dietro opportunistici paraventi. “Ma i Braghettoni della serie non finiscono mai?”, si è chiesto il popolo romano. Oppure l’arte è così grande che tollera ogni censura? Oppure ancora “Parigi val bene una messa?”, come disse Enrico III di Navarra in occasione della sua ascesa al trono di Francia, diventando così Enrico IV. Sembrerebbe insomma che ai compromessi ci si debba fare il callo. Sergio Andreatta

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