18th Dic, 2008

Il II Circolo didattico di Latina salva la sua autonomia

 

ii-circolo-didattico-via-po-latina-fto-sergio-andreatta.JPGLa vittoria riportata dal II Circolo didattico di Latina, capitanato dalla dirigente scolastica Margherita Uliano, che ha combattuto una buona battaglia per difendere dalle aggressioni e mantenere ancora in vita la sua autonomia istituzionale contro quanti gliela volevano sottrarre, merita il plauso incondizionato di tutto il mondo della scuola pontina. Ciò che la Commissione Scuola della Regione Lazio ha significativamente ristabilito martedì scorso, con un emendamento al Piano comunale e provinciale di Latina e che la Giunta Regionale domani ratificherà definitivamente, è la restituzione dell’originaria autonomia al II Circolo didattico e contemporaneamente l’aggregazione orizzontale delle due Scuole Medie (Cena e Corradini) da anni ormai stabilmente dimensionate sotto i livelli normali dei 400 e 300 studenti frequentanti. Se una domanda il cittadino latinense si pone è quella di chiedersi perchè questi due istituti abbiano potuto mantenere la loro autonomia per così tanto tempo illegalmente? E anche quanto di etico, per i costi che tale qualifica ricarica, si possa rinvenire in tutto questo. Dovendo il Comune di Latina provvedere al dimensionamento scolastico era successo, invece, che si fosse partiti dal presupposto, chissà perché ritenuto inamovibile, di dover salvaguardare l’autonomia delle due scuole medie a danno di una o più direzioni didattiche del capoluogo.  Il VII Circolo di Via Bachelet, viciniore alla Corradini, sembrava in un primo tempo la vittima predestinata allo smembramento, poi data anche la opponente e veemente resistenza del dirigente Gaspare Cecconi, l’ufficio comunale aveva optato invece, in una sorta di gioco a catena alla “The Bottle Imp” come nel libro di R.S.Stevenson, per il II circolo didattico di Via Po la cui dirigente, peraltro, ha dichiarato di non essere mai stata preventivamente consultata. Plutarco nelle “Vite parallele” attribuisce a Solone questo pensiero: “Le leggi sono come ragnatele, che rimangono salde quando vi urta qualcosa di molle e leggero, mentre una cosa più grossa le sfonda e sfugge”.  E sarebbe così accaduto, anche per le delibere pontine sul dimensionamento, di scontrarsi con qualcosa di più grosso e non pilotabile, la Regione Lazio. In realtà ad un’operazione così delicata e che va a toccare, se non a ledere, tanti e complessi interessi non si può procedere senza la ricerca di un previo e pacifico accordo con i dirigenti scolatici stessi e con gli organi collegiali delle istituzioni coinvolte. Senza contare che le scuole che hanno i numeri legali per mantenersi autonome e funzionano anche bene non possono essere arbitrariamente smontate da nessuno, a vantaggio di altre precarie, neanche dal presidente della repubblica. Sarebbe una grave lesione all’autonomia dell’ente per principio garantita da precise norme di legge e dallo stesso Titolo V della Costituzione. Non fosse intervenuta, quindi, la Regione Lazio con la sua saggia decisione politica a ripristino del vulnus ci sarebbe stato di sicuro un ricorso al TAR da parte della rappresentante legale del circolo candidato alla soppressione. A volte non si capisce bene perché ci si svii dalle cose più semplici e logiche per andare alla ricerca di soluzioni più astruse. La Rete delle Scuole Pontine non può che esprimere, pertanto, tutto il suo compiacimento per il finale ripristino di quella legalità che insegna, volendo anche collaborativamente invitare gli amministratori locali a non ripetere per il futuro l’errore di assecondare logiche che, se non appaiono di favoritismo personale, si rivelano nella loro ratio davvero poco comprensibili. Personalmente sono anche contento, al di là di tutto, per aver assistito la collega dirigente scolastica Uliano in un momento di difficoltà e di solitudine professionale dandole solidarietà e aiutandola ad individuare, nelle procedure seguite dagli enti pontini, alcuni vizi di forma e di sostanza cui, alla fine, è stato necessario provvedere in sede regionale a ripristino della normalità. E questo non può che essere correttamente inteso come un’iniezione di fiducia per la stessa legalità.   Sergio Andreatta, dirigente scolastico.

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Commenti

Ma come si fa a fidarsi ancora di questi politici? Siano essi di destra, come quelli di Latina, o di sinistra come quelli di Napoli è tutto uno scandalo. Sugli appalti per la sicurezza delle scuole poi sarà pure tutto un magna-magna. Si appalta per 100 e si esegue per 30 (tutti fingono di non sapere, il dirigente comunale non controlla neanche mai i lavori appaltati che vengono consegnati a scatola chiusa), in tasca a chi andrà il restante 70%? Non ce ne uno che si salvi dal gioco a chi incassa di più, santo La Pira!

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