Arte e carità, un binomio possibile per un nuovo umanesimo. Alla mensa della Caritas il trittico «Creati per la carità»
Articolo di Remigio Russo
(Foto di Sergio Andreatta)
Il vescovo Crociata alla benedizione del trittico
Giorgia-Eloisa Andreatta
Oggi pomeriggio, il vescovo Mariano Crociata ha benedetto il nuovo trittico posto all’interno della mensa della Caritas di Latina. L’opera è intitolata «Creati per la carità» ed è stata realizzata in nove mesi dall’artista pontina Giorgia Eloisa Andreatta, la quale ha partecipato alla cerimonia. Ad accogliere le tante persone intervenute, il direttore della Caritas diocesana, don Angelo Buonaiuto, e il responsabile della Mensa cittadina, il diacono Gianni Maiorino.
Il trittico è composto da tre tavole. Al centro quella del banchetto celeste, con Gesù «pantocratore», il quale ha alla sua destra Maria e Giuseppe, e al fianco sinistro il samaritano e l’adultera. «Questi due personaggi, il samaritano e l’adultera dicono con la loro sola presenza che i poveri, e noi con loro, hanno bisogno di cura e di perdono, e di perdono non meno che di cura. Ci dicono ancora che alla mensa di Gesù non ci si nutre solo di pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», ha ricordato lo stesso vescovo Mariano Crociata nel suo messaggio. Questi ultimi due personaggi evangelici sono anche i soggetti delle due tavole laterali: quella della carità e quella della misericordia. Inoltre, il trittico si pone sulla linea del recente convegno nazionale di Firenze 2015 perché è nata proprio come segno di un «nuovo umanesimo» che coniuga arte e carità.
Lo stesso Vescovo ha ricordato che «innanzitutto l’iniziativa è la testimonianza di uno stile che caratterizza il fare mensa Caritas da parte di tutti gli operatori che con fedeltà e regolarità si adoperano per procurare, preparare e approntare ogni giorno il pasto per tante persone. È uno stile che si premura con generosità di saziare la fame di persone prive della possibilità di procurarsi del cibo, ma è anche uno stile consapevole che dietro l’indigenza materiale c’è un bisogno più profondo e un desiderio struggente in ogni ospite della mensa: bisogno di considerazione, di stima, di ascolto, di riscatto e di libertà; desiderio che si apre a un di più di senso e di speranza che la bellezza trasmessa dall’arte lascia intravedere delicatamente e allo stesso tempo evoca potentemente».
La mensa cittadina è in via Cicerone 114, ed è aperta tutti i giorni della settimana, compresa la domenica (festività incluse). Dalle 17.30 alle 19 sono servite, direttamente ai tavoli, circa 150 persone al giorno. I pasti caldi comprendono (nel rispetto delle varie religioni) un primo e un secondo piatto, un contorno, la frutta, il pane e spesso il dolce. Oltre a soddisfare il bisogno primario del cibo, l’obiettivo prevalente è quello della promozione della persona. Il pasto, quindi, diventa l’occasione per stabilire con gli ospiti un rapporto di fraterna accoglienza in un ambiente familiare e dignitoso.
L’artista Giorgia-Eloisa Andreatta
Scritto da : Sergio Andreatta
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