20th Mag, 2016

“Ho giurato sulla Costituzione”

“Ho giurato sulla Costituzione”
di Sergio Andreatta

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Da cattolico adulto condivido il pensiero, la religione non è tutto e l’Italia non si riconosce in una repubblica fondamentalista. No, quindi, a ingerenze clericali sul Parlamento e sul Governo italiano. Ognuno deve essere libero e indipendente nel suo “range”. L’intervento del card. Bagnasco nell’ultima Assemblea CEI è stato davvero sorprendente quando, per carità di parte, ha fatto appello all’obiezione di coscienza degli ufficiali di stato che secondo lui non dovrebbero procedere nella registrazione delle unioni civili sulla base della personale obiezione. Le leggi dello stato, però, si osservano e i pubblici ufficiali per primi sono tenuti a farlo. Immaginate cosa accadrebbe se si applicasse lo stesso metodo del principio di obiezione personale simmetricamente sui dogmi o su altri punti alquanto controversi (fondati cioè sulla sola fede e non sulla ragione) della dottrina, si adirebbe al massimo del soggettivismo/relativismo e si favorirebbe lo sgretolamento e la fine stessa della religione che è legame di appartenenza e omologazione. Non può una “forza altra” sparare sui principi costitutivi dello Stato, fomentare alla dissociazione con spinte insostenibili. “Libera Chiesa in libero Stato” è questo il cavouriano principio liberale cui ognuno dovrebbe correttamente attenersi. Pensi, piuttosto, il cardinale genovese alle sorti della cattolicissima Irlanda o della Spagna e di altri stati europei, e non, che hanno legalizzato i matrimoni gay tout court. Ma già, i suoi cahiers de doleances devono correttamente e strettamente limitarsi al territorio italiano di pertinenza. Ma se si può essere religiosi con una coscienza critica verso le determinazioni dello Stato, si può essere anche cattolici con una coscienza critica verso le alte sfere della Chiesa cui, sulle questioni civili, non può essere riconosciuta alcuna superiorità. “Diamo a Cesare quel che è di Cesare”, la celebre locuzione di Gesù nel Vangelo non si riferisce solo ai tributi ma integra nel concetto il riconoscimento di ogni potestà tipica dello Stato. “Quod lex voluit dixit” e la legge italiana sulle unioni civili tra persone, anche dello stesso sesso, l’ha detto ribadendo l’art.3 della Costituzione. Da cattolico adulto non seguirò pertanto le esternazioni del card. Bagnasco (da considerare al massimo ossessioni da interno CEI), quanto le nobili espressioni del nostro Presidente della Repubblica Mattarella contro l’omofobia e per la “pari dignità fra tutti a prescindere”, senza distinzione alcuna. Siamo italiani, e sia pure cattolici, con orizzonti aperti all’accoglienza. E poi, oltre alle legittime critiche a tutto spiano (cosa che non accadeva ai tempi dei governi Berlusconi) su unioni civili, economia, lavoro – occupazione, denatalita’, ecc…, nell’intervento dell’Eminenza non si è colto un solo parere costruttivo sullo sforzo per uscire dalla crisi dell’attuale governo ma solo la “pars destruens”. Ma a criticare, senza avanzare concrete soluzioni, sono buoni tutti. Sergio Andreatta

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