Fabio Benvenuti, LATINA, Ritratto di Città, Tunuè Ed., 2018 (€. 45).
Dopo i saluti di apertura da parte del direttore di Spazio Feltrinelli, Massimo Bortoletto☆, avviene la presentazione del libro. Con l’intento manifesto di consegnare un messaggio di speranza, consapevoli delle potenzialità che ha Latina di “poter determinare una crescita equilibrata e di grande qualità“.
E non sono solo di rito i complimenti all’autore del bel libro sulla nostra città, Fabio Benvenuti, e a Factory 10 (Daniele Del Vecchio e altri di scuderia) per le molte suggestive foto a corredo dei testi di Fabio scelte con particolare cura per darci “il gusto della scoperta“. (NdR.: Al 70% foto splendide). L’arch. Simone Capra ha introdotto sull’architettura “razionale” e armonica del fondativo piano regolatore di Oriolo Frezzotti e poi su quella travagliata, e pure per certi versi suggestiva, del disordine pianificato dal dopoguerra in poi su cui è stato chiamato a metter mano negli anno ’70 il grande arch. Luigi Piccinato. Benvenuti si è soffermato più volte sulla costante aspirazione della città alla modernità.
Sarina Biraghi, già direttore de Il Tempo e ora nella redazione de La Verità, ha sottolineato gli aspetti ambientali, paesaggistici e architettonici più significativi della pubblicazione e anche puntualizzato su alcuni aspetti rimasti inediti, come quelli delle numerose architetture incompiute che purtroppo punteggiano il tessuto urbano pontino e che inevitabilmente lo deturpano col loro degradante album di brutture.
Latina è indubbiamente città interessante per i suoi connotati di antropologia culturale da cui emerge fin dalla nascita, e poi nei suoi passi e passaggi diacronici e sincronici, tutto lo spirito di accoglienza e d’integrazione fra le diverse etnie del suo habitat. Insomma una storia work in progress. Arrivato in fondo allo sfoglio del libro devo però rilevare la mancanza di scatti sull’Expo (ex Lane Rossi, sull’ipogeo (Cimitero nuovo), sulla stazione ferroviaria, sul Mercato settimanale di via Rossetti e su alcuni Borghi: Sessano villaggio di fondazione, Bainsizza con la sua pregevole Chiesa di San Francesco anche a mia cura arricchita di pitture e sculture di Valentin Timofte e poi niente sulla costa da Foce Verde, Valmontorio a Torre Astura) o sul paesaggio fluviale del Cavata. Nel filo rosso della fotografia apprezzo l’impegno per l’inquadratura originale, seppur a volte anche troppo insistita dal basso o dall’alto di un drone ma, anche nelle foto costruite, non c’è mai stato sovraddosaggio da photoshop.. Sergio Andreatta
☆ Tre giorni dopo questo evento culturale Massimo Bortoletto, per otto anni dinamico direttore della Feltrinelli e animatore dello Spazio, è stato licenziato. A lui la solidarietà di tanti e la mia.