Da almeno trecento anni gli studiosi tentano di risalire ai testi più antichi, se non proprio a quelli originali, del Nuovo Testamento consapevoli che i copisti dilettanti dei primi tre secoli hanno potuto compiere diversi, anche macroscopici, errori di copiatura e svisamento dalla versione precedente, specie da quella in greco, in scrittura continua e senza segni d’interpunzione oppure per l’influenza teologica dei controversi contesti “cristiani e non” in cui gli scribi operavano (protortodossi, antiadozionisti, docetisti, azionisti, gnostici separazionisti, modalisti, monifisiti, nestoriani, ariani, …). Già S.Paolo, nelle sue epistole, ammoniva contro le possibili deviazioni neanche una trentina di anni dopo il Golgota cui non aveva assistito. Il primo periodo della trasmissione orale e anche testuale (II-III sec.) fu il meno controllato, a copiare erano infatti quasi sempre scribi non professionisti (non i successivi ammanuensi benedettini, tanto per intenderci) che infarcivano le loro copie di errori, fossero anche delle loro interessate preoccupazioni apologetiche. Un qualche aporto chiarificatore provarono a darlo, tra gli altri, Ireneo vescovo di Lione che nel 180 sancì la canonicità dei Vangeli (escludendo gli apocrifi, nascosti non falsi) e Origine di Alessandria (Contra Celsum,…), costui vivendo una vita davvero singolare, controversa e clamorosa tanto da imporsi l’autocastrazione sacrificale dei testicoli. Imponente anche i contributi a difesa di Sant’Ambrogio, di Sant’Agostino e San Girolamo (con la traduzione dal greco della Vulgata). Alla fine si scopre così che anche la religione cristiana ha avuto una sua dinamica evolutiva fino al “Credo” proclamato durante il Concilio di Nicea (325) indetto direttamente dall’imperatore Costantino, dopo l’editto sulla tolleranza del 313, soprattutto per ribattere alle tesi dell’ arianesimo. Tra il I ed il V secolo d. C. si scatenerà nell’impero romano una lotta senza quartiere fra religioni per conquistarsi l’anima della gente. E in questa “crisi morale e spirituale” dell’impero romano il cristianesimo ormai sostenuto dagli imperatori finirà per affermarsi come religione di stato… “Misterum fidei”, mistero della fede, credere nell’incredibile accantonando il ragionamento filosofico e, a volte, anche l’artificio teologico, non ci sarebbe altro per un buon cristiano che si fosse innamorato di Gesù e del testamento d’amore del Vangelo… Bart D. Ehrman è un autorevole storico del Nuovo Testamento, della vita di Gesù e della Chiesa delle origini. Ha scritto numerosi saggi su questo argomento, è stato direttore del dipartimento di Studi religiosi dell’università del North Carolina… Mi accingo così allo studio, più che alla sola lettura di questo denso saggio “Misquoting Jesus” dopo “Il grande romanzo dei Vangeli” di Augias – Filoramo. Un impegno a favore della verità sui fondamenti della ” critica testuale” con riferimento alla Bibbia CEI. Sergio Andreatta (02.05.2020, ppgg. 273/273).