Stanislao Nievo, Prefazione a “Eucalyptus” di Sergio Andreatta.
Un frammento:
“Forse l’uomo poetico sarà la prossima, angelica tappa evolutiva della nostra specie biologica, se essa saprà prendere la strada adatta. Altrimenti sarà, con molta probabilità, il suo opposto demoniaco. E andrà peggio. In attesa di ciò la poesia si divincola impetuosa e disorientata, bistrattata e osannata, al di fuori di ogni economia”.
La poesia di Sergio Andreatta non parla soltanto della provincia di Latina, dei suoi paesi, dei suoi fiumi, del mare, della sua gente, più ampiamente parla dell’uomo e del suo infinito viaggiare, del suo destino: il tutto rivisitato secondo un’ottica autobiografica.
Agro Pontino
Poesia di Sergio Andreatta
Pallide fattorie sulla mia Linea (1)
dentro l’Agro Pontino:
qui vola il cardellino sulle viti,
sul pentagramma
d’eucalyptus e d’alberi fioriti.
Il contadino riga
di fonde tracce la sua falba terra
e una memoria:
le sedici ore dello stagionale
nel tempo della fame.
Morivano ammalati i lestraioli
esposti al sole della mietitura,
senza riparo
morivano d’usura.
Albe e tramonti avvelenati…
Cedevano sfiancati
i bei ragazzi,
schiavi della “ bastarda ”, (2)
morivano vedendo la salvezza
sull’argine.
Oggi li vive
un cardellino sulle viti,
sul pentagramma
d’eucalyptus e d’alberi fioriti.
(1) Anche Linea Pio dal nome del pontefice Pio VI che, alla fine del settecento in un tentativo di bonifica, fece scavare tale imponente canale, parallelamente all’antica Via Appia, allargando e regolarizzando un fiumicello preesistente per raccogliere le acque pluviali e delle sorgenti pedemontane dei Monti Lepini.
(2) Nella seconda metà dell’Ottocento Compagnia di lavoranti stagionali (scolafossi, palaroli, boscaioli e carbonai, cavalcanti, pastori transumanti, ecc…), formata per lo più da donne e giovani provenienti dai paesi interni della Ciociaria e del Molise.
Da “Eucalyptus”, Poesie di Sergio Andreatta, Lucania Editrice, Latina, 1980, pag. 23.