I giornali pontini riportano oggi il Comunicato-stampa della Sodexho Italia con cui il sig. Antonio Bellopede, responsabile della direzione regionale Centro-Sud, sui fatti accaduti venerdì scorso nelle scuole di Latina risponde ridimensionando i “corpi estranei” rinvenuti nei piatti della minestra della mensa a ”piccoli residui della macinatura dei legumi”. Opinioni. Ma davvero ci appare sorprendente e ridicola questa frettolosa interpretazione di un fatto che, ancora da accertare, potrebbe forse trovare anche una diversa spiegazione. Peccato che tantissime persone tra inservienti, collaboratrici scolastiche, insegnanti, un’addetta inviata dalla direzione didattica, infine io stesso rappresentante legale dell’istituzione (non direttamente della mensa) per due volte e, perfino, l’assessore alla P.I. Bruno Creo poco dopo abbiano potuto constatare di che si trattasse. O siamo forse, ed è probabile, tutte persone soggette a psicosi e allucinazione collettiva? Le donne, poi, hanno anche una particolare cultura e attenzione per la cucina, cucinano abitualmente sui propri fornelli nelle proprie case e sanno “vedere” sicuramente meglio di qualsiasi parte controinteressata che voglia frettolosamente smentire e tentare 
di chiudere troppo sbrigativamente il caso. E del resto un “campione” degli alimenti è stato conservato, oltre quello già prelevato direttamente dall’assessore. La Direzione didattica del IV Circolo didattico di Latina deve precisare, però, di essere stata avvisata la prima volta dall’insegnante coordinatrice G.Q. della scuola Giovanni Paolo II e che non siamo stati affatto “allarmati da telefonate pervenute dalla scuola materna di Via Isonzo” come vuole insinuare, leggendo su Il Messaggero di oggi, il rappresentante della Sodexho. Quello che questo signore afferma in merito ci sembra completamente destituito di ogni e qualunque fondamento e non deporebbe neanche troppo bene a livello di comunicazione, credo, per la rappresentanza di cui è titolare. La scuola di Borgo Isonzo è stata l’ultima in ordine di tempo a notificare, con l’ins. coordinatrice MG. L.S., l’accaduto all’Ufficio di Direzione che già aveva condotto una prima ispezione alla Giovanni Paolo e da cui stava partendo un allertante fax di notifica per la segreteria del sindaco e per lo stesso assessore. Questo si è costretti, nostro malgrado, a ribadire soltanto per amore di verità e non per ricerca di polemica, volendo anche sconfessare ogni interpretazione arbitraria e speculazione di chicchessia ma dovendo altresì rifiutare con forza l’ipotesi superficiale e poco onorevole di una “esplicazione” basata sul solo condizionamento psicologico esercitato a catena dall’interazione delle comunicazioni telefoniche interne. Si deve precisare, inoltre, che nessun rappresentante della società, seppure fosse andato a verificare prima all’Isonzo, ha ritenuto di doversi presentare in Direzione nell’ufficio del sottoscritto rappresentante legale dell’istituzione scolastica, ma nemmeno si è recato, che io sappia, a fare una doverosa constatazione nella stessa scuola Giovanni Paolo II di Via Sezze 33 dove “i corpi estranei” nelle pentole e nei piatti delle minestre precotte sembravano vistosi e… abbondanti. (N.d.r. In realtà abbiamo saputo soltanto dopo esservisi tardivamente recata, invece, una signora non si sa bene con quali funzioni che, però, non ha ritenuto di rapportarsi con lo scrivente). Quindi ritengo giusto che nella riunione convocata in Comune si debba procedere ad una franca discussione politica sulla situazione, alla grave contestazione dell’addebito, se esiste… E’ ora, dopo le tante voci che si rincorrono ormai da tempo, specie tra i genitori, sulla discussa qualità del servizio, che nell’interesse dell’utenza l’Amministrazione esamini, ormai pubblicamente in un Consiglio comunale, tutta la delicata questione delle mense scolastiche per come si è venuta rilevando in questi ultimi mesi.
prof. Sergio Andreatta