1st Mar, 2009

Satricum e il Territorio Pontino alla luce delle ultime scoperte.

Il Territorio Pontino alla luce delle ultime scoperte.

Tribus Pomptina – Appia, regina viarum – Villae – Imperii aetatis pomptina domus culta.

satricum.jpgSEMINARIO di FORMAZIONE

Target: Docenti nello sviluppo di 30 ore (15 d’Aula, 15 sul Campo).

Organizzatore: Quarto Circolo didattico Latina .

Direttore responsabile: dott. prof. Sergio Andreatta.

Tipo: Istruzione – Workshop.

Data: martedì 3 marzo 2009 (Ultimo dei 7 Incontri d’Aula).

Ora: 17.00 – 19.00.

Luogo: Aula Pacis del Quarto Circolo didattico.

Indirizzo: Via Sezze 25 (Fronte Curia Vescovile – Latina, Italy).

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Telefono: 0773692801.

E-mail: carodirettore@quartocircolo.it

Descrizione: VII di 7 Incontri d’Aula, più 4 Lezioni-Visita sul Campo (1-Circeum; 2- Terracina – Anxur; 3 – Norba; 4 – Villa Domitiana a Sabaudia) con il prof. Michelangelo La Rosa, paleontologo, archeologo, responsabile scientifico della “Fondazione Marcello Zei“.

Storia, Archeologia, Paesaggio e Società dalla Preistoria all’Età Romana.

Nel corso del Seminario è stato proiettato in anteprima il film breve:

”C’era una volta… Satricum” di Dario Bellini,

prodotto dall’Ass. Culturale “I Borghi dell’Ovest” con il sostegno finanziario e il patrocinio della Regione Lazio.

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Satricum

Satricum era una città latina molto importante situata in riva al fiume Astura, a 12 Km. da Latina nel cui Comune ricade e non lontano da Anzio (attuale località di Borgo “Le Ferriere“), riportata da Plinio al primo posto nella I lista delle città. In età arcaica fu, se non la prima, probabilmente la seconda città più grande del Latium Vetus dopo Alba Longa. Occupata nel IV secolo a.C. dai Volsci, fu incendiata e distrutta una prima volta dai Latini nel 377 a.C. e poi nuovamente distrutta dai Romani nel 346 a.C.[15]. Dionigi di Alicarnasso la cita nell’ambito delle 29 città latine alleate contro Roma[16]. Era sede di un importantissimo santuario dedicato alla Mater Matuta, dea dell’aurora e in seguito della maternità, una sorta di proto-madonna venerata in tutto il Lazio. Il suo tempio venne frequentato anche dopo la distruzione della città, almeno fino al II secolo a.C. Il santuario arcaico era sede inizialmente di un culto praticato all’aperto, sull’acropoli cittadina (non lontana dalla Cascina Antica ove nel 1903 venne martirizzata Maria Goretti). Nel VI secolo a.C. qui venne eretto un primo tempio, sostituito da un secondo edificio di maggiore ampiezza e comodità nel V secolo a.C., che continuò ad essere modificato e restaurato nei secoli successivi e del quale restano importanti resti archeologici conservati in gran parte nel Museo di Valle Giulia a Roma. Fin dalla sua prima scoperta avvenuta nel 1896 la campagna di scavi e gli studi principali sono opera di archeologi olandesi, attualmente sotto la direzione della valente  prof.ssa Marijke Gnade dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Amsterdam con cui collabora il prof. Peter Attema del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Groningen. Il sito è stato oggetto di scavi che hanno interessato l’abitato antico, con il santuario della Mater Matuta, e la necropoli, riportando alla luce una grande quantità di oggetti, ex-voto scoperti nelle interrate e ben conservanti stipi votive del santuario, e una nota epigrafe in latino arcaico (il famoso  Lapis satricanus) da alcuni accademici considerata la prima testimonianza in assoluto della lingua latina.

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