18th Apr, 2009

Quella volta di Stanis Nievo alla Scuola Goldoni

Quella volta di Stanis alla Scuola Goldoni

di Sergio Andreatta

Non ho la pretesa di volervi raccontare chissà cosa di Stanislao (Stanis) Nievo, i ricordi più significativi sono serbati come strettamente personali, ma prima di accendere oggi la Vostra fantasia con la lettura di alcuni miei frammenti in questo ospitante edificio di “fondazione”, già Opera Balilla, oggi Museo Cambellotti, come nonperticaroli-volino-artelli-andreatta-nievo-tartaglione-2.JPG far emergere l’emozione dell’ultimo incontro, poco tempo prima della morte, quando insieme con alcuni amici qui presenti (la moglie Consuelo Artelli, Roberto Perticaroli, Gabriella Volino, Maurizio Tartaglione e altri) lo scrittore venne a farci visita la mattina del 26 maggio 2005. In contemporanea, da un’altra parte della città, era arrivato a Latina il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per la sua prima visita al capoluogo pontino. L’incontro con Nievo nell’Aula Pacis del Quarto Circolo didattico, programmato da stanislao-nievo-firma-autografi-alla-goldoni-lt.JPGtempo, andava a concludere un percorso di studio all’interno degli itinerari proposti dai “Parchi Letterari –®– Omero”, proprio da lui creati nel 1990 in memoria di tanti Autori letterari e particolarmente dell’eroe dei “mille”, il celebre prozio Ippolito, autore de “Le Confessioni d’un Italiano”(di un ottuagenario) misteriosamente naufragato nell’inabissamento del malandato piroscafo “Ercole” sulla rotta Palermo-Napoli. Gli alunni della primaria “Carlo Goldoni” partecipavano allo straordinario evento in un susseguirsi, anche tumultuoso, di emozioni. E dopo l’intervista, ecco l’assalto garibaldino allo scrittore nel tentativo di strappargli la reliquia di un prezioso autografo. Ma lui, pur mostrando i segni di un primo cedimento alla fatica e un velo di sudore che l’aveva indotto a mettersi in maniche di camicia, non si sottraeva a stanis-nievo-autografi-alla-goldoni-latina.JPGnessuno, non si barricava, anzi provava un insolito condiviso piacere nel farsi travolgere da quella simpatica valanga. E anche i ragazzi, senza che nessuno glielo dicesse, sembrava che anche loro, sciogliendosi, avvertissero che stavano partecipando a qualcosa di unico …

Per lui era un ritorno sentimentale tra odissee e nostalgie, in una sorta di viaggio  a ritroso, alla sua infanzia.

Per loro l’occasione spettacolare per un’intervista a un personaggio che sapevano famoso:

– E’ vero che ha vissuto nel nostro Agro Pontino? – è la domanda di apertura di alcuni ragazzi.

– Eh, sì, eh!… Ho avuto un’infanzia “itinerante”, trascorsa fra Milano, il Friuli, e, quindi, l’Agro Pontino, a Borgo Montello precisamente dove ho frequentato le scuole elementari. Ero un ragazzo normale, saltavo, urlavo, facevo i versacci delle scimmie…proprio come voi adesso, qui con me (e ne simula uno divertendosi). E mi piaceva entrare nel recinto, allora abbandonato, di Satricum, penetrare nei boschi…

… Se ho inventato i “Parchi Letterari” è per preservare la cultura letteraria e i panorami che hanno ispirato i grandi scrittori e i poeti. Il mio obiettivo non è, naturalmente, solo quello di mantenere intatta la caratteristica di quei luoghi fisicamente com’erano, ma anche di cercare di difendere la loro storia culturale -.

– Ma perché scrive?- azzarda ingenuamente un alunno di quinta.

– Perché, perchè? Perchè è uno dei più bei mestieri della vita. Un’opportunità che augurerei a tutti. Ma vorrei che gli autori italiani, i narratori in particolare, si dedicassero non soltanto alle situazioni sentimentali e sociali particolarmente disagiate. Io penso ad una scrittura in grado di staccarsi da un realismo eccessivamente pratico -.

Mi ricordai di quando, venticinque anni prima, mettendomi in mano una copia de “Il cavallo nero” mi disse: “Ecco, Sergio, io ti vedrei bene come autore fantasioso di racconti del genere”…

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Nello stesso preciso istante C. Azeglio Ciampi  stava salutando Latina “…il cui territorio paludoso e malsano fu reso fertile e generoso di frutti dagli sforzi di generazioni contadine, originarie di diverse regioni d’Italia, unite dalla comune passione per il lavoro; … Latina, oggi ricca di industrie, famosa per la bellezza delle sue coste, dei suoi parchi e giardini; …”…

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Ho scelto, a sera, in questa “razionale” architettura del Museo Cambellotti di far scorrere davanti ai Vostri occhi, nella durata del volo di una piuma, nel più breve dei blow-up, alcuni scenari divenuti evanescenti per la caduta dei tempi…

sergio-andreatta-declama-il-suo-poemetto-prigionieri-dell-amore.JPGE’ quasi a notte e, davanti a Lestra Zaccheo accarezzata dal raggio di una luna rossa, un buttero si dà a suonare il suo flauto per vincere con poche melodie la nostalgia, il male della lontananza dal lontano paese ciociaro, e consolarsi… Non sapremo noi oggi cosa gli passasse per la mente… Avrei voluto le note sufficienti di quel semplice flauto di canna per accompagnarmi al Cabellotti nella lettura di questi brani:

sergio-andreatta-antologia-di-versi-al-museo-cambellotti-latina.JPG© – Sergio Andreatta – Contrassegnati da * (asterisco) e in grassetto i titoli dei brani e le poesie effettivamente recitati dall’autore Sergio Andreatta davanti alla platea di “Storie di un Viaggiatore” (Latina, Museo Duilio Cambellotti, Piazza San Marco, sera del 4.04.2009).

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