20th Apr, 2009

Valutazione peer review per gli insegnanti?

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Le capacità professionali degli insegnanti sarebbero da valutare con la metodologia della peer review, o valutazione tra pari: nessuno meglio di un insegnante sarebbe in grado di valutare se il suo collega è un bravo insegnante o no. Meglio di un dirigente scolastico o di un ispettore. Ma non sono i paludati docimologi a parlare in questo caso ma il giovane e pragmatico presidente degli Stati Uniti.  Agli U.S.A. nei prossimi 10 anni serviranno, secondo le sue stime, due milioni di bravi insegnanti e nel suo libro “The Audacity of Hope”, il presidente Barack Obama sviluppa ampiamente il capitolo della nuova educazione americana. I più esperti insegnanti delle materie fondamentali, che già si trovano, come del resto da noi secondo i parametri OCSE-PISA, in condizioni critiche come la matematica e le scienze, o gli insegnanti  che accetteranno di lavorare nelle scuole dei quartieri socialmente più difficili (è una delle tesi da lui sostenute) dovrebbero guadagnare più degli altri per le loro dimostrate capacità e il loro impegno profuso.

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Ma gli stipendi medi di tutti dovranno, comunque, diventare non soltanto più dignitosi ma più allettanti e competitivi ad evitare che siano troppo pochi in futuro i giovani che  si orientano verso la professione docente. Si lancia il profilo di nuovi insegnanti ben preparati anche nell’uso didattico delle nuove tecnologie e disposti a sottoporsi, senza ostruzionismi sindacali, a procedure valutative “performance based”. Se questa è la tendenza al di là dell’Oceano, dove si precorrono sempre i tempi della modernità e del cambiamento, perché non si comincia a pensare di fare altrettanto anche al di qua, da noi in Italia? Sergio Andreatta

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