2nd Mag, 2009

Quando la famiglia rinuncia al suo impegno educativo…

Quando la famiglia rinuncia al suo impegno educativo…

“A difesa dell’autonomia, della laicità e della pluralità multi-culturale della scuola pubblica – dice il dirigente scolastico e saggista prof. Sergio Andreatta – un Collegio di Latina boccia all’unanimità un documento sui criteri del P.O.F., fraintesi come valori e principi da consegnare (o, forse, compiti da assegnare) ai Docenti”.

Non bastano le buone intenzioni perchè un documento sia ritenuto pertinente. Questo il giudizio del Collegio dei docenti sul documento per i “criteri del POF” prodotto dal dr. Caldarini. In realtà le tre pagine, si è osservato, danno un’ interessante rappresentazione soggettiva di quello che l’autore e le sue fonti ispirative vorrebbero che fosse un’offerta formativa, rappresentazione peraltro ben diversa e non coincidente, se non solo in parte, con la realtà oggettiva del P.O.F. di una scuola statale e laica come è il IV Circolo didattico di Latina. L’equivoco di base sta anche nell’aver confuso epistemologicamente il concetto di “criterio”, pista per un giudizio sulle linee d’azione e di condotta e, quindi, di efficienza e di efficacia significativa su quello che si fa a scuola, con quello assoluto di valore e di principio secondo una propria ideologia. Ma quello che si programma e che si attua in un’istituzione scolastica dello Stato non può che trarre eminente ispirazione dalle Carte Internazionali e dai Principi fondamentali (artt. 1-12) della Costituzione della Repubblica e, a cascata, dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (Bertagna-Ceruti) emanate dal M.I.U.R. e inserite nel fresco Regolamento sul primo ciclo d’istruzione per il prossimo triennio. Negli scenari politico-culturali del cambiamento sociale e della complessità, con lo sviluppo positivo della ricerca scientifica e l’avanzamento della scoperta, il pensiero si fa debole e precario, come la famiglia, il lavoro e la stessa educazione e non può essere, certo, la riscoperta della tradizione (magari con la T maiuscola), con le sue presunte e rischiose certezze, la soluzione. E siccome nella comunicazione “il mezzo è anche il messaggio”, come ha scritto M.Mc Luhan (Gli strumenti del comunicare), ciò che non è frutto di un’ elaborazione e di una ricerca-azione comunitaria ma soltanto il parto ideale, neanche tanto autentico e rispettoso delle competenze magistrali, di un singolo soggetto non può avere in sé la pretesa, né critica né estetica né regolamentare, di diventare “criterio” per l’operato di una scuola pubblica. Seppure per qualche verso possa diventare, tra crisi e utopia, spunto di stimolo per un dibattito, anche più allargato. Ma che colpa ha la scuola dei modelli educativi sbagliati che si fabbricano nelle famiglie? “Da case normali per lo più; anche dal degrado, dalla miseria e dall’emargina­zione, ma altrettanto, da case belle, quartieri buo­ni e famiglie per bene. Po­trebbero essere figli di tut­ti noi, – scrive Isabella Bossi Fedrigotti, scrittrice ed editorialista del Corriere della Sera – incappati per insi­curezza, per solitudine, per noia nell’amico più forte, nel gruppo sbaglia­to; e si sa che il gruppo or­mai conta più della fami­glia, per il semplice fatto che la famiglia, nonostan­te il gran parlare che se ne fa, è oggi più debole che mai”. Il bullismo di tanti ragazzi, l’ ambiguo conformismo, la freddezza, il cinismo e l’ indifferenza  di tanto adolescenti non si può, certo, dire che li abbia ispirati la scuola, tanto meno una scuola attenta al rispetto delle regole come la nostra (con il suo P.O.F. “Per Regola e Progetto”). Se i Genitori si rivelano in genere così deboli, ma ci sono anche tante belle eccezioni, così inascoltati e incapaci di educare è anche perché molti hanno rinunciato al loro impegno educativo e per primi sembrano aver smarrito in questo nostro difficile tempo le ragioni forti del loro essere.

pof-per-regola-e-progetto-quartocircoloit.JPGIl Collegio dei Docenti del IV Circolo didattico di Latina, nella seduta che si è tenuta ieri sera, ha bocciato all’unanimità, il cosiddetto “Documento Caldarini” dal nome del firmatario, anche presidente del Consiglio di Circolo, documento (Prot. 1896 A1d del 17 aprile 2009) non condiviso e non sottoscritto dalle due ins.ti che integravano la Commissione,  altresì denominato “Premessa educativo-culturale del POF” contenente anche “le finalità educative del Piano dell’Offerta Formativa”. Tale Documento è stato ritenuto poco rispondente alle finalità e agli obblighi istituzionali di una scuola laica, come deve essere quella dello Stato, che radica la sua ispirazione direttamente nella Costituzione repubblicana e nei suoi principi e valori, che si basa sulla libertà d’insegnamento e non si nutre di altre ideologie. E pur apprezzando e condividendo alcuni passi della relazione, peraltro oggetto di continua autoanalisi, sull’emergenza-scuola e sull’attuale crisi sociale ed educativa della famiglia, il Collegio respinge come unilaterale l’impostazione offerta da tale documento, sia in premessa che in conclusione. In esso non compare mai alcun esplicito riferimento  al patrimonio culturale e metodologico-esperienziale (l’ambiente di apprendimento, la vita della classe, la didattica operativa, i laboratori) del IV Circolo didattico, pur ricco per tradizione pedagogica e di innovazione di ricerca-azione, all’apprezzato suo POF “Per Regola e Progetto” in vigore dal 2000 e  via via periodicamente revisionato sui traguardi essenziali della formazione e delle competenze abilitative. Offerta formativa sempre grandemente apprezzata dall’utenza che la sceglie e dalla città che la riconosce e su cui, ma in continuità e coerenza, sarà ulteriormente operato dal Collegio il necessario restyling metodologico e organizzativo-funzionale sui migliori percorsi praticabili per approssimarlo, pur senza stravolgimenti o singolari impostazioni, alle linee della recente “Riforma Gelmini”. Il patto di corresponsabilità educativa tra Scuola e Famiglia, il processo di educazione attraverso l’istruzione, è stato sempre attuato nelle scuole del Circolo in piena condivisione di intenti e mai in opposizione, anche tentando di superare l’indifferenza, a volte rilevata in alcuni genitori, attraverso molteplici iniziative tra cui la Scuola-Genitori. La migliore educazione è sempre frutto di una condivisione con la comunità. Il Collegio non condivide, quindi, lo stravolgimento sui principi fondamentali e sui “valori” del POF che il “Documento Caldarini” pretenderebbe di introdurre, respinge anche lo sterile tentativo di un’ incompetente classificazione tassonomica della didattica. Il POF del IV Circolo di Latina, valutato  come molto evoluto dal punto di vista pedagogico non in autoreferenzialità ma da Agenzie esterne (IRRE – Lazio), da sempre si fonda, per un lato, sulla legalità e sul rispetto della convivenza democratica e, dall’altro, sulla valorizzazione della personalità attraverso percorsi di formazione personale e la promozione dinamica di progetti di vita e di apprendimento. La Famiglia, prima naturale e costituzionale (Tit. II, art. 30) attrice e protagonista, se ne deve coinvolgere, collaborando strettamente, senza  poter pensare, peraltro, che la scuola, nella sua autonomia istituzionale e dignità competenziale, possa rinunciare alla mission assegnatale dallo Stato. Non tocca certamente alla Scuola, non onnipotente nei suoi compiti e nei suoi mezzi, il dovere di sanare la generale crisi di valori, fotografata in emergenza dalle parole di Caldarini, e di salvare la famiglia… Alla scuola compete tagliare i traguardi essenziali affidati dalle Indicazioni per il curricolo e dal Regolamento ministeriale. Il Verbale del Collegio, con tutte le sue articolate motivazioni, sarà in seguito consegnato allo stesso Presidente per la debita attenzione del Consiglio di Circolo. Intanto i Docenti, seppure nella migliore attenzione professionale possibile,  per la durata ora quinquennale della scelta, per lo scadenzario imposto dal ministero, provvederanno all’adozione dei testi in coerenza con il POF esistente e non terranno in alcun conto tale discusso e non approvato Documento sui supposti “nuovi criteri”. Vale, infine, la pena di ricordare che il D.P.R. n. 416 del 31.05.1974, art. 6 (Attribuzioni del Consiglio di Circolo), lett. d, riconosce e attribuisce al Consiglio di Circolo (la cui maggioranza strutturale è anche, assertivamente, consegnata alle componenti della scuola) i soli “criteri per la programmazione e l’attuazione delle attività” scolastiche. Criteri e non anche i principi e le finalità e tanto meno le ideologie. Sergio Andreatta, saggista (Vecchiaia e Società (1976), La Scuola Integrata a T. P. di Aprilia (1978), Bambini una Volta (1998) e dirigente scolastico.

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Commenti

Un grande articolo e una degna risposta. Il mio plauso. Ma chi è quest’oscuro personaggio che pensa di dettare i compiti ai professori?

Ci manca solo che un genitore venga a dettarci i compiti che dobbiamo fare. Ma non sono finti i tempi dei dettati? Sembrerebbe quasi che la contemporaneità non abbia più valori ma non è così. Basta scoprirli.

Trasecolo, un presidente del consiglio che non conosce le sue funzioni? Quale democrazia partecipata (anche se non sono più i tempi oggi) gli ha consegnato tali compiti? L’idea di presidenzialismo forte sta facendo… scuola a tutti i livelli.

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