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Alpini, “Hut ab vor den Alpen”
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Ideali, valori, condivisione…
Lo ha opportunamente ribadito, a Latina dalla sua postazione in tribuna d’onore, il presidente della Camera. L’on. Gianfranco Fini presiedeva alla sfilata della 82^ Adunata Nazionale degli Alpini, insieme al ministro della difesa Ignazio La Russa, all’ex-presidente del Senato, e alpino abruzzese, Franco Marini, al sottosegretario Carlo Giovanardi, ad altri parlamentari e ai vertici militari del Corpo. “I valori degli Alpini non sono di parte, ma di tutti” ha proclamato Fini nel suo breve ma significativo intervento. Presente anche un colpito e inorgoglito presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. A Latina dove serpeggiavano strane e singolari voci, dove peraltro non si dimentica ancora la figuraccia fatta nell’Adunata di Reggio Emilia, davanti al ministro della difesa Nino Andreatta, quando un Gruppo di Latina rovesciava all’improvviso uno striscione esibendo uno slogan di protesta e capovolgendo la faccia dalla tribuna d’onore. Voleva così lanciare il suo provocatorio motto di sfida contro l’ipotesi dell’abolizione della leva e della riduzione delle truppe. La strumentalità dell’episodio era destinata a suscitare rumore e ne nacque anche un’inchiesta… La sfilata continua delle nove ore sulla distanza dei tre chilometri, dei 60.000 tra “veci” e “zòvani“, delle varie ragioni di corpo e associative sta terminando in questo momento e tutto è andato alla perfezione secondo il protocollo dell’ANA e le migliori aspettative di tutti, a cominciare dal meritorio Sindaco Vincenzo Zaccheo che si è tenacemente adoperato perchè la macchina organizzativa non avesse a subire défaillances. Un grande successo per l’intera Comunità pontina che ha partecipato al simpatico evento facendosi letteralmente travolgere, anche una eccezionale vetrina per la promozione turistica, fin dalla prossima e incombente stagione balneare, del nostro suggestionante territorio davanti ai 300.000 accorsi da tutta Italia e dall’Estero, davanti agli spettatori delle TV. E devo ammetterlo, a certi passaggi, io mi sono commosso. E, più che le pur belle parole dei discorsi della tribuna, mi ha commosso la significativa presenza corale, quella di certe immancabili querce centenarie, di certi iconografici barbuti bianchi, la silenziosa testimonianza degli invalidi, il pensiero delle ferite dell’Abruzzo e le azioni, più che i progetti futuri che pure continueranno ad esserci, di solidarietà da “vecchi consumati scarponi” dove continua a pulsare dentro, non avulso, un grandissimo cuore montanaro. Sergio Andreatta