Nell’ospitale Val Comino a Picinisco
Quando tutti vanno al mare noi invece…
Tutti al mare!… Non parliamo dei Pontini costieri o di pianura che già ci vivono abitualmente o dei loro viciniori abitanti interni dei Lepini, ma dei… Ciociari che, abbagliati dai riverberi delle onde tirrene e in cerca di un refrigerio, si riversano in massa sulle spiagge di Sabaudia e Terracina al Nord e, per altre strade, di Formia e Gaeta al sud. Ogni domenica sera, al rientro a Latina dopo aver trascorso un fresco week- end di rilassamento a Picinisco nell’alta Val Comino, m’imbatto nei 30 km. del lento e impaziente serpentone contrario.
Un serpentone ogni anno più lungo e insidioso, quasi un torpido anac-onda dagli occhi-fari luminosi che scivola dentro il letto della sempre più carente SS. N.156 dei Monti Lepini, specie tra Madonna della Neve e l’innesto di Priverno per Terracina. Ma se il mare continua ad essere di moda, soprattutto tra i giovani attratti dalla bella fisicità scoperta e seducente dei loro corpi palestrati, la montagna, quella piciniscana in particolare, è di assolutissimo e inebriante riposo. Questa bellissima montagna che scende dal crinale laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo si scopre, a differenza di quella al di là della Forca d’Acero, essere conosciuta e fruita da pochissimi ma questo non può continuare a rimanere la gelosa fortuna di noi che la frequentiamo da quasi quarant’anni. Eppure si parla della Val Canneto, di Prati di Mezzo e de Le Mainarde, cioè di una catena rocciosa dolomitica, sì proprio geologicamente dolomitica, con cime bianche che si arrossano la sera del fenomeno tipico delle dolomiti trentine come il Monte Meta di 2242 m, il Monte Petroso di 2249 m, Rocca Altiera di 2016 m, Monte Serrone di 2000 e Monte Forcellone di 2030 m. e tante altre, innumerevoli vette, che si collocano su un’altezza tra i 1850 e i 2000 metri e che non cito. Qui, nell’incomparabile scenario, il Sentiero Natura si snoda per gli amanti del trekking come una spina dorsale tra prati e faggete antiche. Qui tra i tanti imperscrutabili e suggestivi percorsi tra boschi, sulle rive di fiumi e di laghetti sembra che vivano, a ben cogliere, anche gli elfi, e fate e streghe, proprio come quelle che si vanno poi a cercare, chissà perché, dentro le pagine de “Il Signore degli anelli”. Ecco le insidiose e sfidanti pareti verticali per rocciatori arditi! Ecco la scoperta di ruscelli e cascatelle, come lo Stramazzo, lungo il tumultuoso fiume Melfa o salendo ai 1700 metri de Le Forestelle, o di un laghetto non segnalato sulla mappa: emozioni vive che ho voluto far provare come uno sfidante stimolo senso-percettivo agli oltre 100 ragazzi della scuola primaria C.Goldoni di Latina. Camminando in altura sui delicati tappeti fioriti di scille e zafferano, in collaborazione con le sempre disponibili Guardie della Sorveglianza del Parco, a metà maggio con i ragazzi abbiamo vissuto in diretta il dimoiare delle nevi. La Val Comino, distesa a ferro di cavallo sotto il promontorio di Picinisco, è disseminata di paesi, con numerose sagre estive, feste pastorali e degli emigranti, botti esorcizzanti e scoppiettanti fuochi pirotecnici a tutte le ore. La Valle ha i suoi teatri in piazza e gli echi dei concerti che risalgono dal fondovalle fin sul cortile di casa mia. Dall’aia di una fattoria sottostante la fisarmonica suona per chi? Non è un turismo di divertimento questo, ma di riposo, di sano sport montano per chi lo voglia praticare, ma anche di cultura. Chi ama la storia può scegliere tra il Museo di Atina ed uno dei tanti Castelli medioevali, oppure mettersi sul tracciato della Linea Gustav del 1944 che porta proprio fin dentro la grande grotta-cantina di casa mia dove i tedeschi hanno lasciato tracciata col gesso la frase “Wein trinken, halt!”. Ma questa è solo una microstoria privata! Chi ama e pratica la spiritualità può scegliere uno dei tanti santuari famosi, dalla Madonna di Canneto sulle rovine del tempio della dea sannitica Mefiti del III sec. a.C. al molto frequentato, benché senza patenti di ufficialità e invero anche un po’ contrastato, Bambino Gesù di Gallinaro, frequentato da migliaia di persone in cerca di… qualcosa ogni domenica, all’illustre e tormentata Abbazia di Cassino a soli 20 km, a tanti altri siti minori. Chi ama l’archeologia può imbattersi in qualche reperto sannita o volsco o romano. Secondo alcuni archeologi sorgeva proprio qui a Picinisco, 2300 anni fa, una delle capitali dei Sanniti, Aquilonia (a Rocca degli Alberi sopra S.Gennaro) e verso la frazione di Colleposta c’è un posto ancora denominato “Campotrivolte” dove infuriarono, secondo le descrizioni storico-topografica di Tito Livio, ben tre battaglie tra i Sanniti e gli invasori Romani. E c’è da vedere l’importante e poco conosciuta necropoli di S.Biagio Saracinisco. Valle, terra di scrittori e musicisti! Tra i primi ricordo David Herbert Lawrenz che abitando alle Serre di Picinisco con l’amata Frieda nel 1919, suggestionato dalla rustica bellezza del paesaggio invernale, vi ambientò il rivalutato romanzo “The lost girl / La ragazza perduta” (ed.Mondadori) o Giustino Ferri nativo di Picinisco e autore de “La Camminante”. Tra i musicisti contemporanei come non ricordare il flauto magico di Severino Gazzelloni di Roccassecca (il paese natale di S.Tommaso d’Aquino) e tra i magnati, assai riconoscenti verso le proprie radici, il famoso emigrante Charles Forte (Carlo Forte da cui Carloforte in Sardegna) che è di Casalattico e poi… anche l’economista e attuale governatore della Banca d’Italia, A. Fazio, che è di Alvito e si incontra spesso a passeggiare curvo sotto i suoi pensieri, che devono essere gravi, nello scenario piciniscano. Dalla piazzetta si possono ammirare dei tramonti mozzafiato, specie nelle serate invernali quando spira la tramontana. Se poi avete il gusto di inseguire storie di spettri e di briganti, qui siete proprio nel posto giusto! Al Montano di Picinisco, parco anche ben attrezzato di giochi per bambini, è conservata la secolare pietra circolare dove fu deposto il corpo fucilato del brigante A.Fuoco, non meno famoso del contemporaneo Fra Diavolo… Insomma ce n’è per tutti i gusti, anche tralasciando quelli culinari dei prodotti tipici di olio, vini (cabernet, maturano), pecorino piciniscano particolarmente pregiato e famoso nel mondo e ormai vicino al giusto riconoscimento del D.O.C.G. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui vi propongo di trascorrere alcuni giorni di serena vacanza in una Valle che ormai pullula di bad end breach fast e di comodi agriturismo e che non deluderà neanche le vostre esigenze di serata dedicabili all’Atina Jazz Festival, a quello Internazionale del Folklore o da vivere in distensione in una qualsiasi delle cento piazzette di paese. Una settimana così, per ricaricare le pile, a chi non si raccomanderebbe? © di: Sergio Andreatta