14th Mag, 2009

Alpini bonificatori

                             

 

 

“Prendi le mie mani per favore e mettile sul petto /
Ho un difetto spingo troppo contro vento /
Guardali dall’ alto sono tutti quanti piccoli /
Apri le tue ali e poi /
Senti che profumo c’è… da ora /
Sboccia la primavera già a Latina ”

 

 

 

Tiziano Ferro, Latina
 

 

www.andreatta.it – fotogallery 

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L’appena conclusa 82ª Adunata è stata l’occasione per celebrare, proprio qui a Latina, i 90 anni di storia dell’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.). Un’immensa famiglia. In questi giorni tutti, latinensi e ospiti, hanno potuto rendere omaggio al Labaro carico di 207 medaglie, simbolo di elevato e assoluto valore e di dedizione al dovere.

Nel suo messaggio di saluto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un passo, ci aveva rappresentato:

“I veci che recentemente abbiamo ammirato per l’abnegazione ed il coraggio con cui sono intervenuti per fornire soccorso e sostegno alle genti d’Abruzzo, costituiscono esempio e guida per tutti gli uomini e le donne della specialità che servono l’Italia nelle missioni internazionali per la stabilità e la pace…”.

E voglio valorizzare anche le memorabili parole del primo cittadino Vincenzo Zaccheo che, in una cartolina che accompagnava la consegna del tricolore nazionale ad ogni alunno/a, aveva scritto:

“La nostra comunità è nata dalla fusione armonica tra genti, civiltà e culture diverse. Le nostre radici affondano proprio in quei valori che gli Alpini rappresentano. Molti dei bonificatori che 77 anni fa scrissero nel nostro territorio la più bella pagina di umanesimo del lavoro che la storia ricordi, erano proprio Alpini…”.

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Freundschaft ist Frieden“, l’amicizia è pace.

E poteva mancare, questa più importante bandiera, alla sfilata pontina che si è snodata lungo i tre Km. di Corso della Repubblica? Mi porto ancora nel cuore gli echi dei cori di montagna, gli stessi che, da bambino al podere, si imbastivano intorno al grande tavolo della cucina. Su quelle note ben modulate, con quelle vibrazioni emotive intense, dopo una giornata di duro lavoro sui campi o nel dopolavoro dell’Enal che gestivamo al borgo, rimontava dentro tutta la nostalgia dell’Altitalia, del paese veneto, della Cà granda Andreatta pur rimasta abbarbicata con le sue radici e con i suoi rami più estesi nell’eroica ma ancora vistosamente martoriata Pedemontana del Grappa. Sergio Andreatta

                    

 

 

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Commenti

Vivi complimenti, direttore Andreatta, per come ha seguito puntualmente le nostre vicende alpine di questi giorni a Latina.

Le vostre vicende, caro Piva, sono anche le nostre almeno attraverso la memoria dei padri. Dopo il Corso di complemento “Fanteria, varie armi”, io mortaista da 120 sarei potuto andare, a richiesta, in un reparto Alpini come hanno fatto alcuni corsisti del Veneto e del Piemonte. Mi hanno trattenuto, invece al III/17 Battaglione Acqui e poi, nell’Ufficio Studi e Programmazione sempre della Scuola di Cesano di Roma. Ciò malgrado la mia sensibilità “politica” non è stata mai “militaresca” o di destra, malgrado gli importanti antecedenti di mio padre. In ogni tempo ognuno deve aver il diritto di esprimersi in autonomia personale per come pensa, anche in discontinuità familiare con suo padre senza che con ciò venga meno l’intenso e indiscutibile legame degli affetti.

Concordo. Fatti salvi gli affetti, le idee possono cambiare. Cambiano i contesti e le situazioni politiche perchè non potrebbero cambiare le sensibilità politiche. Mica si ereditano, no?

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