Mentre in contemporanea, nella stessa mattinata, arriva a Latina il Presidente della Repubblica C.Azeglio Ciampi per la prima volta in visita alla Città capoluogo della provincia pontina (* in calce riporto un frammento significativo del suo discorso), nell’Aula Pacis del IV Circolo didattico di Latina il dirigente Sergio Andreatta, amico dello scrittore, e la Comunità scolastica accolgono Stanislao Nievo. L’incontro, programmato da tempo, va a concludere un percorso di studio all’interno degli itinerari proposti dai “Parchi Letterari”, importante e innovativo istituto culturale creato da Nievo nel 1990. I ragazzi della Carlo Goldoni partecipano allo straordinario evento in un susseguirsi, anche tumultuoso, di emozioni. Intervistano l’autore e quasi lo assaltano alla fine per strappargli il prezioso autografo. Stany non si barrica, anzi si fa travolgere dall’empatica onda. Qualcosa di importante è accaduto, da ricordare in futuro quando si sarà diventati grandi.
(In foto Roberto Perticaroli, Gabriella Volino, Consuelo Nievo, Sergio Andreatta, Stanislao Nievo, Maurizio Tartaglione)
Al termine di un percorso dei “Parchi Letterari” che ha previsto uscite conoscitive sul Territorio pontino (Satricum, Fogliano, altri siti…) si realizza l’intervista degli alunni delle classi IV e V della C. Goldoni al famoso scrittore. Nell’ambito dello stesso progetto gli alunni delle V di Borgo San Michele agiranno il 4.06.2005, alle ore 18,30, nel Giardino di Villa Fogliano:“Nostos” Il Ritorno, tra odissee e nostalgie, una sorta di viaggio letterario sentimentale.
L’occasione odierna è ghiotta per un’intervista dei ragazzi allo scrittore:
– D.: E’ vero che Lei è vissuto in Agro Pontino??
– R.: Eh, sì, ho avuto un’infanzia “itinerante”, trascorsa fra Milano, il Friuli, e, quindi, l’Agro Pontino, a Borgo Montello precisamente dove ho anche frequentato le scuole elementari. Ero un ragazzo normale, saltavo, urlavo, facevo i versacci delle scimmie…come voi. Mi piaceva entrare nel recinto, allora abbandonato, di Satricum, entrare nei boschi. A Roma ho frequentato il Liceo classico e dopo qualche anno di università, scienze naturali, sono partito per conoscere il mondo. Ho fatto tanti mestieri: dallo scaricatore di porto al mozzo sulle navi, al raccoglitore di frutta, all’operaio al professore di Italiano. Ho poi viaggiato in lungo e in largo per l’Europa e per l’Africa dove ho visto la cosa più atroce:il reclutamento degli eserciti bambini. I bambini-soldato… Ai bambini si danno fucili, e non libri, per mandarli – invece che a scuola – a combattere. Naturalmente un bambino, con un’arma in mano, pensa subito d’esser grande
– D.: E quando ha cominciato a scrivere?
– R.: Tutto è cominciato con il giornalismo. Al romanzo sono approdato in seguito, con «Il prato in fondo al mare», dopo una complessa ricerca svolta sul mio antenato Ippolito Nievo. Volevo capire dove e come si fosse inabissata di preciso (lui sparì in mare fra Palermo e Napoli, nel periodo dell’impresa dei Mille, alla quale partecipò) la nave su cui, misteriosamente, morì. Dopodichè ho pubblicato altri libri…Il terremoto del Friuli ha distrutto la mia casa e quindi, per me è stato un drammatico episodio da narrare . Successivamente ho inventato i “Parchi Letterari”, per preservare la cultura letteraria nonché le località che hanno ispirato i grandi scrittori o poeti. Il mio obiettivo, naturalmente, non è solo mantenere intatta la caratteristica di quei luoghi com’erano, ma anche cercare di difendere la loro storia.
– D.: Perché scrive?
– R.: Perché è uno dei bei mestieri della vita. Un’opportunità
– D.: Qual è il suo ultimo libro?
– R.: «Gli ultimi cavalieri dell’Apocalisse» per i tipi della Marsilio Editori che a voi, ragazzi, però non raccomando, se non per il messaggio: il racconto “profetizza” una nuova speranza, che vorrei riassumere così: qualunque sia la ragione per cui ciascuno di noi soffre, ci possiamo amare gli uni con gli altri. – D.: Lei scrive poesie?
– R.: Sì, ho pubblicato tre raccolte. La poesia è una scala verso il cielo, che ci permette di volare con lo stesso vocabolario che usiamo quotidianamente per parlare. Anche se, rispetto al linguaggio di ogni giorno, in una lirica c’è meno sintassi e qualche parola in più …
– D.: Fra i poeti italiani e stranieri, del passato o del presente, quali sono i suoi preferiti?
– R.: Fra i contemporanei citerei di sicuro Mario Luzi, che mi è stato anche amico. E, per nominare un’altra grande attuale che frequento, Maria Luisa Spaziani. Ma vorrei che gli autori italiani, i narratori in particolare, si dedicassero non soltanto alle situazioni sentimentali e sociali particolarmente disagiate. Penso ad una scrittura in grado di staccarsi da un realismo eccessivamente pratico.
* Frammento del Discorso del Presidente della Repubblica tenuto a Latina il 26 maggio 2005:
“A Latina, il cui territorio paludoso e malsano fu reso fertile e generoso di frutti dagli sforzi di generazioni contadine, originarie di diverse regioni d’Italia, unite dalla comune passione per il lavoro; a Latina, la cui popolazione subì sofferenze gravissime durante la seconda guerra mondiale, che valsero giuste onorificenze ai gonfaloni di 14 dei suoi Comuni; a Latina, oggi ricca di industrie, famosa per la bellezza delle sue coste, dei suoi parchi e giardini; a Latina il mio augurio di buon lavoro che assicuri alla sua popolazione operosa accresciuta prosperità”. Carlo Azeglio Ciampi