16th Ott, 2009

Tutti volevano sapere se Andreatta…

  

Scuola e società: Tutti volevano sapere se Andreatta*, il primo dirigente scolastico nato a Latina, il decano dei dirigenti del Lazio e forse d’Italia, sarebbe stato costretto dai molti suoi anni di servizio al “pensionamento coatto” o no.

 

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Incontro questa mattina al M.I.U.R.. Dopo tre decreti qualche chiarimento. Rispetto all’applicazione del comma 11 dell’articolo 72, L. 133/2008, che riguarda la possibilità di pensionamento, con 6 mesi di preavviso, del personale che abbia maturato 40 anni di contribuzione, ma che non abbia il requisito dei 65 anni di età (è il caso del 62 enne, dirigente scolastico del IV Circolo didattico di Latina prof. Sergio Andreatta con 43 anni di servizio, due all’ENAOLI e ben 41 di ruolo nello Stato di cui 31 da direttore-dirigente), la situazione sembrava ancora interlocutoria.

            Già molti nell’ambiente scolastico pontino, e soprattutto quelli che si propongono a suoi successori, si chiedevano se il noto dirigente scolastico decano, vicino al pensiero del governatore Draghi sul pensionamento, sarebbe stato costretto a lasciare il suo ufficio dirigenziale dalla recente legislazione sul “pensionamento coatto” a “colpa” del suo precoce inserimento nel mondo del lavoro.

           

 

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L’informativa data proprio questa mattina ai Sindacati e all’ANP nel corso di un incontro al M.I.U.R., Dipartimento per l’istruzione, sembra assicurare, invece, che il pensionamento, tra l’altro da annunciare con un preavviso di sei mesi, potrà essere disposto soltanto in presenza di esuberi a livello regionale o in presenza di valutazione negativa, adeguatamente documentata “a condizione che siano state attivate le procedure di garanzia previste dall’art. 37 del CCNL dell’Area V”.

            In tutti gli altri casi i presidi dovranno essere mantenuti in servizio fino al compimento del limite massimo di età (gli ordinari 65 anni) o, a domanda di proroga se non hanno compiuto il massimo di servizio, fino ai 67 anni di età.

            L’Amministrazione eserciterebbe, quindi, il potere di risolvere il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici che abbiano maturato i 40 anni di contributi solo nel caso in cui esista per gli stessi una situazione di esubero a livello regionale [situazione che non si verificherà per il prossimo anno 2010/’11 non soltanto nel Lazio ma in nessuna regione d’Italia] o che si sia in presenza di una valutazione negativa “con adeguata e puntuale documentazione, la consistenza e la qualità del servizio prestato”.

            Ecco, finalmente, un po’ di necessaria chiarezza per gli interessati che sono migliaia in tutta Italia.

            Ma sembrerebbe che, anche per negare lo stesso mantenimento in servizio a domanda fino ai 67 anni di età, l’Amministrazione dovrà rispettare le due medesime condizioni.

            Naturalmente il sottoscritto che si è battuto fin dall’inizio con azioni e articoli e promuovendo sulla Rete uno scambio di opinioni per un sergio-andreatta-intervistato-da-radio24.jpgammorbidimento del provvedimento sul cosiddetto “pensionamento coatto”, ingiusto verso la dignità della persona e ingrato verso il know-how professionale acquisito, non può che dichiararsi soddisfatto ora dell’interpretazione ministeriale e affidarsi ad una coscienziosa autoanalisi per il miglior… addio alle armi. Quando sarà. 

* (vincitore del concorso ordinario per direttore didattico bandito dal Min. P.I. con il D.M. del 28.01.1977) 

© – Sergio Andreatta – Riproduzione riservata.

Commenti

re: Tutti volevano sapere…

fermo restando le normative che hanno chiarito il problema, sarebbe giusto che gli interessati, avendo maturato i 40 anni di servizio, anche se non avendo raggiunto i 65 anni di eta, lascino spontaneamente il servizio, in modo che i loro posto venga preso da altri dirigenti e creando cosi posti di lavoro.
sicuramente la preparazione degli interessati, avendo trascorso tanti anni sul campo, è profonda, ma ricordiamoci che in Italia vi è un problema che si chiama lavoro.
quindi non si chiede di lasciare prima dei 40 anni di servizio ma almeno al raggiungimento.

Mara Nasso segnala.

Gentile Dott. Andreatta,
ho letto casualmente la sua riflessione sui pensionamenti coatti. Anche mia madre appartiene alla schiera dei “baby” pensionati, avendo maturato il “colpevole” requisito dei 40 anni di servizio, pur avendo soltanto 61 anni. Lei ovviamente rifiuta di accettare questo ottuso provvedimento legislativo che ha sostanzialmente infranto un sogno che ha cullato per tanti anni: divenire dirigente. Vincitrice dell’ultimo concorso bandito non riuscirà nemmeno a completare il triennio che scadeva nel 2010. Fino adesso il cautelare davanti al giudice del lavoro non ci ha dato ragione. Però non intendiamo rassegnarci: la scuola è tutta la sua vita, ha speso una vita per realizzare questo sogno! Se può aiutarmi la prego di farlo. Anche mia madre ha letto la sua riflessione su internet ed ha trovato in lei qualcuno capace di comprendere il suo disappunto.
La ringrazio
Mara .

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