19th Ott, 2009

Quali sono gli Insegnanti di cui ti ricorderai da grande?

Quali sono gli Insegnanti di cui da grande ti ricorderai?

Eccoli secondo Michelle Obama.

di Sergio Andreatta

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L’attimo fuggente è un film del 1989, diretto da Peter Weir. Nel bel  film, ambientato nella severa accademia maschile di “Welton”, in Vermont, alla fine degli anni cinquanta il professor Keating (Robin Williams) insegna ai suoi allievi l’anticonformismo, stimolandoli a pensare con la propria testa ed a non farsi influenzare dal pensiero degli altri. In realtà il professore li aiuta a crescere, portandoli a risolvere da soli i loro dubbi, giovandosi della letteratura e della poesia americana di Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau e Walt Whitman. Il professor Keating era certamente un “ insegnante speciale”.

obama_michelle_sito_casa_bianca-400×300.jpg“Ci ricordiamo tutti quale impressione profonda ci abbia lasciato un insegnante speciale, quello che non ci ha abbandonato alle nostre lacune, quello che ci ha incoraggiato e ha creduto in noi quando dubitavamo delle nostre capacità. Anche dopo decenni ricordiamo come ci faceva sentire e come ci ha cambiato la vita. E’ comprensibile quindi che gli studi dimostrino come il dato che influenza di più il rendimento degli studenti sia la capacità dei loro docenti”.

Michelle Obama lo scrive in un articolo che sarà pubblicato nel prossimo numero di novembre della rivista “U.S. News & World Report”.

Da chiedersi, allora, quali siano le doti che rendono un insegnante davvero “speciale”? In parte si evincono, ma vediamo quale sia il pensiero della First Lady americana: “energia illimitata e altrettanto sconfinata pazienza, capacità di visione e capacità di lavorare per obiettivi, creatività per aiutarci a vedere il mondo in modo diverso e dedizione al compito di aiutarci a scoprire e sviluppare il nostro potenziale”. Una delle più grandi soddisfazioni per un insegnante può essere ricevere ancora, dopo oltre quarant’anni, una cartolina da A.G., tremendo allievo calabrese all’E.N.A.O.L.I. di Mercogliano. Da uno schiaffo dato (1968), secondo il suo credo pedagogico alla Makarenko del “Poema” per distorglielo dalla furiosa lite scatenata sul campo di calcio, all’instaurarsi di un intenso rapporto educativo. O, ancora, venire scovato da un importante funzionario della Digos che entrando nel suo ufficio, prima di abbracciarlo, così lo apostrofa:“Maestro Andreatta? Sergio Andreatta? Non mi riconosce? Sono M.B., non fosse stato per lei sarei diventato il peggior delinquente di Aprilia”. Per lui ero rimasto il maestro (1975) che lo aveva sostenuto in una svolta determinante della sua vita.

A ben vedere, scrive la consorte del presidente americano, “sono le qualità di un grande leader”. Perché, anche se non tale considerato dalla società italiana attuale, un buon insegnante resta ancora oggi anche da noi un leader, forse un grande leader fondamentale per la storia personale di ognuno, un solido termine di riferimento per le famiglie. Un professionista non da sottostimare e sottopagare che dovrebbe, quindi, venire diversamente retribuito per i suoi valutati meriti da un più gratificante status giuridico ed economico.

Questa strada diventa ogni giorno di più obbligata. Servirebbero, per ciò, più insegnanti con queste caratteristiche perché, dice sempre Michelle citando il marito Barack, nell’economia globale del XXI secolo una buona educazione non è più soltanto una delle strade possibili: “è l’unica strada possibile”, perché è la prima condizione per il successo anche economico di un Paese.

© Sergio AndreattaRiproduzione riservata.

Commenti

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Really, Jim?

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