“Scherzi” divertenti a teatro
Con gli “Scherzi” di Anton Cechov
da Grottaferrata: Eliana Rossi
La Compagnia “I Nuovi Istrioni”, diretta da Paolo Ferrarelli, ha voluto offrire al pubblico quei racconti divertenti e poco conosciuti dai lettori, che si discostano dai famosi capolavori cechoviani come “Il Gabbiano”, “Zio Vanja”, “Le tre sorelle”, “Il giardino dei ciliegi”. La prima, tenutasi il 18 febbraio u.s., presso il teatro “Piccolo” di San Nilo (Istituto Benedetto XV – Via del Grottino – Grottaferrata – adiacente all’Abbazia di san Nilo), si è rivelata un vero successo con il folto pubblico in sala che seguiva con vivo interesse la rappresentazione comprendente i quattro atti unici: “Il tabacco fa male”, “L’Anniversario”, “La promessa di matrimonio” e “L’Orso”. Tra il 1884 e il 1891, Cechov scrisse per il teatro otto atti unici o vaundevilles, nei quali la dimensione narrativa o il monologo sono delineati da una scrittura leggera e vivace che tratteggia i personaggi in modo preciso, cogliendo nel breve spazio della situazione, le loro angosce, speranze e i loro più intimi pensieri. Laureato in medicina, Cechov esercitò la professione solo saltuariamente, in occasione di epidemie e di carestie; così tanto per ingannare il tempo scriveva per diletto, per far divertire le persone e, ci riusciva visto che i suoi atti unici erano talmente famosi da essere contesi tra gli attori delle varie compagnie teatrali, che li interpretavano durante gli intermezzi. Ed è un Anton Cechov da giovane (Tiziano Di Sora) che introduce i vari atti, un ragazzo che si ritrova nella pace del bosco accompagnato da figure immaginarie che animano i suoi pensieri, quegli stessi personaggi che diventeranno in seguito i protagonisti delle sue storie. Ne “Il tabacco fa male” si ride della tragedia di un uomo ossessionato dalla moglie, che lo priva dei sentimenti più profondi, rendendolo un naufrago di un’esistenza mai vissuta. Ne “L’Anniversario”, l’ironia di Cechov si fa sempre più intrigante, fino a smascherare il potere di una classe dirigente che si nasconde dietro ampollose formalità, in contrasto con la realtà popolare costretta a sbarcare il lunario tra miseria e frustrazioni. “La promessa di matrimonio” vede l’incontro di due solitudini che vorrebbero promettersi amore eterno, ma al primo accenno di discussione la situazione degenera a colpi di cattiverie e di recriminazioni, per giungere ad un lieto fine irrimediabilmente fittizio. Ne “L’Orso” si assiste all’eterno tema dell’amore come passione travolgente. È questa la storia di una vedova che, nonostante desideri rimanere per sempre lontana dal mondo, si innamora di un creditore del defunto consorte. Ricco di colpi di scena questo atto unico è sapientemente arricchito di dettagli secondari che ne aumentano il valore. Negli atti, Cechov tratta quelle situazioni che si vivono nella quotidianità, ma è proprio nel paradosso, nell’esasperazione a cui giungono i personaggi che scaturisce la risata, lunga, liberatoria, perchè in quei comportamenti che rasentano il grottesco si ritrovano figure conosciute, stereotipi universali. Un’attenzione particolare meritano i valenti attori del cast, che con la loro professionalità sono riusciti a calarsi nella parte dei personaggi con disinvoltura magistrale, ci fa piacere menzionarli in ordine di apparizione: Tiziano Di Sora, Paolo Ferrarelli, Giampaolo Soldano, Laura Rita Zingale, Saverio Calabretta, Valeria Amato alla quale è stata affidata la direzione di scena e l’immagine grafico-pubblicitaria, Massimo Morandini, Giulia Rossi, Peppuccio Mazzullo, Marina Mercuri, aiuto regia, che si è altresì occupata delle scene, rigorosamente dipinte a mano, e Sandro Lucarelli. I costumi, ricerca e progetto della stilista e costumista Giorgia Eloisa Andreatta, le cui stoffe e rifiniture sono state scelte con accuratezza, si rifanno all’Ottocento russo e sono stati realizzati da Patrizia De Vellis; perfetto il trucco dovuto all’esperienza di Noemi Natale che ha saputo valorizzare sapientemente le espressioni dei vari personaggi. Il gioco di luci è stato realizzato da Francesco Lucarelli e Christian Camponeschi, mentre la direzione di sala è stata curata da Rita Ferrante e Angela Rosati. Da “CONTROLUCE” (www.controluce.it ), aprile 2007, pag. 15.
Scritto da : Sergio Andreatta
Categorie: