Il vento dei vicoli
di Sergio Andreatta
E’ primavera, ormai
se come un bimbo
crespo di Porta Saracena
si risveglia, oggi, il vento.
Sale pian piano
dalla Val di Comino
viene contento su ad animare
da parete a parete
i vicoli spenti.
Il vento striscia guardingo
giocoso tra i muri
rotti da scosse antiche
di terremoto.
E’ primavera, ormai,
quando si ferma
davanti agli usci
dagli architravi di pietra
e lì a quelle soglie chiede
invano che gli s’indichi la via…
Pensieri di vita, pensieri di morte
nei discorsi insecchiti di un paese
e spegne il suo sguardo
sopra il pianto di un muro:
“Post phata (fata) resurgo!”
Anch’io saprò alzarmi
dagli avversi destini,
m’alzerò dopo le mie cadute.
Sursum! Ascolta la sua voce che legge
e vola in alto nel vento
fin sulle cime elevate
delle rocciose Mainarde.
In alto volano i pensieri
che generano gli echi
senza incagli essi vanno
a sostenere le ali
volatrici delle aquile.
© Sergio Andreatta