Quando le Suore Alcantarine s-vendono anche… l’invendibile.
A raccontarla questa storia non sembrerebbe vera, non ci si crederebbe. E invece …
(A seguire: nota a precisazione del Sindaco del Comune di Latina).
Siamo al centro di Latina, a non più di 50 m. dal recinto dei Giardinetti, ora chiamati non senza retorica “Parco A.Mussolini”; a soli 200 m. dall’alto obelisco di marmo bianco dove, con una celebrazione commemorativa di alto valore simbolico che si ripete tutti gli anni, il 4 novembre scorso è stata deposta una corona a ricordo dei militari pontini caduti in guerra. Ebbene proprio in questa area, in Via Cesare Augusto ai confini con le scuole di Via Tasso (V Circolo didattico), c’è stato chi ha venduto, o a tentato di vendere, una superficie edificabile di ben 5.000 metri (4.749 per l’esattezza) di altissimo pregio urbanistico all’irrisoria somma, che quasi tutti si possono permettere, di 156.800 euro. E qui mi accorgo per la prima volta di avere perso l’affare del secolo, io come tutti i cittadini di Latina. Ma, a parte l’ironia, che cosa è successo di tanto grave? Che l’ordine religioso proprietario del lotto che aveva avuto in regalo nel 1963 dal Comune di Latina o meglio, se non proprio regalato, al prezzo puramente simbolico di 25 lire al mq. (L.188.725 totali) alla precisa condizione (art.8 del Contratto del 4.05.1963) che si adoperasse a costruire un asilo-studentato, una scuola materna sul tipo funzionale di quella di S.Marco, si è dapprima eclissato da Latina e dopo vari tentativi nel 1988 di costruire “altro” ha ceduto il 27 gennaio scorso (con atto davanti al notaio Nicola Riccardelli) l’area e la licenza a privati (La Società “An.Ci.srl” il cui amministratore unico sembra essere tale Angelo Polizzi) per quella incredibile somma di 156.800 euro. Pochi spiccioli per un’area così estesa e di assoluto e preminente pregio urbanistico… Capite? Ma non è neanche questo il punto, quello speculativo e venale, dell’affare tentato. Ben oltre, infatti, lo stimato e registrato valore immobiliare, da cattolico mi spiace molto per le Suore Terziarie Francescane Alcantarine perchè, nella loro sprovvedutezza, lo scandalo da loro combinato è davvero grosso, anche per una coscienza assonnata che non fosse, come dovrebbe essere profonda, come quella delle religiose. Immaginarsi, quindi…E chi saprà mai, poi, quale scatola cinese o quale scheletro si potrebbe ancora celare dentro quest’armadio? Che cosa c’è dietro? Se queste suore volevano davvero solo incassare una sommetta interessante per le loro opere di congregazione, (magari anche il doppio o, forse, il triplo), perché non hanno riofferto quell’area al Comune da cui l’avevano benevolmente avuta volendo anche considerare l’esistenza di quei vincoli originari? Era da un po’di tempo che si coglievano in giro varie dicerie in proposito e, così, alcuni mesi fa avevo interessato della faccenda alcuni consiglieri comunali, anche dell’opposizione come l’avv. Giorgio De Marchis in occasione della presentazione dell’ultimo libro su Ponza di Paolo Iannuccelli cinque mesi fa. Le dicerie si sono rivelate in seguito tutte vere, purtroppo. Ora il Comune di Latina, meglio la sua Giunta esecutiva, il 20 ottobre scorso ha cercato di parare il colpo basso deliberando, a buoi usciti dalla stalla, di dar incarico all’avv. Francesco Di Leginio dell’avvocatura comunale affinchè si opponesse all’atto di compravendita (Suore-An.Ci srl) e cercasse di ottenerne il suo annullamento per il mancato rispetto della clausola di cui all’art.8. Ma ci riuscirà, l’avv. Di Liginio, nell’interesse non solo urbanistico ma anche morale di un’intera città? Non resta che aspettare la prima udienza del processo fissata per il 6 marzo del 2007. Intanto un mio amico, forse con riferimento anche al comportamento delle suore, argutamente commenta: “Non c’è più religione!” Già…, perchè religione, da “religio”, era da sempre il legame più antico che unisse mai tra sè e sè una parte con l’altra di una comunità. Legami morali che, se non si sono dissolti del tutto, sono andati miseramente infiacchendosi in questa occasione. Sergio Andreatta
Asilo-studentato “Suore Alcantarine”, precisazione del Comune di Latina (Data:08/11/2006) Dichiarazione del sindaco on.le Vincenzo Zaccheo in relazione alla vicenda dell’asilo-studentato dell’Istituto Religioso delle Suore Francescane Alcantarine:
“L’Amministrazione Comunale si è attivata per risolvere l’annoso problema del terreno ubicato in Via Cesare Augusto ceduto nel 1963 al prezzo simbolico di Lire 188.725 all’Istituto delle Suore Terziare Francescane Alcantarine per la realizzazione di un asilo studentato. La questione della realizzazione di tale intervento dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato del 1971 è rimasta sostanzialmente inattuata per essere riesumata dal Comune di Latina nel Novembre del 1988 con la deliberazione consiliare n.139 in cui si dava atto che l’istituto Suore Alcantarine non aveva ottemperato agli obblighi stabiliti nel contratto in ordine alla realizzazione di tale intervento. Nel momento del mio insediamento ho inteso riprendere la questione al fine di trovare una soluzione che consentisse di mantenere una adeguata risposta all’interesse pubblico manifestatosi nel 1963 con la cessione del terreno a prezzo simbolico e nel contempo offrire all’istituto delle Suore Terziarie Alcantarine una adeguata opportunità per definire il loro progetto, anche in considerazione dell’avvio della progettazione delle cosiddette “Porte della Città” in cui tale terreno assume una rilevanza di pregio non solo urbanistico ma anche di tipo economico. In tal senso vi sono stati degli incontri informali con l’istituto religioso, e da ultimo il data 4 novembre 2004 vi è stato un confronto sul piano tecnico con la Madre Superiore, Suor Veronica, in cui sono state elaborate delle ipotesi di soluzione onorevole del conflitto per entrambi le parte. A tale incontro non ha fatto seguito alcuna risposta dell’istituto religioso che inopportunamente ha proceduto in data 27 gennaio 2006 a cedere il terreno ad una società privata senza peraltro mettere al corrente l’Amministrazione di tale volontà ancorché l’art. 8 del contratto sottoscritto in data 4/05/1963 prevedesse espressamente la clausola permanente di non alienazione a terzi del terreno oggetto di compravendita. L’azione intrapresa in sede giudiziale dall’Amministrazione Comunale, ancorché sofferta perché diretta ad annullare una iniziativa che il consiglio comunale nel 1962 aveva ritenuto meritevole per l’elevato contenuto sociale, costituisce un atto dovuto per la tutela degli interessi pubblici cui l’ente è titolare, soprattutto in una questione che ha visto un terreno di proprietà comunale ceduto ad un prezzo estremamente simbolico che oggi ha certamente sul piano economico una rilevanza di grande effetto. Pertanto pur avendo iniziato tale azione giudiziaria, l’Amministrazione è attenta e disponibile nei confronti dell’istituto religioso a qualsiasi soluzione che non sia speculativa e che tenga conto dei rispettivi ruoli e delle finalità da entrambi perseguite”.