14th Mag, 2006

La mia libertà

(L’ippopotamo-mascotte in giro per Latina e che… parla straordinariamente in prima persona).

In me non è mai morto il sentimento della libertà, anche quando ero in cattività, e ormai lo sono da vari anni.
E’ vero mi hanno lasciato la libertà di dire ma solo perchè non mi capiscono per niente e non si possono offendere da quello che dico.
Quindi per me la libertà non è la libertà di dire, questa me l’hanno concessa da sempre, sia pure solo per i loro limiti…
La mia libertà sarebbe quella di un’altra sorte, diversa da quella che mi è capitata, la libertà di avere quella giustizia che mi è stata sottratta, la libertà di godermi la mia Africa, con i suoi pascoli, i suoi fiumi, le sue piante di baobab, i suoi orizzonti, la libertà basata sul sistema naturale di vivere senza dover aver sempre e necessariamente il coraggio di sopravvivere a se stessi, il foraggio per vivere dentro circhi e giardini zoologici camuffati da bioparchi.
La libertà di godere di quei beni e di altri naturali previsti dal creatore, come quello di scopare in libertà senza i limiti, i controlli o le costrizioni morali imposti dagli umani.
Questa sì che sarebbe libertà, ma questa libertà è confinata ormai solo nel mio regno dei sogni!
La mia libertà vigilata, come quella di un certo Previti di cui ho sentito in questi giorni qualcosa nella TV dei padroni, consiste in queste due ore d’aria che loro mi concedono e io, ecco, mi vedete brucare liberamente (foto di Sergio Andreatta) come una grossa pecora ammansita nei prati lungo Via Rossetti, tra la curiosità, e più probabilmente la compassione, degli umani…
Ma non mi vedranno lacrimare, travolto da una indomita passione per la libertà, no, non mi vedranno mai farlo senza pudore.
Ho le mie ore della notte per questo quando le catene si percepiscono come più robuste e insopportabili… La notte quando il sogno riesce, però, a trasformare il desiderio in una virtù possibile. © – Sergio Andreatta

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