6th Gen, 2008

Epifania, La festa dei regali dei nonni

La festa dei regali dei nonni 

    

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di Sergio Andreatta

I bambini si sono svegliati, questa mattina, pensando ancora una volta ai doni… a quelli in riparazione messi nelle calze dalla Befana durante la notte. Molti, troppi bambini ormai, sanno senza poesia che sono i nonni a portarli, dopo quelli dei genitori portati da Babbo Natale. Le donne-nonne sono sempre più compiacenti rispetto agli uomini e se c’è stata qualche defaillance quindici giorni fa o reclamo sindacale da parte dei bambini, ecco una loro rappresentante degna, la Befana, che provvede a riparare. La vecchina italiana, in realtà, sta perdendo punti a vista d’occhio e sta per subire un catastrofico 6 a 0 nella sua partita a tennis contro il suo più grande rivale, il panciuto e diabetico vecchio americano, simbolo della più sostenuta sponsorizzazione e del più sfacciato consumismo. Babbo Natale, fine-ottocentesca invenzione pubblicitaria della Coca Cola, sta così soppiantando una delle più antiche e tipiche tradizioni popolari italiane e bene ha fatto “Il Messaggero”, qualche anno fa, a richiedere il ripristino della festa dell’Epifania, da sempre, tanto cara ai bambini dopo un referendum tra i suoi lettori. E pensare che, per la stessa Chiesa, l’Epifania – manifestazione, nei secoli andati, era festa tanto più importante dello stesso… Natale perché a nulla sarebbe valso che Gesù fosse nato se non si fosse anche manifestato a pastori e magi, fatto conoscere  attraverso la predicazione sua, degli apostoli e di Paolo ad gentes, la perpetuazione liturgica dei riti e la selettiva concertazione dei Vangeli operata, oltre due secoli dopo, dal vescovo Ireneo. Nel nulla si sarebbe dispersa, probabilmente, la stessa novella di redenzione se il suo autore, Gesù Di Giuseppe, non avesse volto i suoi passi verso una vita pubblica. Mirabile epìtome di un modo sublime di essere, di apparie e di esistere. 

di: Sergio Andreatta    

 

Commenti

Epìtome: che cosa vuol dire, direttore?

Dal greco “epitémnein”, incidere; dal latino epitome(m) con lo stesso significato da cui deriva anche il verbo trans. “epitomàre”. Viene usato come voce dotta e specifica in filosofia e teologia nel significato di “compendio”. In Gesù, in parole povere, l’essere, l’apparire e il suo esistere costituiscono un tutt’uno tridimensionale. Detto, in questa occasione, per sottolineare l’importanza dell'”epiophania(m)-manifestazione. In notevole “ante litteram” sulle moderne teorie della comunicazione si scopre, così, e si sottolinea l’impotanza dell’apparire. Sergio Andreatta

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