11th Gen, 2008

L’attaccamento ai santini da parte dei mafiosi

Una bibbia per comunicare con i suoi in un linguaggio criptico e tra i 91 santini sparsi dovunque nell’ultima casa che lo ha ospitato, secondo il meticoloso inventario della polizia, c’era anche quello di uno dei rari venerabili… pontini, Pietro Marcellino Corradini.

 

Cardinale di Sezze, illustre latinista, storico e politico di primo piano dello Stato della Chiesa della prima metà del XVIII secolo che sfiorò per un niente il soglio pontificio. Nato a Sezze il 2 giugno 1659 da Torquato Corradini e da Porzia Ciammarucone intraprese gli studi umanistici e la giurisprudenza. Nel 1702 scrisse un libro sulla sua città nativa “De Civitate et Ecclesia setina”.

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“Prima che annotti Corradini è papa” si legge ancora oggi inciso su una lapide in Via Umberto I a Sezze Romano, sua patria sui Lepini a 319 m. slm. sopra le Paludi Pontine, ma il popolo setino non aveva fatto bene i conti con l’oste, rappresentato nel Conclave del 1730 dall’insormontabile veto di un grande elettore come l’imperatore di Austria, che non gli aveva mai voluto perdonare una soluzione diplomatica a lui sfavorevole in una disputa territoriale nel ferrarese. Giovane avvocato e archeologo protetto dal card. Pamphilj era entrato in Curia dove si era messo in luce tanto da godere della stima personale di Papa Clemente XI (1700-1721) e da venire nominato il 7 novembre 1707 arcivescovo titolare di Atene “in partibus infidelium” e il 18 maggio 1712 cardinale, Prefetto della Congregazione del Concilio, protonotario e successivamente nel 1734 vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati fino alla morte, avvenuta a Roma, egli ultraottantenne, l’8 febbraio del 1743 nella sua residenza in via Lata. Il suo corpo venne sepolto nella basilica di S. Maria in Trastevere. Non sono molti a conoscere la storia di questo insigne cardinale, seppure a Sezze l’I.T.C. in Via Cappuccini e a Latina la S.M.S. in Via Amaseno siano due istituzioni scolastiche statali a lui intitolate. Fondatore a Sezze del Conservatorio e della Congregazione delle convittrici della S. Famiglia, ancora oggi esistente con superiora madre Maria Angelica (Istituto Oblate Convittrici del Bambin Gesù, in Via Corradini 19, tel.0773.887162), e sulle cui scuole, in qualità di direttore del I Circolo didattico di Sezze, per 11 anni io ho esercitato per lo Stato la prevista funzione di vigilanza. E nel suo paese natale esiste ancora oggi una località, sul piano prima della Via Appia, “Ponte Corradini” che porta il nome della sua famiglia. Ma è in Sicilia che l’ordine delle suore collegine, fondato dal cardinale nel 1717, ha ancora oggi una presenza molto radicata con i suoi 57 collegi di Maria che “hanno sempre delle foresterie aperte a chi voglia trovare un po’ di tranquillità” come scrive Salvo Palazzolo (ne Il Venerdì di Repubblica, n. 1034, pag. 31). Il 19 maggio 1993, nella cattedrale di Palermo, l’arcivescovo card. Salvatore Pappalardo ha dato inizio al processo di canonizzazione del card. Pietro Marcellino Corradini, che è stato chiuso nella sua fase diocesana, il 17 ottobre 1999 dal nuovo arcivescovo di Palermo card. Salvatore De Giorgi. La causa è passata, quindi, all’esame della congregazione per le cause dei santi  per gli adempimenti successivi… Il fondatore della congregazione, card. P. Marcellino Corradini, già nel 1770 aveva manifestato una speciale predilezione per le “periferie umane”: dalle ragazze povere del suo paese di Sezze agli ignoranti, ai malati e agli appestati della città di Roma, ai neofiti, agli ebrei. Oggi le Suore Collegine, che hanno operato nel 1980 anche la scelta della missio ad gentes, sono in Africa, in Gran Bretagna, Polonia, Messico, Albania, Romania. Ad Enfield (GB) operano da 27 anni tra le famiglie degli emigranti. A noi Suore spetta il prezioso e delicato compito di “sentinellare” sui vagiti dei bimbi che chiedono paternità e maternità significative – dice la superiora suor Paolina – sui gemiti dell’uomo che è in cerca di senso; sull’angoscia delle famiglie che chiedono di ricucire i loro rapporti…-  Davvero singolare che per 250 anni esatti nessuno avesse mai pensato a questo pur insigne esponente della Chiesa della sua epoca come alla figura di un santo…

Ora si sa per certo che, tra i pizzini arrotolati e i 91 santini sparsi per il covo corleonese di Bernardo Provenzano capo della mafia siciliana, ben 73 erano di Gesù con la invocazione scritta di ”Gesù io confido in te” ma tra gli altri, fatto davvero curioso e raro per la stessa polizia, uno era del nostro conterraneo, servo di Dio, card. Pietro Marcellino Corradini di Sezze.

di: Sergio Andreatta

 

Commenti

Storia importante, questa, del cardinale quasi papa. Ma qual è il motivo di così splendido fiorire in Sicilia?

Non conosco le ragioni storiche della vasta diffusione in Sicilia anzichè nel Lazio dove pure, la congregazione era sorta e si è dipanata la vita del cardinale tra Sezze, Roma e Frascati. L’Istituto Bambino Gesù di Sezze (Conservatorio, anche oggetto di una recente lunga disputa giudiziaria tra il Comune di Sezze e la stessa Comunità religiosa) era sorto agli inizi del ‘700 per dare un’istruzione cristiana e scolastica di base, una dote matrimoniale e, quindi, un futuro desiderabile alle figlie povere ma belle del popolo setino altrimenti destinate ad una ben miserevole sorte, quella della vita di strada a Roma. Penso che anche a Palermo e in altre sedi le numerose case siano sorte per gli stesssi nobili motivi, trovando lì le condizioni più favorevoli e i sostegni giusti per una estrogenante espansione.

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