8th Ott, 2010

“Mamma, li Turchi!”. Primo sbarco di clandestini nel Lazio

 

 

 

 

“Mammaaa, li Turchiii!”

Primo sbarco di clandestini, fuori dalle consuete rotte meridionali, sul litorale laziale di Latina. Come più di mille anni fa i loro antenati saraceni. Arrestati cinque egiziani. Sarà rimorchiato ad Anzio l’Amir Sabri.

di Sergio Andreatta  www.andreatta.it

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Mamma, li Turchi! e un brivido di conscia paura. La nota esclamazione risale al periodo delle incursioni saracene in Sicilia e fin sui litorali dello Stato Pontificio: alle prime avvisaglie la gente terrorizzata si terrorizzava e ritrasmetteva a sua volta, come per impulso elettrico, quell’allarme contagioso e quello stato d’ansia inarrestabile che, per un effetto domino,  infiammava tutti al solo sentir nominare i Turchi, gli infedeli, i razziatori. Quando poi, approdati sulle coste, i mori si avvicinavano ai castelli e ai fortini la gente correndo impazzita per le contrade gridava: “Mammaaa, li Turchiii! Eccoli che arrivano! La curiosa espressione folkloristica di profonda paura, che evocava la messa in gioco della sopravvivenza individuale e di quella della comunità, oggi viene studiata dalla socio-semiotica che per le sue analisi parte sempre da uno sguardo empirico sulla realtà dei vissuti sociali e dai meccanismi di comunicazione in rete tra la gente e dalle sue interazioni più curiose e significative. La frase la trovi però citata anche nelle opere che parlano della paura verso gli immigrati e la xenofobia ma, nelle connotazioni moderne, essa ha finito col prendere (così in un’opera teatrale rappresentata da Gigi Proietti) anche un tono ironico. “Mamma, li Turchi!” evoca antiche paure, ancora oggi presenti a livello inconscio, nei confronti dei diversi in generale. “Mamma, li Turchi!” è la frase che ho colto più spesso ieri pomeriggio a Capoportiere (Latina) nelle battute dei molti curiosi che assistevano dall’alto della rotonda alle operazioni congiunte sul barcone clandestino da parte del Nucleo investigativo dei carabinieri, degli uomini in bianco della Capitaneria di porto, dei Vigili del fuoco e di altre agenzie investigative su direttiva del sostituto procuratore di Latina dott. Giuseppe Miliano. In realtà, come si vede anche dalle foto, non si tratta di una semplice grossa barca ma dell’Amir Sabri, un vecchio peschereccio lungo più di 20 m. tutto decorato da incitanti scritte in arabo e da coloratissime e interessanti pittografie. Un vecchio peschereccio a perdere, dotato però di GPS (Global Positioning System), un sofisticato navigatore satellitare per guidare senza margini di errore le rotte marine. Prima dell’ancoraggio di emergenza sulla sabbia,  forse per avaria al motore (era stato visto alzarsi del fumo) alle 5 del mattino di lunedì 4 ottobre sul litorale laziale davanti all’Hotel Fogliano, pare che l’Amir Sabri abbia navigato nel Mediterraneo per una decina di giorni. Da solo, in compagnia, forse trainato da una nave compiacente, non si sa. Tutto ancora da accertare, in precedenza c’erano stati, tuttavia, altri lanci di prova, tre esattamente, dalle parti dell’antica Torre Astura, al tempo dei Frangipane presidio contro i mori, in una zona poco frequentata e poco sorvegliata malgrado il poligono militare al confine tra il comune di Latina e quello di Nettuno (a sua volta città con origini moresche). Test di alcuni scafisti, sicuramente guidati da basisti locali, per monitorare probabilmente la fattibilità, la sostenibilità di un progetto alternativo al supercontrollato terminale di Lampedusa. Ed è la prima volta che approda o si arena da noi un tal “barcone della speranza”. I tanti fermati, venticinque per la precisione, non saranno però tutti perché il barcone dimostra di poterne trasportarne anche il triplo. Ancora nella giornata dello sbarco e il giorno dopo ci si poteva imbattere casualmente per Latina in sospetti gruppetti di sbandati, per lo più di tre giovani che parlottavano francese non sapendo dove esattamente dirigersi, uno di questi a piedi composto da un giovane di bella stazza e da due più giovani e mingherlini lo intercettavo io stesso nei miei tours in bicicletta mentre svoltava da Via Pontinia verso via Tucci per sparire subito dopo forse dentro la protezione di una casa. Povera gente c’è da pensare. Ma tutti senza documenti quelli fermati. Palestinesi? Egiziani? O chi sa chi? E se  infiltrato tra loro si nascondesse qualche pericoloso terrorista? Imbarco, assistenza a terra con persone che sfruttano la miseria (almeno 5000 euro a persona), che speculano sulla cattiva sorte… Il melting pot di Latina e dintorni, con i suoi variabili e precari scenari, col suo crogiolo di etnie ma dove fondamentalmente, per dirla con Sancio Panza (Miguel de Cervantes, Don Chisciotte) non ci sono che due razze “quella di chi ha e quella di chi non ha“, si presta straordinariamente a tutte le ipotesi. In Italia poi siamo soggetti ad una politica contraddittoria che oscilla tra la repressione e l’impotenza (penso ad una praticabile ammissione di quote di immigrati per selezione di requisiti come in Canada). E se tra quella ciurma o in altre passate e future avesse deciso di giocare a nascondino qualche pericoloso terrorista alcaidista? “Mamma, li Turchi!!!© –  Sergio Andreattariproduzione riservata.

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