18th Nov, 2006

Kiwi Latina

Per Gianni Cosmi, presidente del Consorzio di tutela del Kiwi Latina, con il riconoscimento del marchio da parte dell’UE e con la politica di valorizzazione:”Oggi abbiamo acceso i riflettori mondiali sul nostro Kiwi“.

Al Convegno di Aprilia l’ass. regionale alle attività produttive Francesco De Angelis si è detto molto soddisfatto dell’intervento del presidente di Apofruit Italia, Enzo Treossi. Aveva appena preannunciato un forte intervento della società per la valorizzazione internazionale dei prodotti ortofrutticoli del Lazio e particolarmente del pontino.
Il riconoscimento del marchio “IGP Kiwi Latina”, unico per il kiwi in Italia, da parte dell’UE data, del resto, 21 agosto 2004: un grande successo per chi ha creduto fin dall’inizio a questo oro verde come il dr. Ottavio Cacioppo. E tra coloro l’anima, colui che ha scientificamente creduto, incoraggiato, diffuso la coltivazione, colui che ha creduto in un’actinidia di qualità in Provincia di Latina è stato proprio Cacioppo. La breve storia della rapida affermazione di questo frutto ci porta al 2001 quando si costituì il Comitato promotore presieduto da Gianni Cosmi, ex sindaco di Aprilia e produttore egli stesso, a fianco del Comitato scientifico con l’obiettivo di ottenere il prestigioso riconoscimento. L’actinidicoltura originaria della valle del fiume Yang Tzu Chiang (Cina) aveva trovato negli ultimi trent’anni una seconda patria ideale nell’Agro Pontino grazie al nostro microclima, un’umidità relativa media annua del 70% e una temperatura media annua del 14,35°C. Terreni ottimi, quelli pontini, dal punto di vista podologico, pianeggianti, protetti dalle insidie dei venti di tramontana dalle dorsali dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci. Ma bisognava puntare su un marchio di tutela. La Camera di Commercio di Latina ha sponsorizzato il progetto che ha visto, dopo un attento studio, il Comitato scientifico delimitare l’area da riconoscere per IGP Kiwi Latina. E’ una mappa, questa, che include oltre 5000 produttori a cavallo, soprattutto, tra i Comuni di Aprilia, Cisterna, Latina, che ne sono le capitali, ma non solo loro perché in totale i Comuni coinvolti nella denominazione sono 24 di cui 9 in Provincia di Latina (Aprilia, Cisterna, Cori, Sermoneta, Sezze, Priverno, Pontinia, Latina (parte), Sabaudia (parte) e ben 15 in Provincia di Roma (Ardea (parte), Pomezia (parte), Marino, Castel Gandolfo, Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio, Velletri, Lariano, Artena (parte), Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Colonna).
Anche ad Agri Tour che si svolge in questi giorni brilla l’oro del Kiwi Latina.
Tutto era iniziato, in via sperimentale nel 1971, in un terreno di Borgo Montenero a cura del dr.O.Cacioppo. Poi nel 1973 due actinidieti di un ettaro ciascuno sorsero a Borgo Flora (Cisterna) ed è proprio questa l’area, fino ad Olmobello, dove si concentreranno ben presto le piantagioni e si otterranno i migliori risultati, forse per le proprietà organolettiche del terreno di coltura. Le buone quotazioni di mercato raggiunte fanno sviluppare rapidamente le superfici coltivate fino agli anni ’90 quando inizia, però, il triennio più nero tanto da determinare fenomeni di estirpazione e riconversione. Ma è proprio da allora che si è capito che solo la qualità poteva rilanciare il prodotto sui mercati e decretarne il successo. E intervenne così un Disciplinare, ai sensi dell’art.4 del Reg.Cee 2081/’92, che ne fissava come sempre in questi casi ai fini del riconoscimento IGP la denominazione, la descrizione, la zona geografica, la prova d’origine, il metodo di ottenimento, il rapporto con la zona, la struttura di controllo, l’etichettatura, la commercializzazione dei prodotti trasformati. Insomma tutta quella grammatica, fondamentalmente della produzione e della filiera, che ne stabiliva le regole da osservare senza trasgressioni.
“La soddisfazione di oggi, mi dice Gianni Cosmi, presidente dell'”IGP KIWI LATINA” presente il 6 novembre ad un altro incontro presso l’Hotel Europa di Latina, per i produttori dei 24 comuni è che potranno beneficiare dei risvolti positivi nei termini economici assicurati da un marchio di qualità che continua a guadagnare sempre più consensi e mercati. Oggi abbiamo acceso i riflettori mondiali sul nostro Kiwi, l’unico in Italia che può vantare il marchi IGP”.I produttori associati si dicono pronti al grande passo, l’esportazione oltre oceano.
Con l’ultimo Progetto della Apofruit la frutta pontina, non solo Kiwi anche susine Angeleno, potrà affermarsi nei principali mercati europei ed entrare, oggi, nel lusinghiero e promettente mercato americano.
La società Apofruit Italia ha, così, deciso di investire tre milioni di euro nel suo stabilimento di via Guardapasso di Aprilia per incrementare le esportazioni ma anche nel contempo la ricerca di laboratorio su nuove varietà di susine e kiwi giallo. Con la collaborazione delle Università di Udine e di Bologna si punta all’evoluzione della coltura sul piano del miglioramento varietale e partirà, tra un anno, anche la sperimentazione sul campo di queste nuove coltivazioni. Una porta importante che si apre, per le interessanti potenzialità occupazionali connesse, in agricoltura e nel commercio per il guadagno di nuovi mercati ortofrutticoli, un progetto che vede le forze della provincia pontina impegnate in sinergia per l’affermazione di un importante obiettivo di rilancio economico.
Ed è anche a tutela di questo, se non solo, che il 29.01.2005 abbiamo marciato in 5.000 per Latina con i trattori per dire “No!” all’idea di un termovalorizzatore in Valle d’Astura, in Via Monfalcone tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello.
I nostri prodotti della terra, i Vini della Cantina Sociale di S.Maria e i Kiwi meritano tutto il rispetto che può avere ciò che produce con la sua originale genuinità un benessere, non solo economico, diffuso tra tutta la popolazione locale.
Adriano Marchetto, conduttore dell’aeroporto di Borgo Bainsizza, in un editoriale di “Kiwi Informa – Periodico scientifico” scrive che intorno al kiwi c’è ormai un “movimento… che intercetta ed investe vari settori tecnoeconomici: la commercializzazione, in primo luogo, ma anche la trasformazione e l’utilizzazione dei prodotti e, infine, i servizi”. © – Sergio Andreatta

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