9th Gen, 2011

Un Museo per modo di dire, il Cambellotti (II)

Latina. Un Museo per modo di dire, il Cambellotti (II).

Qualche idea a implementazione del progetto.

 

di Sergio Andreatta

 

(II – Continua). Quello che sembra mancare ancora a questo nuovo Museo civico pontino è un’anima più significativamente culturale come, ad esempio, una sezione che organizzi permanentemente, in qualche aula a latere attività di ricerca-azione didattica e laboratori creativi rivolti alle scuole o, anche, sistematiche iniziative di promozione di corsi di formazione e aggiornamento per gli insegnanti. Il tutto, con il patrocinio del Comune di Latina, potrebbe essere pianificato da un Consorzio pontino o rete tra direzioni didattiche, istituti comprensivi e scuole medie e superiori. E tra i Corsi, come dirigente scolastico*, potrei lanciare l’idea di percorsi per “La costruzione di segmenti di curricolo sulla preistoria e storia pontina”; associata all’esistenza del parco Nazionale del Circeo “La didattica delle biodiversità o della flora e della fauna locale” o “Nel mondo della foresta planiziaria o della palude”; attraverso la letteratura “La scoperta dei miti antichi”; legandosi all’archeologia “Nel mondo delle antiche città pontine scomparse”; così “Nel modo della ricerca scientifica e della produzione industriale” e tanti altri percorsi ancora possibili da struttura secondo una “mappa concettuale” condivisa e ben programmata. In fondo, come abbiamo ricordato, Duilio Cambellotti aveva anche una profonda “anima da educatore” tanto che si era preoccupato di aprire per primo scuole per i figli dei contadini e aveva strettamente cooperato con altri tra cui Alessandro Marcucci, insegnante e poi direttore didattico e ispettore, avendo molto a cuore le sorti e il progresso sociale di quell’infanzia derelitta e analfabeta. Sarebbe come tributargli ora, meglio dell’intitolazione di qualsiasi scuola o di un museo morto, il più significativo dei riconoscimenti postumi. Un Consorzio tra le associazioni culturali e altre Agenzie in rete potrebbe garantire, in aggiunta, a fianco del Comune altri interventi di qualità (mostre, dibattiti, recital, performances,…) assicurando la continua e sistematica apertura della struttura e la fruizione degli ampi spazi del complesso mentre andrebbe, comunque, ulteriormente rimpinguato con appropriati investimenti e acquisizioni il Fondo Cambellotti non ancora pienamente soddisfacente per quello che è e che era stato promesso. Soltanto così si potrebbe andare a miglior compimento del progetto iniziato. Ma quello che manca sembra sempre, prima ancora delle risorse finanziarie, quello spunto di creatività innovativa e prospettiva, quell’esprit de finesse che contrassegnava invece così bene la spasmodica ansia del Cambellotti artista di ampie ed eterogenee vedute. * Sergio Andreatta, dirigente scolastico (II) –  © – Riproduzione riservata.

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