28th Feb, 2008

Quando il Comando Alleato alloggiava a casa mia a Bainiszza

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Anzio Beach-head

 

Carta della penetrazione alleata, 29 gen. 1944  

1944: American Forces in Action

Nel periodo dell’alloggiamento del Comando Alleato nel nostro Pod.O.N.C. n.769 di Borgo Bainsizza, le pareti della grande cucina, unica stanza ben riscaldata e quindi sede dello stesso, erano tutte tappezzate da grandi Mappe, similmente a quelle ufficiali rappresentate in una sezione aperta degli archivi del Pentagono. Gli Americani avevano requisito per le loro necessità tutte le stanze al piano terra della casa. 

Alcune pattuglie di commandos di ritorno dalle perlustrazioni portavano comunicazioni e dati relativi all’avanzamento o alla resistenza nemica (presidi, ecc…).

Altre relazionavano sulla natura fisico-ambientale incontrata (ponti rotti, ecc…) durante le ricognizioni in Agro Pontino, tra l’altro in quelle sfavorevoli condizioni metereologiche.

Già poche ore dopo lo sbarco in più riprese del VI Corpo ad Anzio-Nettunia, “operazione Shingle” nella denominazione in codice, la mattina del 22 gennaio i tedeschi si ritiravano. E si ritiravano anche da casa mia, da dove nella notte erano stati colpiti di sorpresa da rumori e bagliori, e dove da novembre era stato allestito in cortile un accampamento di tende e una mimetizzata officina per la riparazione dei mezzi in campagna. Si ritirarono facendo brillare i ponti sul Canale Mussolini per andare a ripararsi nella più protettiva sponda di sud-est verso Littoria.

Nel cortile era rimasto, però, un “tigre”, un grosso carro armato che nella frenesia della fuga non aveva voluto saperne di mettersi moto, di ruggire ed era rimasto lì ripiegato su se stesso, piantato nel fango come un monumento di metallo, sconfitto e pronto a consegnarsi ai nemici che stavano per sopraggiungere salendo circospetti dal Vallone dell’Acciarella…

Un maggiore inglese del reparto di Birmingham riportava puntualmente le posizioni conquistate su una grande mappa dispiegata alla parete contrassegnando il fronte provvisorio che avanzava con spille e bandierine di diverso colore.

Altre comunicazioni, più frequenti arrivavano via telefono.

I Commandos, infatti, quando avanzano si trascinavano appresso pesantissimi rocchetti di fili che dipanavano lasciandoseli indietro per i necessari collegamenti.

Chilometri e chilometri di fili, una ragnatela impensabile per noi anche oggi. E così avevano fatto arrivando allo stesso podere la notte del 24 venendo su dalla strada del Bosco e dal Vallone. Quei fili dopo l’avvanzamento e ancora al termine della guerra erano rimasti lì, abbandonati nelle campagne e utilizzati in seguito dai coloni per i più svariati usi agricoli.

Di continuo ma particolarmente nelle ore serali, a imposte di finestra ermeticamente chiuse ma col camino finalmente acceso, altri ufficiali di diverso grado segnavano e fissavano in un rapporto grafico, le posizioni guadagnate dalle truppe nella giornata o gli stazionamenti.

Discutevano a lungo in inglese, lingua che solo mio nonno Ambrogio Andreatta conosceva bene per aver vissuto molti anni prima negli States.

Ma lui, lì dentro, non era ammesso.

Mia madre, Fanny De Coppi, era l’unica della famiglia che si poteva introdurre all’interno della cucina per esigenze di governo della stessa. Racconterà spesso in seguito, testimone privilegiata, dell’esistenza di queste grandi mappe e delle procedure seguite dagli ufficiali sotto lo sguardo di J.P.Lucas per la registrazione delle postazioni.

Gli ufficiali erano gentili con lei e i miei fratellini e per i suoi servigi di cucina e per i piatti caldi si disimpegnavano ricolmandola di tavolette di cioccolata, di scatole di carne e di confetture.

Io stesso da bambino ho visto questi grandi fogli, mappe vergini in inglese per me incomprensibile allora ma molto affascinanti, non ancora contrassegnate da niente ma pronte ad esserlo, abbandonate in copia, al momento dell’avvanzamento del fronte verso nord e conservate ancora, per almeno tredici anni dopo, fino alla morte di mio padre, primo consigliere comunale dei borghi, avvenuta tragicamente mentre si recava ad una seduta consiliare del Comune di Latina nel maggio del 1957. Mio padre, Giulio Camillo Andreatta, e la sua famiglia non era stati sfollati dai tedeschi, sorte toccata a quasi tutti gli altri nel Borgo, ma avevano vissuto in pieno quegli eventi e i successivi. Avevano potuto conoscere gli alti ufficiali del Comando alleato e fare anche amicizia con qualche soldato. 

Erano mappe stradali poco aggiornate che non riportavano, neanche, la Via dello Scopeto, dove il Comando ora stava al Pod.769 e Borgo Montello era ancora chiamata Conca e Borgo Podgora Sessano.

E, allora, il mio interesse di alunno delle elementari era suscitato e attratto tutto da queste inesattezze o differenze topografiche che mi divertivo a rimarcare e dal saper che quelle, ciò malgrado, … erano le carte che avevano fatto vincere gli americani.

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Sulle Mappe Ufficiali, esattamente sulla Map n.4, il punto iniziale della linea 15≡504 corrisponde al Pod.dell’O.N.C.769 di B.Bainsizza (ex Podere Andreatta, sede per un certo perido del Comando Alleato presieduto dal maj. gen. John P. Lucas).

Osservando le carte d’archivio si nota con curiosità come la carta base della mappa della American Forces in Action Anzio Beachhead fosse, comunque, vecchia e, malgrado, i dieci anni trascorsi dalla fondazione di Bainsizza (18 dic.1933 ad opera dello stesso capo di governo Benito Mussolini) il Borgo non vi comparisse, come non compaiono alcune strade importanti come Via Piano Rosso (tracciata addirittura come sentiero battuto nel ‘600 dai Caetani, duchi di Sermoneta, dando anche questo nome a tutta quella zona) e le strada, ora provinciale, dello Scopeto, (il n/s. podere era in Via dello Scopeto 1) parallela intermedia tra Via Monfalcone e Via Macchiagrande, e ancora come Borgo Montello continuasse ad essere denominato e contrassegnato col vecchio nome medioevale e pre-bonifica di Conca e B.Podgora, ancora, con quello del cantiere di Sessano… Evidentemente i servizi alleati di intelligence non disponevano di mappe molto dettagliate e aggiornate. Ancora nella Mappa 8 del 1 feb., dopo l’occupazione del podere nella descritta notte del 24 gen., si può osservare come la penetrazione verso Macchia Pantano (Canale Mussolini), Prato Cesarino e Cisterna parta sempre dal nostro podere. Dal casuale incontro di una pattuglia di commandos con alcuni militari tedeschi e dall’inevitabile scontro a fuoco si ricavò l’impressione e il successivo rapporto che la zona fosse ben presidiata dal nemico e che fosse necessario attestarsi prima di ogni ulteriore slancio in avanti. Tra le foto del sito, molto materiale, e il ponte distrutto sul Canale Mussolini la stessa mattina del 22 e altre d’interesse storico e giornalistico. I temporeggiamenti dopo lo sbarco e la resistenza tedesca sul fronte di Campo di Carne per un pò avevano fatto pensare alla possibilità di una manovra tattica alternativa meno diretta e aggirante da sud-est, per l’Appia, con tutte le conseguenze ed i ritardi nella liberazione della capitale che ben si conoscono. Quello sporadico scontro a fuoco a Macchia Pantano aveva imposto una pausa di riflessione e stranamente indotto il Comando Alleato ad un errore strategico. A seguito di ciò e del tempo concesso, il feldmaresciallo Albert Kesselring potè, con un ripiegamento impensabilmente veloce della 715a Divisione di Fanteria Motorizzata già dispiegata a baluardo della Linea Gustav intorno a Cassino, adottare le contromisure allo sbarco rinforzando le difese della Via Appia e trincerandosi a Cisterna. Così per aprire la via per Roma si dovette affrontare la sanguinosa battaglia di Cisterna che Lucas, titubante, non avrebbe mai voluto affrontare. Questa decisione fu presa nella cucina di casa Andreatta a Borgo Bainsizza e per esercitare la decisiva pressione su Lucas, sostenuto dal maggiore W.O.Darby, si dovette muovere lo stesso Clark. I rangers partirono dal podere e dai suoi dintorni per puntare, via Olmobello, verso Cisterna la notte del 30 gennaio. Ma alle prime luci del 31 vennero intercettati dai tedeschi, rinforzati dalla divisione H.Goring dotata di panzer VI, e rimasero sul campo in 751 su 765. Ai rangers del 1° e 3° battaglione si dovevano aggiungere altre decine di morti del 3° reparto di ricognizione. Il risultato della battaglia di Cisterna fu una clamorosa sconfitta  e il ritardo di quattro mesi nell’entrata delle truppe di liberazione a Roma.

Quando ho scritto per La Provincia il 26 aprile 2004 (Quegli eroi italiani per caso)(*) mi era stato chiesto anche dal quotidiano di documentare, potevo farlo solo perdendo un pò di tempo, che al momento non avevo, rintracciando immagini familiari e alcune interviste filmate a parenti anziani ormai defunti, o esibendo qualche reperto tra cui un particolare fischietto, della J.Hudson & C°- Birmingham – 1940, donato da un capitano inglese a mio fratello Ambrogio che aveva due anni, ma preferii basarmi, più sbrigativamente, soprattutto, su miei scritti precedenti. In questi giorni ho scoperto questo sito dell’American Force sull’Action Anzio Beachhead i cui dati combaciano esattamente con tutte le mie precedenti descrizioni. Il Comando Alleato, anche visitato nella sua sede al podere n.769 dal gen.le Mark Clark, comandante della 5ª Armata americana, si fermerà a casa nostra per alcuni giorni, spostandosi in seguiton più avanti provvidenzialmente poche ore prima che un aereo tedesco partito dall’aereoporto di Sezze e che, probabilmente, lo aveva individuato sganciasse due potenti bombe. Per fortuna queste non centrarono la casa ma la scheggiarono tutta uccidendo alcuni soldati americani che sostavano sulla porta della stalla. Altri ne ferirono gravemente e furono portati nell’infermeria che era attrezzata in un podere nei pressi del Quadrato. Un presidio americano, infoltito di italo-americani (soprattutto campani, siciliani), resterà, comunque, a casa Andreatta in strada dello Scopeto fino alla terza settimana di maggio.   

Sergio Andreatta

(*) Anche in www.telefree.it del 25.04.2005 : “Eroi italiani per caso“,

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Notizie interessanti in questa sorta di ricerca del tempo passato, se non perduto.

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