Tolti i veli del pudore alla ragazza al centro della fontana di Piazza dei Navigatori a Foceverde.
di Sergio Andreatta
La ragazza vive nel movimento, perchè vive solo chi si muove, quasi in uno slancio vitale alla Bergson.
Foceverde (LT). Il progetto del Piazzale dei Navigatori prevede ancora la messa in sicurezza del giardino, dell’area giochi e del parcheggio ma sono, nel frattempo, terminati alcuni dei lavori di rifacimento. Si procede per stralci verso il completamento del disegno urbanistico. Venerdì scorso sono stati tolti i veli alla statua di bronzo (Foto 1,2,3,4 di Sergio Andreatta) al centro di una rotonda d’acqua e i primi curiosi, tra cui anch’io, hanno subito potuto posare gli occhi su una bella opera che va a valorizzare un incoraggiante e condiviso desiderio di miglioramento. Il sito ha sicuramente un fascino di per sè che aumenta se la prospettiva prende la via di fuga verso il mare dove la spiaggia è straordinariamente ripasciuta dopo vari apporti di sabbia da Anzio ma anche, credo, per auto-alimentazione delle correnti di nord-ovest i cui flutti ora vanno a frangersi sulle bianche scogliere a pettine. La lenta sedimentazione delle sabbie sospese favorisce il continuo ripascimento e il riequilibrio dalla continua erosione. E del resto gli stabilimenti balneari, più popolari e storici di Foceverde come il Boca Chica o Da Giovannino, non hanno soltanto la necessità di difendersi dalle aggressioni di tempeste e marosi, al contrario sono direttamente interessati a tutelare la “loro” spiaggia cespite di buoni guadagni non soltanto estivi. Il posto di per sé incantevole, come il nome, non fosse che andrebbero coraggiosamente abbattuti senza falsa pietà dall’Amministrazione Comunale di Latina, in sinergia con altri Enti, tutti gli immobili abusivi proliferati dagli anni sessanta ad oggi, o sia pure in qualche modo – non si sa come – poi sanati con colpevole compiacenza politico-amministrativa, che insistono sul lato demaniale del Ponte Severiano (reperto sul sito archeologico della Via Severiana fatta costruire nel 198 d.c. dall’imperatore Settimio Severo per collegare Portus con Terracina – Foto 7 di Sergio Andreatta). La fascia demaniale, come è noto, ha una profondità di 300 m. dalla riva, non è mai e in qualunque caso soggetta a diritto di usucapione ma è stata, ciò malgrado, occupata. Un deturpamento ambientale a danno degli interessi della comunità che non occorre riconoscersi eroi per denunciare. E qui, almeno dalla strada lungomare alla battigia, bisognerebbe fare tabula rasa, abbattere e ruspare via tutto, salvaguardando i fondamentali diritti dello Stato sugli interessi soggettivi e speculativi dei privati. La Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” recita l’art. 9 della Costituzione. E sarebbe il caso di aplicarlo questo principio fondamentale a liberazione di questi ecomostri. Andrebbero salvaguardati dall’igienico abbattimento – per ora – soltanto gli immobili di un certo valore e decoro estetico, funzionali al servizio pubblico, che godono di una certa regolarità e sicurezza e non erogano al turista quella diffamante idea di baraccopoli tipica di alcune casette più o meno precarie. Insomma sarebbe il via al progetto di riqualificazione e di sviluppo della Marina di cui tanto periodicamente si è discusso e si torna a discutere fino all’utopia di un “borgo marinaro” nuovo con porto che si addentri nelle acque, chissà mai disinquinate, dei due canali.
Con questa nuova fontana, superando ogni discutibilità sul soggetto – una bella ragazza nuda che si slancia all’indietro mettendo in buona evidenza i seni e il qualcos’altro della lost girl (ma noi non siamo puritani) – è stato portato a termine il primo lotto di un apprezzato lavoro di rifacimento costato alla Comunità latinense 320mila euro, recuperati attingendo in parte cospicua al “ristoro per il nucleare” e in parte alle casse del Comune. La parte più consistente dell’intervento è consistita nel ripristino della fontana, danneggiata dall’incuria e dall’azione di vandali che avevano addirittura rubato la parte metallica della precedente installazione. Ora al centro della vasca rifulge questa figura di giovane donna che si tuffa all’indietro sulla quale schizza il getto biancastro dell’acqua. Uno spazio pubblico, la Marina di Latina, molto animato un sabato pomeriggio invernale, dove è bello sostare al sole, portare i bambini a giocare su scivoli e castelli nel verde, dove il ripristino della pavimentazione permetterà loro ancor più di correre in libertà e di giocare a pallone prima di una merenda o di un gelato in uno degli ospitali locali affacciati sul mare. Con la mia amica scendo a passeggiare, in uno slalom tra policrome conchiglie di varie fogge, sulla sabbia di una battigia ben compattata dal moto perpetuo delle onde finché il sole non si riprende la sua benevolenza calando sullo skyline della cinquecentesca Torre di guardia sopra la foce del Canale Mussolini o delle Acque Alte. © – Sergio Andreatta, RIPRODUZIONE RISERVATA