6th Mar, 2008

La tesi di Connett sulle immondizie

Uno dei massimi esperti mondiali interviene sulla soluzione del problema dei rifiuti solidi urbani (per non doversi… “sparare in un piede”…!). Connett di nuovo in Italia per ribadire le sue note tesi. 

 

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D.: L’opposizione all’incenerimento è un atteggiamento“retrò”,assolutamente irrealistico e antimoderno?…R.: Osservo con soddisfazione che sta cambiando in Italia il clima “politico” nei confronti di tutta la problematica dei rifiuti. Finora non avevo mai sentito dai politici e dagli amministratori pubblici un linguaggio così aperto, positivo e moderno come quello che ho sentito oggi… Ma se, nonostante questa bella evoluzione, voi doveste ritrovarvi alla fine con… la decisione di costruire anche un solo inceneritore (? Borgo Montello – Borgo Bainsizza, N.d.r.), sarebbe – come diciamo noi in America – “come… spararsi in un piede !” … Domanda: E’ stato fatto circolare un certo messaggio secondo il quale l’opposizione all’incenerimento sarebbe un atteggiamento “retrò”, quasi un voler tornare ad uno stato di natura da “buon selvaggio”, assolutamente irrealistico e antimoderno. Che ne pensa Lei ? PC: No, io penso che la verità sta esattamente all’opposto di un’affermazione del genere. L’incenerimento è un approccio vecchio, superato. Non è così che si può affrontare e risolvere il problema dei materiali post-consumo. Tant’è vero che negli Stati Uniti, per esempio, nessun nuovo inceneritore è stato costruito dopo il 1995…! Questa è stata una svolta importante, direi.. Certo, non ci dobbiamo illudere di poter realizzare la strategia dei “rifiuti zero” dall’oggi al domani. Tutti sono ormai più o meno d’accordo, comunque, sulla necessità assoluta di sviluppare il riciclaggio e il riuso dei materiali e il compostaggio degli scarti organici. La divergenza di fondo, invece, riguarda il modo di trattare le quantità rimanenti del rifiuto indifferenziato, i rifiuti tal quali che arrivano in discarica.A mio modo di vedere, c’è una prospettiva a lungo termine e una a breve termine. Nel lungo periodo, dovremo acquisire la capacità di non produrli per niente, questi rifiuti tal quali o indifferenziati. La riduzione drastica dei rifiuti è un obiettivo strategico. Ma nell’immediato, e fino a che tale obiettivo non sarà raggiunto, piuttosto che costruire inceneritori, avrà molto più senso combinare ricilaggio e compostaggio con discariche dalle dimensioni ridotte e qualitativamente migliorate, che si potranno progressivamente eliminare. E ciò essenzialmente perché un inceneritore rappresenta un investimento di capitale per almeno 25 anni, ed è estremamente difficile ridurre la massa dei rifiuti per la quale l’inceneritore è stato dimensionato. Mentre invece si puo’ agevolmente e progressivamente ridurre le quantità di rifiuti che vanno in una discarica di tipo nuovo.. Ormai siamo in grado di controllare molto bene quello che entra in discarica, mentre in passato gli ingegneri non si preoccupavano minimamente di questo aspetto. Il rifiuto organico non deve entrare in discarica e neppure quello tossico, ovviamente. Queste frazioni devono essere intercettate e trattate prima. Esistono oggi tecnologie che sono perfettamente in grado di trattare i rifiuti all’ingresso in discarica. Questa è la chiave per una soluzione del problema a breve termine. Una soluzione di transizione, ma che ci assicurerà la messa in sicurezza della discarica. E ci permetterà anche di studiare ed esaminare minuziosamente i materiali che vengono “buttati” nella massa dei rifiuti indifferenziati… 

Domanda: Come vede possibile e realizzabile lo studio di questi materiali ? PC: Lo vedo realizzabile soltanto attraverso un rinnovato impegno a livello scientifico e universitario, più precisamente la creazione di una struttura ad hoc, un Istituto romano per il design industriale e la gestione delle risorse sostenibili, per esempio. Penso che l’obiettivo di una struttura di questo genere dovrebbe essere duplice : in primo luogo, definire nuove modalità, nuove tecniche per un migliore riutilizzo dei materiali post-consumo; in secondo luogo e in maniera ancora più significativa, se alcuni di questi materiali risultano non riutilizzabili in nessun modo, neppure con la creazione di nuove industrie del riciclo, l’Istituto dovrebbe proporre esplicitamente la cessazione di queste produzioni. E proporre invece al sistema industriale e alle pubbliche amministrazioni delle alternative assolutamente innovative basate su un design di nuovo tipo… Perché non si può continuare a produrre automobili, televisori eccetera senza prevedere la possibilità di smontare questi manufatti e riutilizzarne le parti. Occorre perciò inventare soluzioni diverse. Bisogna che la creatività italiana, che tante volte si è manifestata nella storia in maniera straordinaria, si applichi ora a questi materiali, ad un nuovo design industriale che ne permetta il riutilizzo. Questa mi sembra una cosa fondamentale. Tanto più che osservo con soddisfazione che sta cambiando il clima “politico” nei confronti di tutta la problematica dei rifiuti. E’ da una decina d’anni che vengo in Italia (questo è il mio ventunesimo viaggio) e posso dire che non avevo finora mai sentito da politici e amministratori pubblici un linguaggio così aperto, positivo e moderno come quello che ho sentito oggi. Sono molto soddisfatto della piega che stanno prendendo le cose. Ma attenzione: la posta in gioco è alta. E tutto potrebbe succedere, tutto potrebbe ancora essere perduto. Se, nonostante questa bella evoluzione che si sta manifestando, voi doveste ritrovarvi alla fine con… la decisione di costruire anche un inceneritore, sarebbe – come diciamo noi in America – “come… spararsi in un piede !”  (Intervista di Radio Città Nuova a Paul Connett)   Sergio Andreatta

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