Il passaggio alla pratica della “raccolta differenziata” implica autoeducazione e impegno costante da parte del cittadino e delle famiglie. Anche le istituzioni scolastiche italiane e laziali si stanno adoperando per promuovere e facilitare il raggiungimento di questo importante obiettivo civile… Ma per la soluzione del problema occorre anche altro… |
Nel frattempo, dopo l’intervista a Paul Connett, sono successe tante cose, alcune in meglio e altre in peggio. Nel Paese si è andata rapidamente diffondendo, in modo più o meno sistematico e più o meno apprezzabile, la pratica della “raccolta differenziata”. Il passaggio implica autoeducazione e impegno costante da parte del cittadino e delle famiglie ma anche le nostre istituzioni scolastiche italiane e laziali (io sono un dirigente del MPI) si stanno adoperando per promuovere e facilitare il raggiungimento di questo importante obiettivo civile, oltre che economico. La questione dei termovalorizzatori (-inceneritori, -combustori) è stata ripresa e viene dibattuta con più approfondimento. In Italia è, però, esplosa violentemente la questione già esistente dell’emergenza rifiuti in Campania che dimostra tutta l’impotenza dei politici e degli amministratori regionali nella gestione di un problema così complesso come quello, pure lì intriso di pesanti implicazionzni camorristiche. La strategia dei “rifiuti zero” evocata da Connett e fatta propria anche da WWF-Italia sembra oggi sempre più un’utopia improponibile, da libro dei sogni, in questa nostra società fortemente caratterizzata dalle irrefrenabili dinamiche del consumismo. Noi speriamo che… ce la caviamo in Campania, ripetiamo, grazie al commissario De Gennaro; in generale grazie ad una presa di coscienza e di autoeducazione. In caso contrario che resterà altro da fare? Ma è l’idea di Connett, come tendenza culturale, che mi sembra sociologicamente vincente. Nel frattempo la tecnologia dei termocombustori di ultima generazione, come in Giappone rispetto a quelli statunitensi, si è ulteriormente evoluta e sofisticata fino al punto da consentire maggiori sicurezze nel trattamento e nella trasformazione dei rifiuti in risorse. Pare siano stati introdotti procedimenti e filtri per il controllo della diossina e degli altri fumi inquinanti. Pare… Intanto il termovalorizzatore di Brescia che ogni giorno incenerisce 3 mila tonnellate di rifiuti domestici e urbani a 1100 gradi ricava energia pulita per 190 mila famiglie lombarde. Una dimostrazione di efficienza tutta italiana, anche premiata ultimamente dalla Columbia University col riconoscimento di “migliore impianto del mondo”. Poi altri approcci innovativi, come il processo di dissociazione mollecolare abbinato alla raccolta differenziata spinta, sembrano promettere nuove, interessanti prospettive. La tecnologia e una buona e occulata politica, senza chiusure pregiudiziali, si presentano, quindi, come nuova “profezia che si avveri”. Anche nel Lazio Piero Marrazzo, presidente di giunta, sembra pensarci su, ora, ad evitare di trovarsi all’improvviso in un “cul de sac”, per non replicare lo scandaloso “caso Campania”. L’intervento della magistratura sul presidente campano Bassolino e l’Impregilo fa riflettere molti, in un modo assai diverso da prima. Io stesso Sergio Andreatta, già portavoce del CPUA – Comitato popolare unitario antitermovalorizzatore di Latina, alla prova dei fatti e delle aggravate situazioni ho dovuto rivedere le mie posizioni politiche allineandole sul concetto relativo attuale del “meno peggio”e non su quello dell’impossibile bene assoluto dell’uomo selvaggio di Rousseau. Do atto a Walter Weltroni di una svolta, di una chiarezza in merito introdotta in occasione della costituzione del PD di cui sono uno dei soci fondatori e da cui sono stati esclusi quanti, soggetti-movimenti-partiti, continuano a fare della preclusione al progresso tecnologico, non diverso spesso da quello sociale, la loro ideologica, precostituita, polemica e oltranzista bandiera. I problemi di oggi non possono essere, infatti, risolti con lo sguardo di Loth e neanche totalmente, al 100%, con la necessaria politica della raccolta differenziata “porta a porta”, iniziata e sulla quale pure siamo in grave ritardo rispetto, ad esempio, al Consorzio Priula di Treviso, e con il riciclaggio. E i due termovalorizzatori già esistenti, quello a nord della Provincia di Latina a Colleferro, quello a sud a S.Vittore, non potrebbero già bastare di per sè? Ambientalisti solo per esserlo e proclamarlo non ci sembrerebbe, comunque, la posizione in assoluto migliore. Intanto per le due discariche, gestite da Indeco ed Ecoambiente, su Via Monfalcone tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello (Latina) che accumulano rifiuti in quantità abnorme, da quarto posto nella classifica italiana, occorre predisporre urgentemente una politica di risanamento ambientale. Un’ARPA del Lazio neutrrale e indipendente, insieme con altri Istituti Universitari e il CNR, deve certificare la qualità e la pericolosità inquinante dei rifiuti, particolarmente di quelli versati fino al 1995 in un’epoca di minori controlli. Deve predisporre una bozza di piano di recupero ambientale per quella Valle dell’Astura da considerare, dal punto di vista paleolitico, storico e archeologico, la vera culla della civiltà pontina. |
di: Sergio Andreatta |