2nd Giu, 2011

L’antica Norba nella descrizione di due visitatrici

Alla scoperta … della nostra storia

110 anni fa, proprio di questi giorni, aveva inizio la ricerca archeologica tra le pietre del parco di Norba. I primi scavi archeologici di inizio ‘900 furono avviati da Savignoni e Mengarelli. A questi due studiosi il merito delle prime interessanti scoperte sull’acropoli.  

L’antica Norba

 di Annamaria Borrelli ed Elisa Pozzato

 Il 23 maggio scorso le classi quinte della “Goldoni” e la quinta di B.go Isonzo hanno effettuato la loro ultima visita didattica. Accompagnati dalle loro insegnanti e da una guida d’eccezione, l’archeologo Michelangelo La Rosa, hanno visitato il sito archeologico dell’antica città di Norba.

Questa colonia venne costruita dai Romani, in territorio a predominio volsco,  nel 492 a.C. in posizione strategica, arroccata su un dirupo che domina sovrano sulla pianura pontina. La sua tragica fine è legata alle lotte intestine tra Mario e Silla: i maggiorenti di Norba aveva deciso di sostenere Mario e così, quando Silla ebbe la meglio, la città considerata rea di tradimento fu presa dal luogotenente di Silla. I suoi abitanti, però, piuttosto che cadere nelle mani del nemico, preferirono valorosamente immolarsi uccidendosi l’un l’altro ed appiccando il fuoco alle loro case.

Il sito rappresenta un ottimo osservatorio per la conoscenza dell’impianto urbanistico delle città romane di epoca repubblicana. Attualmente vi sono in corso degli scavi ad opera della Soprintendenza Archeologica per il  Lazio e della Seconda Università  degli Studi di  Napoli.

Vi presento di seguito il testo con cui un’alunna della VA della S.P. “C. Goldoni”  ha  voluto raccontare  la  sua esperienza del giorno e convincere i lettori del sito scolastico a visitare il luogo.  (Ins. Annamaria Borrelli)

Dal sito archeologico dell’antica Norba, che fu una colonia romana, si può ammirare un paesaggio stupendo e suggestivo, tanto da riuscire a vedere tutto l’agro pontino fino al promontorio del Circeo.

Entrando dalla Porta Maggiore e facendo un lungo percorso, potrai arrivare al centro geografico;

lì vedrai uno dei primi impianti termali costruiti in epoca repubblicana, è formato da una stanza con una vasca di acqua fredda, il frigidarium, ed una stanza con un braciere centrale che funzionava come una sauna moderna. Attraversando il Decumano Massimo, una delle due strade principali, lastricata con pietra calcarea e fornita di un marciapiede, puoi vedere due domus che sono state riportate alla luce da poco tempo; una è chiamata del “caduceo” per il ritrovamento di un mosaico che riproduce il simbolo del dio Esculapio: un bastone con due serpenti attorcigliati. L’altra domus è detta “dei semi carbonizzati” perché vi sono stati trovati dei grandi vasi contenenti semi di fave carbonizzati a causa di un incendio dell’81 a.C.

Più avanti troverete una scalinata che porta sull’Acropoli Minore dove si vedono le fondamenta di due templi. Ripercorrendo il Decumano e salendo sull’Acropoli Maggiore vedrete le fondamenta del tempio di Giunone Lucina, protettrice della luce, delle nascite e delle donne partorienti.

Andate a visitare questo luogo e vivrete un’esperienza culturale indimenticabile! Portate con voi tanta fantasia…  (Elisa Pozzato)

 

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