21st Mar, 2008

Venerdì di Sacre Rappresentazioni nel Pontino

Venerdì di Sacre Rappresentazioni nel Pontino

Antiche ritualità per espiare i sensi di colpa propri e quelli comunitari.

  

 

di: Sergio Andreatta

 

 

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La più importante festività religiosa cattolica, non è il Natale perché, bene o male si sa, tutti noi nasciamo ma la Pasqua perché non è, comunemente, da tutti risorgere dopo essere morti, come è nella credenza dei fedeli per Gesù di Giuseppe. Dalla sera di mercoledì santo a quella di Pasqua è un’unica e spettacolare dimostrazione di cordoglio, in alcuni casi messa in scena con grande fervore e partecipazione. Le processioni (Viae Crucis nelle tradizionali ma ampliabili 14 stazioni), le veglie di attesa si attuano in ogni comunità parrocchiale, anche dei piccoli paesi. Ma l’akmé del dolore, il punto culminante, si raggiunge dopo la celebrazione dell’“in coena dominidel giovedì santo, durante la quale si svolge anche la lavanda dei piedi, fino alla sera del venerdì santo in cui la tradizione popolare, che vede terremoti e sconquassi di accompagnamento al dramma come nella Montagna Spaccata di Gaeta, colloca all’incirca alle ore 15 lo spirare di Gesù sulla croce. Le medievali Confraternite diventano ancora una volta protagoniste nella penombra della sera di lugubri processioni; le Associazioni delle vistose Sacre Rappresentazioni. Ci vuole tutto un anno di lavoro per preparare bene le seconde: copione, scenografie, costumi, recitazione da attori consumati, se non anche da attori professionisti ingaggiati, per uno spettacolo drammatico corale da mandare in onda, in cerca di sponsor, magari sulle TV locali. Uno spettacolo tragico che, talvolta, però diventa vacuo per la perdita dell’originario senso della religiosità. Le Processioni seguono, invece, dei canoni più semplici, ripetitivi ma, se contornate dalla presenza dei “sacconi”, le divise rilanciate anche nella filmica dai membri tra loro confratelli del ku kux clan americano, impressionano non soltanto i bambini per il mistero che da sempre le accompagna. Anche qui si è andato perdendo, però, almeno in parte il senso originario della persona che prestava solidale soccorso ai bisognosi nel segreto di un anonimato e, quindi, con il volto discretamente coperto da un cappuccio, a vantaggio dell’apparenza e di una suggestione puramente scenografica. E benché alcuni decreti del tardo settecento già bandissero ogni superstite forma medievale di penitenza e autopunizione corporale, persistono ancora qua e là nel nostro meridione le processione dei “flagellanti” che si frustano ossessivamente il petto, in alcuni casi la schiena, usando strisce di tessuto con spine che provocano piccole emorragie. Senza addentrarmi in, pure interessanti, spiegazioni di antropologia culturale voglio ricordare solo che questo antico rito, qualche generazione indietro, accadeva anche a Priverno (Piperno)… Con questi intensi e penetranti riti religiosi si mette a nudo la caducità dell’uomo con la sua morte fisica e con quella figurata del peccato… Ed ecco, poi, la riproposizione di antiche e spettacolari Sacre Rappresentazioni tra cui, nel freddo pungente del più anticipato venerdì santo di questo secolo, snodandosi per le vie e le piazze della cittadina lepina, la celeberrima Sacra Rappresentazione della vicina Sezze Romano, meno di 20 km. da Latina, sotto la direzione artistica e l’accorta regia del dott. Piero Formicuccia. Siamo ormai alla 75^ edizione da quando l’avv. Filiberto Gigli (Associazione della Passione di Cristo) ne propose la 1^ edizione. Quest’anno saranno ben 44 i quadri, tra il Vecchio e il Nuovo Testamento, alcuni assolutamente innovativi. E si muove un cast imponente, di oltre 500 figuranti ma anche attori famosi tra cui Mita Medici (Veronica), Vanessa Gravina (Procula), Edoardo Siravo (Faraone) per una diretta in mondovisione. Mirabile dai muri di Santa Parasceve a Porta Pascibella. Ma appuntamenti dalle 20,30, sempre in Provincia, anche a Maenza per una recitazione sul testo base di Padre Fastella e a Pulcherini, frazione di Minturno (41^ edizione), dove la devozione popolare si mescola ad una vistosa arte scenica, come anche nella famosa processione del Cristo Morto delle Confraternite dei “Sacconi” di Priverno o delle due statue di Sonnino (Gesù Morto e Addolorata) che escono dalla Chiesa di S.Giovanni per incontrarsi per strada o di Roccagorga dove “strugli” e “focaracci” vanno ad illuminare il percorso dei fedeli e dei suggestionati curiosi.   © – Sergio Andreatta

 

 

Commenti

… la rinascita di tutte le cose comincia, almeno nei paesi del sud col fiorire, nei primi mesi dell’anno, dei mandorli e si esaurisce con la festa in sè vissuta come una tragedia greca che si allarga in un panorama di uomini, di alberi e di torrenti che dentro di sè portano il destino degli uomini fatto di caducità e di un altissimo senso del “Divino”.
(Pasqua d’Autore, Il Messaggero, 23.03.2008, pag.21)

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