In prospettiva mi appare ancor di più scandaloso che si voglia tarpare le ali di quella policroma farfalla, chiamata “Scuola in Ospedale”, che vola protettiva sulla testa dei bambini…
E così… (Seguito di: “Sono entrato nel mio cuore”).
Così mi devo aggiungere, alla schiera di quelli che, indifferentemente dalla loro postazione politica, hanno plaudito al buon operato dell’appena scaduto direttore generale Ernesto Petti.
Con lui, in qualità di general manager, l’AUSL pontina ha fatto registrare qualche progresso organizzativo e tecnologico, coerente con le limitate risorse economiche messe a disposizione.
Gli americani la chiamerebbero “valutazione percepita”.
E, anche per mio vaglio, la valutazione percepita del servizio che mi è stato offerto all’U.O.C. del Goretti è stata positiva.
Peccato che questo signore, piuttosto simpatico, a causa dei limiti di età posti anche nel suo caso al compimento del settantesimo anno, dal 1 febbraio sia dovuto andar via.
Debbo, però, ancor più dargli atto della sua onestà, oltre che dell’impegnata competenza spesa nell’incarico, per non aver voluto cedere alle lusinghe poste in essere, alla fine, da chi, per i propri calcoli politici, gli proponeva una proroga “in deroga” alla scadenza temporale del mandato.
Aveva capito, il buon Petti, che era in atto una dinamica di posizionamento e a quel gioco egli non voleva proprio sottostare. Nel piccolo una decisione non molto diversa da quella di un Ciampi che aveva rinunciato alla proposta, un po’ strumentale, di riconferma alla presidenza della repubblica.
E vorrei poter dire altrettanto, positivamente, del direttore sanitario dott. Carlo Saitto se non si fosse contraddetto e poi opposto, forse perché mal consigliato e condizionato dalle visioni di qualcun altro, alla permanenza ancora per il futuro della Scuola in Ospedale, “Progetto sociopsicopedagogico di aiuto” che opera, con base all’interno dell’area pediatrica, da oltre tredici anni a favore dei bambini e dei ragazzi ricoverati al S.Maria Goretti. La Scuola in Ospedale, già riconosciuta legislativamente dalla C.M. 353/98 e successivamente con E.F.2002 (Legge 440/97) e, infine, con la Finanziaria 2007 rappresenta una offerta qualificata di integrazione scolastica per gli alunni ricoverati in ospedale o seguiti in regime di day-hospital, assicurando loro, accanto alla terapia medica, un significativo supporto emotivo e cognitivo.
Per la sua peculiare tipologia, in quanto si rivolge ad alunni con una particolare sensibilità e fragilità, a causa del loro stato di salute, la “scuola in ospedale”, necessita di una spiccata professionalità da parte degli operatori scolastici e di un forte coordinamento tra istituzioni e soggetti coinvolti.
L’équipe dei docenti del IV Circolo didattico di Latina al Goretti è composta da Personale altamente qualificato ed è sostenuta da uno psicopedagogista e da una psicologa scolastica.
Queste docenti esercitano una sorta di “funzione ponte” con la scuola di provenienza e con la famiglia. Ma occorre tendere verso la costruzione di “un’alleanza terapeutica”, cioè di una rete di strutture e servizi, dove la scuola non può mancare, che stiano affianco alla famiglia (operatori volontari, operatori professionali, personale sanitario, docenti), e che agiscano in una logica coordinata e unitaria al fine di soddisfare due dei principali diritti della persona: il diritto alla salute e il diritto all’istruzione.
Per poter realizzare pienamente questo progetto è necessaria la collaborazione della AUSL di Latina e della struttura ospedaliera, sia nella fase di realizzazione del progetto già in corso da 13 anni sia in quella di testing e monitoraggio continuo, ai fini del suo miglioramento.
In questi giorni di degenza presso l’U.O.C. di Cardiologia diretta dal dott. Francesco Davoli, probabilmente in conseguenza proprio del forte stress causato dalla sfibrante battaglia da me sostenuta a tutti i livelli per tenere in vita questa Scuola, mi sono ancor di più reso conto di quanto possa essere inimmaginabile oggi sopprimerla. Inimmaginabile denegare, tra i diritti dell’infanzia, proprio quelli significativi allo “studio” più ampiamente inteso, al benessere psicofisico sempre e ininterrottamente in qualsiasi condizione e al gioco. Diritti non negabili, sia pure per pochi giorni!
La multiculturalità in aumento nella società italiana e pontina si osserva e si misura bene in un reparto ospedaliero. Nella mia stanza di sei letti erano presenti un americano, un libico ed un sich del Punjiab. E, allora, chi meglio di un’insegnante preparata potrebbe aiutare i tanti bambini diversi di pediatria e degli altri reparti? Ho condotto una battaglia con il cuore e tutte le battaglie sostenute in nome di ciò in cui si crede, soprattutto se si perdono, comportano un alto costo personale.
Ma nulla deve apparire mai inutile se lo si sa ben interpretare. C’è sempre, in fondo, la possibilità di un recupero.
E così ho potuto rilevare in Cardiologia, molto apprezzandola sinceramente, la presenza di tante operatrici del volontariato (dell’A.VOL., dell’Associazione Valentina) mentre ancora da quel letto speravo di sentire una parola positiva, a conclusione della vicenda, che mantenesse il roseo orizzonte psicopedagogico costruito nel 1994 in Pediatria dove operano giornalmente dalle 8 alle 16 due insegnanti (Daniela Neroni e Luigina Bellini) della Scuola in Ospedale. Su quei bambini operano, è vero, anche l’Associazione A.Ge con il Progetto Andrea, di cui pure siamo stati cofondatori nel 1985 e attori co-protagonisti fino al 2003, e i Cavalieri di Malta dal 1998. Ma perché, ora, si dovrebbe anzichè favorire l’interistituzionalità del progetto lasciare l’esclusiva, quasi un copyright, unicamente all’A.Ge. di Latina? Walter Veltroni, che ho pure coinvolto direttamente nella questione, va spesso in visita al Bambin Gesù e per soddisfare meglio i bisogni di quei bambini si è impegnato a potenziare le dotazioni strumentali e a sostenere la Scuola in Ospedale, insieme con le Associazioni. Ho posto lo stesso obiettivo al sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo che mi ha dichiarato di volersi impegnare. Ma è tempo di risultati, l’attuale, non solo di parole. A Latina l’ex direttore sanitario dr. C. Saitto nel novembre scorso ci ha impedito di procedere, per un ponte tecnologico con la famiglia e la scuola madre di provenienza, alla cablatura dell’aula utilizzata dalla Scuola, operazione che sarebbe avvenuta con oneri a totale carico del M.P.I. Chissà cosa deve aver pensato, Saitto, che fosse una scuola in ospedale e chissà quali timori di invasione gli si devono essere adombrati in mente. Il Volontariato è importante, nessuno ne dubita, ma esso non può coltivare di per sé la pretesa di essere l’unico a intervenire, di sostituirsi allo Stato. Non lo hanno affermato con chiarezza anche il presidente della repubblica Napolitano e il ministro Ferrero nel corso del recente meeting di Napoli? Ecco, allora, cosa si aspettano i bambini ricoverati, i loro genitori, un intero circolo didattico dalla nuova dirigenza della AUSL pontina, dalla bocca della nuova manager Coiro, se sarà confermato il suo nome, e dal nuovo direttore sanitario. Ci aspettiamo, come primo provvedimento, la salvaguardia della Scuola all’interno dell’Ospedale.
In questi giorni di ricovero (l’altro articolo pubblicato il 15 aprile è stato “Sono entrato nel mio cuore”) ho potuto rilevare dall’interno della struttura sanitaria una buona ed “umana” efficienza nel reparto guidato dal dr. Olimpio Ciarla, con punte di assoluta eccellenza per la nuova struttura di Emodinamica supervisionata e provvisoriamente diretta dal dr. Edoardo Pucci, I aiuto del S.Camillo. Questi è in prestito alla ASL di Latina con compiti di formazione di un’equipe locale.
Il nuovo apparato tecnologico dell’ultima generazione, installato negli Ospedali di Latina e di Formia, seppur molto costoso, si sta rivelando quell’ottimo investimento voluto da Petti per la qualificazione e l’elevazione degli standard della nostra medicina diagnostica, dell’arteriografia coronaria in particolare.
Al dr. Pucci è stato assegnato l’incarico di sviluppare un programma di formazione-acquisizione di competenze e procedure tecniche. Il mandato sarà sicuramente onorato raggiungendo gli obiettivi assegnati dalla direzione generale della AUSL di Latina gemellata, per l’occasione, con il S.Camillo. Una mossa di apertura strategica per il nosocomio pontino che si avvia a diventare nel tempo un DEA di II livello. In questa prospettiva mi appare, allora, ancor di più scandaloso che si voglia tarpare le ali di quella policroma farfalla, chiamata “Scuola in Ospedale”, che vola protettiva e solidale sulla testa dei bambini distraendoli dalla loro malattia.