10th Apr, 2008

Gli Stati generali della scuola regionale riuniti a Fiuggi dal direttore dell’U.S.R. Raffaele Sanzo

          

 

Gli Stati generali della scuola regionale riuniti a Fiuggi dal direttore dell’U.S.R. Raffaele Sanzo. Gli Incontri Seminariali promossi dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, dal 31 marzo all’11 aprile, non sono alla ricerca della qualità scolastica perduta ma per mettere in risalto quella esistente, seppure a volte mortificata. Sono riuniti nella cittadina termale tutti i dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, poco meno di mille persone, per una riflessione sullo stato generale delle cose ma anche per un’autoanalisi articolata e approfondita delle questioni e dei nodi di maggiore attualità. L’obiettivo dichiarato è quello della promozione di un miglioramento complessivo. Costituita una “cabina di regia” per la propulsione delle iniziative. Prevista la pubblicazione delle migliori pratiche (the best practices) didattiche sul sito regionale (www.lazio.istruzione.it/ ) e, successivamente, degli Atti del Convegno.

 

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Una due-giorni di lavoro intenso, favorito dalla pioggia battente che costringe dentro i saloni dell’accogliente Silva Splendid Hotel. All’incontro dall’8 al 9 aprile cui partecipo, e che riflette la cadenza organizzativa di quello precedente e di quello successivo, partecipano tutti i dirigenti scolastici delle Direzioni didattiche, degli Istituti Comprensivi e delle Scuole Medie Statali delle Province di Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti. Per ospitarli è stato necessario estendere la rete dell’accoglienza ad altri due hotel, il San Marco e il San Giorgio. Anche un’iniezione di fiducia, quindi, per la declinante economia alberghiera di Fiuggi. Oltre a Sanzo, vero regista e mattatore, sono presenti il dirigente dell’U.S.P. di Viterbo, non di altre province, alcuni funzionari ministeriali, alcuni ispettori. In realtà chiunque ricoprisse una funzione di spicco nella scuola del Lazio era invitato ad esserci per gli apporti possibili. Una partecipazione non obbligatoria, non accolta da tutti. Un direttore generale, al contrario, avvicinabile da tutti. Pare sia la prima volta che questo accade nella storia scolastica della nostra regione. Per una settimana, l’anche capo di gabinetto del Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, vive praticamente insieme con i responsabili degli uffici e delle scuole, mettendosi in situazione di ascolto e offrendo lui stesso linee e prospettive di cammino per una scuola catalogata in discesa nei parametri valutativi dell’OCSE-PISA. Una scuola, quella del Lazio rappresenta all’incirca un decimo di quella italiana, che se non cambia rapidamente indirizzi, se non dimostra di sapersi riprendere con un sussulto di orgoglio, con una ricerca-azione innovatrice e implementatrice dall’interno, potrebbe finire col diventare tra breve inutile o di puro servizio assistenziale, più che formativo qualificato, per gli utenti. Ma è la stessa società più larga, con tutte le sue componenti, che è chiamata a riflettere sul ruolo della scuola oggi. Negando valore al merito, all’impegno la nostra si descrive come “una società senza qualità” parafrasando il titolo di un noto libro dello scrittore austriaco Robert Musil. La società italiana, a prescindere da chi governi l’altalena, sembra in arretramento di posizioni. Anche simbolicamente. La “contingenza” è ritenuta politicamente essenziale, l’esserci della persona, per il solo fatto di “esserci” senza ulteriori aggettivi qualificativi, il destinatario di ogni attenzione. In questa concezione, peraltro nobilmente umanitaria (umanesimo integrale), si lascia un pò sopire il valore dell’eccellenza. Non possiamo più permettercelo! Bisogna uscire da questa “notte buia”, senza peraltro sottovalutare e disconoscere mai ciò che viene fatto ogni giorno da scuole con un’organizzazione dinamica complessa, dentro strutture precarie e spesso insicure, in contesti socioculturali di frontiera, con pochezza di finanziamenti. Rispetto agli altri suoi predecessori, il direttore Sanzo non proviene dai ruoli amministrativi, dalla schiera di quelli che muovono solo le carte sulle scrivanie e, purtroppo, poco o nulla capiscono dei processi educativi in atto nelle scuole e delle problematiche che si aprono di continuo sul territorio. L’autonomia scolastica se ha un significato è quello della risposta ai bisogni, una modalità per tentare di sciogliere più speditamente certi nodi gordiani. Il direttore generale dell’USR del Lazio proviene dai ruoli ispettivi, dopo essersi speso come docente in vari ordini di scuole, partendo dalle elementari. Chi più di lui, quindi, seppure sembri a volte eccessivamente energico e “caparbio” a suo stesso dire, dovrebbe essere in grado di capire e di offrire i competenti supporti ai “presidi”? Senza sconfinare nella tecnocrazia… Questa iniziativa interprovinciale serve a fare il punto, a dare imput, a sostenere le istituzioni, a programmare e a coordinare con sistematicità gli interventi sul territorio di una scuola che vuole investire, perché la società moderna deve investire, sull’inesauribile giacimento culturale della conoscenza. L’appuntamento di Lisbona 2010 ci pone dei traguardi precisi, già delineati in precedenza da vari Libri Bianchi della Commissione dell’UE tra cui quello famoso sull’istruzione e la formazione curato da Edith Cresson nel 1995. Come nel libro bianco lo scopo ambizioso di questo Seminario di Fiuggi mi sembrerebbe quello di mobilitare tutti gli attori chiave – prima gli operatori scolastici laziali ma poi anche sperabilmente le autorità locali e regionali, i partiti politici e la società civile – al fine di creare un senso comune di impegno e partecipazione sulla scuola della regione e chissà… In vista di questo appuntamento era stato avviato un progetto di rilevazione delle esigenze, anche per valutare l’impatto delle nuove Indicazioni per il Curricolo (prime ottemperanze di studio, ricerca, sperimentazione, sui primi effetti di ricaduta, sulle numerose criticità). Le segnalazioni dei dirigenti scolastici, organizzate in item, venivano monitorate e tabulate da un nucleo di valutazione andando ad offrire in sintesi nuova alimentazione per l’articolazione dei dibattiti. Seminario per… seminare, per continuare sempre a seminare come è nella specificità distintiva dell’educazione e della pastorale. A Fiuggi sono state seguite tante piste diverse e interconnesse tra loro, da quella dell’esame delle criticità più comuni, superando una visione di avvolgente e inerziale palude, all’autonomia organizzativa e didattica, alla sicurezza strutturale degli edifici, ai rapporti tra istituzioni scolastiche (la cui autonomia è garantita dal Tit. V della Costituzione) ed Enti locali che spesso la ignorano, alla tutela della privacy, al contenzioso nei suoi aspetti giuridici, alle prospettive economico-finanziarie. Nella suggestione dei rispettivi interessi i dirigenti hanno formato gruppi di confronto e, ponendosi in circle-time, hanno dato anima ai lavori sull’area prescelta, producendo contributi per gli intergruppi, slide di sintesi per l’assemblea generale e proposte e relazioni per la direzione generale. Nelle considerazioni conclusive il direttore Sanzo ha fatto riferimento alla necessità di una “cabina di regia” regionale, cui anche il sottoscritto è stato chiamato a far parte, che si riunirà a Roma già dal prossimo 21 aprile…Tante volte mi sono chiesto, e dopo quarantun anno di servizio mi sento anche legittimato ad esternarlo, che cosa volesse dire migliorare l’offerta, ottimizzare un servizio come questo. Non vorrà dire poter tagliare dei traguardi ambiziosi, congruamente prefissati, attraverso una nuova cultura pedagogica e metodologica? Non vorrà dire puntare realmente alla valorizzazione delle risorse umane? Non vorrà dire, forse anche, premiare differentemente, dietro valutazione delle prestazioni e dei risultati raggiunti, il miglior lavoro di tanti garantendo loro uno stipendio interessante, lasciando quello di base a chi è incapace di progredire professionalmente, arrivando pure a licenziare senza troppe tutele sindacali gli scansafatiche? Non vorrà dire, anche, che la scuola non può essere il protettorato dei raccomandati, di sindacalisti arruffoni, di persone senz’arte né parte? Se la conoscenza, il know-how, è il migliore investimento possibile bisognerà pure sostenerla, chiedersi come si possa riuscire a trasmettere i saperi giusti, come far apprendere e rinforzare le competenze, come riuscire ad elaborare una cultura, non soltanto pedagogica, nuova. Ogni scuola si chieda e proclami qual è la teoria dinamica che sottende, legittima e sostiene i suoi percorsi formativi. O la pedagogia nel 2008 è morta? Da troppo tempo, ormai, ci interroghiamo sulla necessità di una scuola moderna, efficace ed efficiente nei percorsi, positiva nei risultati secondo una valutazione di sistema e la soddisfazione crescente dell’utente. Eppure grandi miglioramenti non si sono visti in questi ultimi anni. Vuol dire che siamo, forse, incapaci da soli, noi operatori scolastici, di far scoccare la scintilla dell’innovazione? Che cosa osta, ad esempio, ad un maggior impegno di orario lavorativo e di intensità da parte del docente? Un pactum scelleris basato sulla consapevolezza del mediocre stipendio che giustificherebbe una mediocre prestazione? La demotivazione, professionale ed economica, in uno scenario sociofamiliare connotatosi anche come più complesso, può essere diventata più forte della stessa motivazione? Quali sono gli obiettivi realistici, ragionevoli, stimolanti e raggiungibili verso cui un docente, e la squadra di cui fa parte integrante, tende? Sono obiettivi su misura dei bisogni di sviluppo psicoaffetivo ed intellettuale dello studente che ha in cura, ma nello stesso tempo anche obiettivi di interesse per una società civile che non voglia farsi fotografare come decadente? Obiettivi misurabili e misurati? Premiabili e premiati? Bisognerebbe fare tutti, signori miei, meno retorica su ampie idee di riforma e noi anche sulle pagine cartacee dei voluminosi P.O.F. (Piani dell’Offerta Formativa) spesso attuati soltanto nelle intenzioni. Bisognerebbe instaurare un obbligo di formazione-autoformazione in progress dello stile professionale che vada a potenziare competenze e autostima, a modulare le prestazioni docenti sulla soddisfazione di bisogni sempre nuovi dell’utenza modulandole sul cambiamento dei contesti. Ma per non causare ulteriore demotivazione e favorire il distress, per elevare la qualità dei prestatori e delle prestazioni bisognerebbe anche retribuire meglio chi dà e fa di più. Non sarebbe ora di mandare in discarica, a Malagrotta, tutte le vetero-idee di pseudo-egualitarismo proclamate negli anni del post-’68 e ancora sopravviventi? Bisognerebbe professare scientificamente i metodi della didattica e dell’organizzazione del lavoro, in questo caso della professionalità docente, nel rispetto dei principi dell’autonomia, seppure secondo un’idea di gestione integrata con gli Enti Locali chiamati ad essere coprotagonisti a tutti gli effetti. Bisognerebbe senza ulteriori temporeggiamenti, anche sull’evidenza delle percentuali di voto alle ultime elezioni, por mano alla riforma degli Organi collegiali, superando arretrate idee di partecipazione di massa nella gestione delle scuole. Nella discontinuità della politica al governo bisognerebbe, infine, recuperare una linea di continuità bipartisan nel tornaconto esclusivo di un Paese, non interessato da una sterile dialettica tra cristo e barabba. La mancanza di intesa sul necessario (le riforme essenziali) tra forze politiche antagoniste “c’est douleur non pareille” per il Paese. Per Francois Rabelais il dolore-malattia era dovuto alla “faulte d’argent”, ma la mancanza d’intese porta alla fine alla mancanza di finanza o al mal uso clientelare della poca di cui si dispone per far fronte ai problemi. No, l’Italia non può essere lasciata andare alla deriva, neanche educativa. E i sindacati, in questo bisogno di ribaltamento di logica, di posizionamento e di concorso di contributi nuovi e creativi, sapranno tutelare finalmente l’etica di un miglioramento non più differibile, sapranno supportare un’idea di concertabile cambiamento o non si trincereranno ancora una volta nella difesa ad oltranza dei loro lobbistici poteri?… All’alba del mio secondo giorno di permanenza a Fiuggi, meglio in ora ancora decisamente antelucana, comincia a fischiare un merlo nel giardino dell’hotel cui si aggiunge un cuculo, quindi il vibrante rumore di un camion che passa a raccogliere le immondizie cittadine…Voci, suoni e rumori diversi, completamente slegati fra loro. Quali e come sono le voci di un’autonomia scolastica ancora incompiuta? Così disparate e opposte anche tra noi, addetti ai lavori, al punto che non sappiamo aprirci a una sinergia vincente con la politica e con il territorio? Il coinvolgimento delle realtà locali e la stretta interconnessione per alcune decisioni sono, al contrario, un fattore-chiave per aumentare non soltanto la capacità di percezione ma, soprattutto, di soluzione dei problemi delle nostre scuole.

 

Questa news viene diffusa anche su:  http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=54859

 

 

Sergio Andreatta, dirigente scolastico, carodirettore@quartocircolo.it

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Commenti

Alcuni di noi hanno rilevato l’inopportunità temporale per l’imminenza delle elezioni. Tuttavia una lodevole iniziativa, anche utile per qualche aspetto.

Alcuni Colleghi

Questo è un articolo vasto e complesso. Nelle… intercapedini del nostro pensiero c’è però, soprattutto, il problema della gestione scolastica quotidiana.

Un seminario utile? Anche un pò velleitario mi sembrerebbe. Dei risultati rispondiamo direttamente noi, dirigenti scolastici, mica il direttore generale. Certe cose che ho sentito mi sembrano poi quasi una ferita per la nostra autonomia operativa.

Due di Frosinone

Se vogliamo, colleghi, qualche aspetto critico si può rilevare sempre ma, nel complesso, questa la valuto una buona iniziativa, o no? Un arricchimento professionale con qualche proposta utile. Come dicevo alla fine al direttore Sanzo “Il mezzo è il messaggio” (da M.Mc Luhan) è lui ha saputo mettersi in gioco vivendo con noi per un’intera settimana. Era mai successo prima?

A chi c’è stato dico: “Continuate a mandarmi i vostri commenti, anche flash. Saranno pubblicati e messi a disposizione della community.

quanta retorica,quanti paroloni per dire cosa?a parte i soliti buoni e generici intendimenti:
……………
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ventilare che siano i dirigenti a valutare i docenti con i risultati che sappiamo(avanti i lacchè e alla berlina i non allineati)
attaccare i sindacati dei lavoratori tanto qualcuno è dell’anpi
sì,ma i dirigenti sono stati selezionati o hanno fatto il solito corso concorso farsa?
in classe vi entrano mai?cosa fanno per la disciplina e la sicurezza?
qualcuno si è creato rendite di posizioni in tanti anni nella stessa scuola?
riconoscimenti economici diversi,con il loro sindacato si sono staccati dal resto della contrattazione,ma di rotazione non ne vogliono sentir parlare!
la scuola italiana aspetta risposte concrete dai prossimi governi nazionali e non dalla cabina di regia laziale

Janar di http://www.telefree.it,
lacchè non può essere chi si assoggetta ad un’idea di buon servizio e con sacrificio cerca di migliorarlo ogni giorno sul campo ma chi non accetta di non essere valutato per quello che fa (può essere anche un dirigente scolastico, eh), chi mette le mani avanti associandosi a qualcuna delle tante corporazioni sindacali esistenti. Per la precisione non sono iscritto a nessuna parrocchia, tanto meno all’ANP. E come libero pensatore, laico, non accetto, e non ho mai accettato, neanche facili e compromettenti condizionamenti da un’autorità. In quanto al mio contributo, non cercato, lo darò gratuitamente finchè riterrò di doverlo dare per la scuola. Ho costruito da solo, con lo studio e l’applicazione, la mia carriera io (concorso ordinario nazionale per direttore didattico del 1977 ma già a partire dal 1967 come istitutore ENAOLI e insegnante elementare laureato), nè sto (come forse qualcuno) ricercando raccomandazioni per un concorso ispettivo che non mi interessa. Tanto per la… precisione, come diceva quello, in quelli della… domenica.

Sono contento dell’iniziativa di Fiuggi, per la prima volta i dirigenti sono stati chiamati a collaborare realmente per migliorare una scuola persa nell’autoreferenzialismo (pieno di prime donne).
Chi fraintende il decentramento e l’autonomia con liberismo , certo, sarà rimasto molto disturbato dal modo poco ortodosso del direttore regionale.
Benvenga qualcuno che si espone in prima fila per rimettere mano nella cosa più bella che abbiamo, la scuola.

Marta (VT),04/15/08 20:22:25

Oggetto: R: LA SCUOLA LAZIALE RILFLETTE SU SE STESSA.

Grazie, ho letto tutto e con sincero piacere il dettagliato e stupendo articolo. Sono una neo-dirigente, per me è stato importante vivere un momento di incontro con altri colleghi di altre province. Ascoltare, parlare, scambiare opinioni ed esperienze con dirigenti ai primi passi come me e con dirigenti di altissimo livello professionale come te (ho letto anche il tuo vasto curriculum, complimenti) è stata occasione di crescita umana e professionale. Il Direttore Generale è stato cordialissimo, praticamente un vero e proprio regista, sempre pronto al dialogo ed all’ascolto. E’ stata la mia prima esperienza di seminario per dirigenti scolastici e sono tornata a scuola con la sensazione di essere….meno sola!
Grazie per aver colto, nell’articolo, anche le emozioni di chi è al timone da pochi mesi.
Cordiali saluti e…a presto
Anna Maria Cori (I.C. “Dante Alighieri”, Marta VT)

Grazie.
Farò un commento appena possibile.
A presto
Angelo Lacovara
dirigente Scolastico

Ministero della Pubblica Istruzione
Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio
Direzione Generale – Ufficio VI – III Unità Operativa
Formazione del personale docente ed educativo.
Gestione delle risorse tecnologiche, supporto e utilizzo delle stesse.
Via Ostiense, 131/L – Roma
Piano 8° – stanza 32

HO LETTO GLI ARTICOLI. POI NE DISCUTIAMO. GRAZIE. PIETRO

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