Per una sinergia vincente | ||
E dopo il brindisi elettorale, sotto a chi tocca, subito a rimboccarsi le maniche per il bene del Paese. | ||
“La Scuola laziale riflette su se stessa”, nei Seminari di Fiuggi, ha confermato tra i Dirigenti scolastici l’idea prevalente di una necessaria intesa “bipartisan” evitando continue, contrapposte e spesso esiziali soluzioni. Abbiano, quindi, i nostri politici il civile senso di responsabilità di cercare continuità nella discontinuità. |
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E ora, chiunque tra poco sia il dichiarato vincitore delle elezioni politiche, diventa necessario sottoscrivere quel patto nazionale per la scuola che coinvolga tutti gli stakeholders, i soggetti interessati, dal Governo alle Famiglie (Forum delle Associazioni dei Genitori), dagli Enti locali ai Sindacati. No, di fronte all’ormai evidente declino culturale del Paese non è più permesso temporeggiare. All’interno del panorama culturale la crisi del sistema scolastico italiano e’ così avanzata e profonda da richiedere lo sforzo congiunto (bipartisan) di tutti, sempre che questo sia anche sufficiente per invertire il trend della pericolosa inclinazione in atto. In un recente confronto tra sottosegretari all’istruzione pubblica, Aprea e Bastico, promosso tempo fa dalla rivista TUTTOSCUOLA, è emersa l’idea di una possibile intesa su alcuni aspetti tra cui: quello economico, quello ordinamentale, quello istituzionale, quello sindacale, quello della valutazione di sistema.Sul versante economico bisognerà trovare le risorse, hanno concordato, per innalzare gradualmente la spesa, che nel 1990 era del 10,3% sulla spesa pubblica totale contro l’8,8 del 2006, avvicinandola ai parametri internazionali della percentuale media dell’area OCSE (6,1% del PIL contro l’attuale 4,5%). Questo indirizzo importerà, ovviamente, l’obbligo di razionalizzare le componenti della spesa, lottando contro visibili inefficienze e sopravviventi sprechi. Sul versante ordinamentale alle due sottosegretarie è sembrato importante concordare sulla riduzione degli orari e sulla semplificazione delle materie di studio per grandi branche, potenziamento, però, anche la filiera tecnico-professionale. Più che di grandi, ricorrenti e conclamate riforme occorrerebbe, questo è anche una conclusione emersa nei giorni scorsi a Fiuggi in occasione degli importanti Seminari dei dirigenti scolastici de “La Scuola laziale riflette su se stessa“, la necessità di un confronto e di un taglio europeo per l’obbligo scolastico e sull’educazione permanente, lungo tutto l’arco della vita, nel presupposto dei cangianti scenari culturali e lavorativi, magari anche partendo concretamente, o no, da alcuni spunti concreti prodotti già da Moratti e Fioroni. Sul versante istituzionale bisogna che le forze politiche si impegnino per l’attuazione piena del Titolo V della Costituzione, con l’obiettivo della ricomposizione delle funzioni inerenti l’istruzione, in un quadro in cui i poteri e gli strumenti che spettano a ciascun Soggetto istituzionale – Stato, Regione, Autonomie locali e scolastiche – risultino coordinati (nel precedente articolo in www.andreatta.it ho parlato in merito di “sinergia vincente”) per realizzare l’imprescindibile fine comune di un governo moderno, efficiente ed efficace, del sistema formativo). Sul versante sindacale, con una visione finalmente ribaltata e innovativa, bisogna che le OO.SS. riscoprano e valorizzino, e non osteggino, il merito professionale e l’avvio di una vera e propria carriera per i docenti con un adeguamento retributivo a livello europeo (anche questo ci farebbe integrare meglio nell’UE), con una significativa filiera formativa per tutti gli operatori e una necessaria riqualificazione professionale degli ATA, particolarmente dei collaboratori scolastici. Necessario, allora, studiare e applicare forme e interventi per il superamento definitivo, con concorsi banditi a cadenza puntuale, del fenomeno del precariato che si accumula e delle sanatorie di qualunque genere che successivamente si impongono. Un’accettabile politica, da chiunque portata avanti, deve dimostrare di saper programmare, di saper governare i processi e le dinamiche anche quelli più complessi e difficili bandendo da sé ogni clientelare idea e prospettiva di condoni e sanatorie (dall’urbanistica al trattamento dei rifiuti solidi urbani, alla gestione dell’accesso programmato nel mondo del lavoro) altrimenti scivoleremmo impoliticamente verso il… “terzo mondo” rinunciando ad essere un’Italia in un’Europa che cammina.Sulla valutazione di sistema, infine, essa svolge in altri Paesi una preliminare ed essenziale funzione di sostegno all’innovazione e al miglioramento della qualità. Tanto più importante se si crede e si vuole giustamente puntare a rafforzare e a garantire l’autonomia didattica, di ricerca tecnico-scientifica, funzionale, giuridica e amministrativa delle nostre Istituzioni scolastiche. Altrimenti sarà sempre più, la nostra, un’autonomia monca che continua a muoversi tra crisi e utopia. | ||
di: Sergio Andreatta |
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