L’ info-point della stazione ferroviaria di Latina
di: Sergio Andreatta
La Stazione di Latina Scalo, progettata dall’arch. Angiolo Mazzoni, (1894/1979), rappresenta uno tra più interessanti edifici architettonici rimasti dopo il saccheggio della città di fondazione. Dello stesso architetto sono le Poste Centrali in Piazzale dei Bonificatori già pesantemente manomesse con un’aberrante ala nuova, soccombendo alle aumentate necessità, durante i decenni dell’amministrazione democristiana. Ora su questo Palazzo (1932 – 1935) è in corso un programma di restauro conservativo delle pareti verticali e delle pavimentazioni esterne. Mentre nel piazzale antistante la Stazione ferroviaria di Latina Scalo, opera di questo geniale ingegnere e architetto del Min. delle Comunicazioni dell’epoca, si sta realizzando in queste settimane un Punto di Informazione destinato, secondo noi, a comprometterne irrimediabilmente l’armonia delle prospettive. Sulla questione, minore rispetto ad altre se volete, si è intessuta ultimamente un’intensa querelle in città tra l’ass.Guercio di AN (uso qui ancora le sigle partitiche ante PDL), anche architetto, che osteggia tale bruttura e l‘ass.Tiero di F.I. che, invece, la sponsorizza. Il Sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, dopo le proteste che si sono levate, sollecitato da un intervento personale del cons. Davoli, ha ordinato l’immediata sospensione dei lavori, in attesa di acquisire il parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali del Lazio. Tale parere è arrivato… Ma, anche a prescindere da esso, per molti cittadini questo Info-Point, già in gran parte costruito, … non s’ha da fare e le murature innalzate andrebbero demolite. Ma se proprio lo si vuole, lo si faccia in luogo meno invasivo per la “metafisica costruita” della città di fondazione, per usare il titolo di una Mostra pregevole organizzata qualche anno fa a Roma dal Touring Club Italiano, portata anche a New York per la sua importanza. Di spazio in prossimità ce ne sarebbe tanto per garantire quell’occupazione pure promessa ad una persona. Ma quel gabbiotto in muratura lì, proprio no!La questione sollevata da persone sempre attente a quel che accade sul territorio pontino e la risposta al quesito del Sindaco ha permesso anche, però, alla società civile del capoluogo pontino di sapere che la struttura della stazione ferroviaria, come altre significative, non è attualmente protetta ad alcuna forma di tutela culturale e paesaggistica. Il dubbio è stato definitivamente dissolto dalla comunicazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Architettonici – del 31 marzo 2008, in risposta ad una richiesta di verifica della sussistenza dell’interesse artistico e storico inviata dal Comune di Latina. Con tale nota il Ministero ha comunicato di non ritenere possibile (ed è secondo noi una grave sottovalutazione!) avviare il procedimento previsto dall’art. 12 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (anche noto come “Codice dei Beni Culturali”), relativamente al complesso della Stazione Ferroviaria di Latina Scalo. Qualcuno ha, peraltro, rilevato come intorno agli anni ‘90 fosse la stessa la Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali del Lazio – Centro Operativo di Latina – ad autorizzare l’avvio dei lavori di restauro della stessa Stazione. La Stazione di Angiolo Mazzoni, come molti edifici da lui progettati, costituisce un notevole esempio di architettura razionale-moderna e andrebbe tutelata attraverso il vincolo monumentale da estendere, per unitarietà stilistica e di funzione di un’epoca, anche al complesso degli edifici annessi. Purtroppo, invece, queste poche strutture architettoniche superstiti, pure pregne se volete dei simbolismi e della retorica di regime ma edifici comunque di pregio perché testimoni dell’epoca storica della fondazione di una Città (Littoria-Latina) e alla nascita di una Comunità, risultano ancora sprovviste dei vincoli di cui all’ art. 12 del Decreto Legislativo n. 42/2004. Riteniamo, allora, che Il Centro Operativo di Latina della Soprintendenza debba impegnarsi seriamente, in fattiva collaborazione con gli Enti Locali, per il conseguimento di questo importante obiettivo di salvaguardia di una memoria. La questione non è nuova se, già nel 1994, gli Ordini professionali degli Ingegneri e degli Architetti della Provincia di Latina presentarono una proposta per l’apposizione del vincolo agli edifici e agli ambiti originari. Tale proposta, recepita dall’allora sindaco sen. Ajmone Finestra, riscosse l’approvazione del Consiglio Comunale di Latina, ma tutto rimase fermo a livello di valore puramente simbolico, giacché il vincolo monumentale non venne mai apposto con un Decreto del Ministero né da parte del Comune nessuno fu mai incaricato di seguire l’iter burocratico, tant’è che ci scontriamo con la sorpresa di oggi. La preoccupazione è ora espressa da alcuni esponenti politici del capoluogo, e anche da noi di www.andreatta.it , oltre che sottolineata con una severa nota di Italia Nostra della Sezione di Latina rappresentata da Antonio Magaudda.