9th Nov, 2011

Il dirigente scolastico di fronte alla nuova organizzazione scolastica

Il dirigente scolastico di fronte alla nuova organizzazione scolastica.

di  Sergio Andreatta

IL PIANO DI DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO APPROVATO DALLA PROVINCIA DI LATINA

 

Prima di dar corso al disegno di un Piano di dimensionamento scolastico con ipotesi di nuovi I.C. a Latina i dirigenti scolastici hanno cercato di capire la sostenibilità di un rapporto fra governance e reti di scuole pubbliche secondo un concetto di sistema integrato territoriale. L’attivazione della nuova rete di I.C., nella sua ricerca della maggiore condivisione pubblica, avrebbe dovuto avere come obiettivo il successo formativo dello studente e la migliore localizzazione di ogni nuova istituzione nel contesto territoriale pontino ad essa viciniore.

Il modello di rete da proporre, in una fase preliminare di studio, è stato analizzato in quanto «modalità organizzativa» di politiche scolastiche integrate viste nelle problematiche vitali ed emergenti e nella prospettiva del mantenimento almeno quinquennale (meglio se lifelong) di ogni istituzione autonoma del capoluogo come prescritto dall’art. 19 della L.n.111/2011.

Lo sviluppo della nuova rete veniva anche esaminato nei suoi rapporti fra rete e qualità, con particolare attenzione alla dimensione numerico-organizzativa di ogni nuova istituzione, alla dimensione funzionale e relazionale, all’approccio Scuola-Famiglia.

Il nuovo Piano veniva pertanto considerato non soltanto da un punto di vista comunicativo, ma soprattutto da un punto di vista organizzativo-numerico (1001/1999 studenti) dell’istituto con tendenza al suo assestamento intorno ai 1300 studenti, salvo due eccezioni in sovraccarico(+ 1600 studenti negli I.C. inclusivi della SMS Leonardo da Vinci e dell’IC don Milani), come strumento per facilitare la migliore relazione educativa fra i diversi soggetti.

La Commissione ha maturato la consapevolezza che fossero necessari diversi livelli di intervento e che specifici progetti operativi di adeguamento strutturale della rete e/o manutentivo straordinario e ordinario a carico dell’Ente locale non dovessero andar confusi con la governance didattica di specifica spettanza dei soli dirigenti scolastici.

Nella divisione interistituzionale di compiti, funzioni/strumenti/servizi secondo specifiche competenze, andava comunque ricercato un coordinamento per mettere in comune le problematiche e le azioni. E in questo senso si è proceduto all’attivazione della Commissione Mista tra DS e funzionari del Comune di Latina, Assessorato alla P.I., coordinati dall’assessore Marilena Sovrani. I DS, coordinati da Sergio Andreatta, avevano, peraltro, già individuato anche un’esigenza di nuova formazione del personale docente e ATA. In ogni caso il nuovo I.C per gli utenti, dato il contesto e le abitudini dinamiche, non poteva rappresentare neanche lontanamente un’idea di coartazione ma avrebbe riconosciuto la mobilità degli studenti e la facoltà dei genitori di scegliere l’iscrizione presso l’istituto preferito a prescindere dal legame col quartiere di residenza. E tuttavia una valutazione matematica dei dati si rendeva necessaria in premessa e, pertanto, si decideva, ai fini dell’aggregazione delle scuole minori intorno ad una anagraficamente maggiore, di operare non sulle sabbie mobili dei singoli desiderata ma sulla scorta dei dati ufficiali degli organici di diritto. Sulle Linee guida date dal Decreto e sui criteri orientativi suggeriti dall’Atto di indirizzo regionale si innestavano poi le considerazioni locali: 13.700 studenti di 3-14 anni, con un trend d’incremento statistico minimo del 3%, da organizzare in 12, 11 o 10 nuovi I.C.

La Commissione si è trovata ad operare in tempi comunque molto ristretti e limitati e con l’esigenza di dare spazio alle proposte e alle osservazioni provenienti, oltre che da tutte le scuole, da altre agenzie sociali legittimate.

Lo spirito di collaborazione con il Comune ha animato il gruppo di lavoro dei DS fin dall’inizio in un continuo confronto collegiale e con un uso della metodologia dell’analisi di ogni caso nei suoi aspetti (anche di quello sollevato dall’ansia di espansione della S.M.S. Volta) in un’ottica di miglioramento e di qualità del servizio scolastico pubblico.

Il Piano elaborato e che sarebbe stato sottoposto poi all’approvazione della Giunta Comunale di Latina e della Commissione tecnica della Provincia individuava la migliore governance del nuovo I.C. in un sostenibile miglior raccordo fra i diversi sistemi esistenti sul territorio. E’ stata evidenziata, al di là del Piano formale, la necessità di diversi livelli di intervento non confondibili con la governance tecnica dell’istituto, di un coordinamento interistituzionale permanente e di strategie più ampie di collaborazione fra i diversi soggetti interessati. Si è condiviso che si poteva individuare un livello o tavolo di coordinamento istituzionale per la definizione delle linee strategiche e per i raccordi fra le politiche afferenti i diversi sistemi ma anche un livello tecnico ed operativo, dove la rete dei nuovi I.C. sarebbe dovuta diventare lo strumento organizzativo per il raggiungimento degli obiettivi di garanzia della continuità educativa e didattica e dei traguardi di apprendimento assegnati dalle Indicazioni nazionali per i vari curricoli.

Non trascurabili nè trascurati sarebbero stati gli obiettivi specifici per contrastare il rischio di dispersione scolastica, incisivo particolarmente nel quartiere di Latina Ovest soggetto a dinamiche migratorie dall’Est Europa, dai paesi magrebini e dalla Cina, quartiere in cui per i bassi costi dell’affitto delle case si concentra la vita delle giovani coppie di immigrati pur con qualche difficoltà di integrazione. Purtroppo la Commissione non se l’è sentita, per alcune difficoltà evidenti, di valorizzare quel quartiere, come rappresentato dal dirigente Sergio Andreatta, con l’istituzione di un’autonomia scolastica attraverso il rimodellamento del II Circolo didattico reinglobando le scuole già amministrate di Borgo Piave e abbinandolo alla SMS Corradini, orientando cioè diversamente verso sud, dove esiste invece un’alta densità demografica di studenti, la legittima aspirazione del VII C.D. di Via Bachelet (già con più di 1000 alunni in anagrafe) a costiturisi in autonomia. Di conseguenza la comunità locale intorno a Via Romagnoli (dove pure insistono due Istituti superiori come il Liceo Manzoni e il Marconi), potrebbe patire in futuro per questa mancanza di scolarità del I ciclo ma, in ogni caso, nulla è mai da intendersi determinato per sempre. In tal senso si attiverà un’azione sistematica di monitoraggio.

Una riflessione professionale più profonda sul ruolo socioculturale della scuola pubblica abbinata a partner sociali in un raccordo stretto con l’ambiente del quartiere e il territorio, l’associazionismo e le organizzazioni produttive avrebbe potuto probabilmente favorire forme di rinascimento e di sviluppo dello stesso quartiere nell’interesse più ampio della promozione personale dei soggetti e della stessa sicurezza sociale della città.

La costituzione di un networking intorno a questo progetto ipotizzato da Sergio Andreatta e l’avvalersi di competenze trasversali sarebbe stato un segno di grande attenzione politica e di modernità di visione sulle prospettive della scuola.

Tanti attori si sarebbero potuti coinvolgere ed impegnare per costruire una cultura e un linguaggio comune, una condivisione di valori e di approcci educativi in sintonia e partecipazione con la «ricerca-azione» della comunità professionali dei docenti che, seppure aperta e dinamica, vedo però un pò stanca per dover addossarsi sempre da sola ogni sorta di problemi familiari e sociali dei suoi alunni.

Le sempre più ridotte risorse umane e professionali che operano all’interno di una scuola sembrano ora ristrette all’angolo, mandate in burn-out da una politica scolastica, anche per la carenza delle finanze destinate, mai stata così miope in Italia negli ultimi 50 anni.

Ciò malgrado, resistendo ad ogni colpo basso, le scuole e i DS continueremo a promuovere reti in partnership, a trasferire esperienze, ad attivare processi e a sviluppare nuove competenze. Con l’obiettivo di:

• prevenire la dispersione scolastica;

• superare gli stereotipi in circolo;

• sostenere la cultura del pensiero critico e divergente e non dell’utopia tipica delle ideologie;

• sperimentare prassi metodologiche efficaci di ricerca-azione e pratiche orientate alla certificazione di qualità e alla soddisfazione dell’utenza;

• attivare percorsi interculturali di integrazione e inclusione dei migranti e dei diversi.

In questo senso abbiamo ritenuto che la  Rete dei 10 (ma non abbiamo del tutto escluso che potrebbero, alla fine, anche esserne costituiti 11) Nuovi I.C. di Latina, seppure non andasse sicuramente annoverata tra le misure dell’ottimizzazione del servizio scolastico pubblico (I Ciclo) ma soltanto tra quelle della risposta alle esigenze urgenti del bilancio dello Stato, potesse (di necessità virtù) costituire il male minore rispetto a certe soluzioni disastrose che pure erano state avanzate al tavolo di lavoro e anche trattate dalla Commissione di studio ma da essa non convalidate. © – Sergio Andreatta. Riproduzione riservata. PDF_Andreatta=6221

Anna Maria Scampone Alla scuola pubblica si sta chiedendo di tutto e di più. Stiamo resistendo a questo assedio, ma ogni nuova bordata indebolisce l’intero sistema. Nonostante tutto ci si industria tutti per offrire la migliore qualità possibile, ma troppe volte questo equivale ad una pericolosa arrampicata sugli specchi.
  • Intendo dire che le esigenze di riduzione della spesa pubblica, nonostante siano urgenti e inderogabili, non possono e non devono condurre a dimensionamenti con basi numeriche di utenza così elevate. Ma ci rendiamo conto di quante e quali responsabilità deve gravarsi un Ds? Ma, nel dover rincorrere questo e quell’altro problema (si dilateranno, giocoforza) non è pensabile che il Ds perderà di vista la sua funzione educativo pedagogica di indirizzo e coordinamento per occuparsi della sola gestione burocratica di un sistema dalle dimensioni elefantiache?
     
  • Sergio Andreatta Attualmente gestisco 2 Istituzioni autonome con 14 scuole (7 ciascuna). 1700 alunni complessivamente. Ed è una gran fatica sopportabile soltanto in stato di emergenza, non ordinariamente. 

  •  

  • A R T I C O L I     C O R R E L A T I
  •  0  –   1  –  2  –  3  –  4 – –  6  – 7
  • Intervista di RadioLuna  all’ass. alla P.I. Marilena Sovrani e al decano dei dirigenti scolastici italiani Sergio Andreatta 

    I Commenti sono chiusi.

    Categorie