19th Dic, 2011

Essere dirigente scolastico oggi

Come predisporsi a diventarlo superando una preselezione di quiz, due prove scritte e un colloquio. Ma nel recente passato sono stati molti i concorsi riservati, cioè semplificati a vantaggio di certe categorie di docenti.
 
I temi del Concorso per dirigente scolastico in Italia e nel Lazio
 
di Sergio Andreatta
 
La prima osservazione che mi è venuta in mente quando ho letto le tracce dei due temi assegnati nei giorni scorsi ai docenti candidati al Concorso per dirigente scolastico, è che ogni USR d’Italia abbia inteso agire in assoluta autonomia e proporre delle proprie tracce indipendenti, talmente diverse alcune da quelle delle altre Regioni italiane da legittimare perfino il pensiero di un diverso grado di difficoltà prospettato da alcune rispetto ad altre. Né è necessaria una minuziosa analisi comparativa per dimostrarlo. Singolare questa procedura per procedure asistemiche.
Tracce semplicemente diverse e implicanti, comunque, un diverso approccio intellettuale e, in prospettiva per l’esito, una diversa possibile valutazione (quest’aspetto accentuato rispetto al mio concorso – unico nazionale del 1977 – anche dalle diverse commissioni di esaminatori neanche tra loro correlate e coordinate). Si stenta a credere che ciò sia potuto accadere essendo una la Repubblica e unica, al di là delle caratteristiche personali di ogni candidato, la funzione dirigenziale scolastica e l’idea che di essa nel suo intento vuole dare l’Amministrazione Centrale. Questa pluralità di indirizzi non mi pare la migliore premessa e un’assoluta garanzia sul minimo comun denominatore di equanimità nel giudizio. Così potrebbe accadere di tutto, anche – non soltanto sospettabilmente – che in alcune Regioni del Sud tradizionalmente più suscettibili di altre al fascino delle clientele e delle raccomandazioni, se non si sovvertono i parametri di giudizio, si subiscano le interferenze politiche più eterogenee. Ed ecco le due tracce assegnate nel Lazio e preposte, per dura selezione, al subitaneo scarto di oltre 500 candidati su poco più di 900. A ben leggerli i temi assegnati non soltanto sembrano alla portata di tutti i candidati, ma addirittura di facile svolgimento. In realtà l’apparente facilità delle argomentazioni può mascherare alcune insidie. Si pensa, infatti, che ci possa essere sempre un modo migliore e più efficace per ottimizzare le proprie risposte, per “bucare il video” e farsi notare come originali e in ogni caso con questa selezione ci fermiamo ancora ad un ambito teorico che non esamina i comportamenti sul campo del futuro DS e non salvaguarda affatto il sistema da eventuali fallimenti. E ci saranno, forse, dirigenti esperti (passaggio non previsto ma prevedibile) ad affiancare come tutor i neovincitori di concorso, neanche esposti ad un periodo di prova? 
 
Prima prova – 14 dicembre 2011
1- Una scuola che sente il bisogno di rendere conto del proprio operare sente la responsabilità del proprio mandato. In tale prospettiva, delinei il candidato le funzioni e i compiti del dirigente scolastico.
Ed ecco alcuni richiami: responsabilità, efficacia nei molteplici processi del mandato, pubblicità/trasparenza. Sul mandato, chi lo conferisce e perché nell’interesse degli studenti e delle famiglie. Per la filiera della valutazione dall’autoanalisi alle varie procedure dell’etero-valutazione (vero punto debole oggi) fino alla valutazione percepita (client satisfaction). E questo nella scissione dei processi in rapporto ai compiti della funzione per ognuno di essi. “Rendere conto” del proprio operare, come vuole un concetto dottrinale di democrazia, non vuol dire soltanto renderlo per gli aspetti gestionali e amministrativi del Programma finanziario, e contabili in generale ma molto più ampiamente a 360°, in tutte le dimensioni previste dalla funzione “politica” del DS relativamente al sapere (propria cultura professionale), al saper fare (strategia operatoria), al saper essere (rapporti con i vari mondi interni ed esterni), al saper scegliere (capacità di elaborare ed impostare linee-guida. “Render conto” vuol, soprattutto, dire che il D.S. ed i docenti devono essere ben consapevoli che l’art. 30 della Costituzione affida ai genitori il “dovere e il diritto di… istruire ed educare i figli, …” e che la scuola, come servizio pubblico, li aiuta ad assolvere questo loro compito.
Seconda prova – 15 dicembre 2011
2- Un dirigente scolastico recentemente assegnato ad un istituto deve affrontare il problema rappresentato dal crescente numero di iscrizioni da parte di alunni provenienti da contesti migratori. Alcuni docenti, non particolarmente formati ai processi di inclusione sociale e/o lavorativa  e all’innovazione, faticano a trovare strategie che consentano il conseguimento di esiti formativi efficaci. Il candidato descriva le azioni professionali promosse dal dirigente scolastico per la realizzazione del mandato istituzionale.
Il contesto migratorio, così attuale, vivo e pungente nella società italiana di oggi (basti riflettere ai recenti episodi di cronaca di Pantelleria, Torino e Firenze), non è in sé un “beauty contest” ma qualcosa che comporta un ulteriore gradiente di difficoltà nei processi formativi. Anche i docenti più aperti e accoglienti si trovano a doversi porre e ad affrontare alcune questioni, da quelle di cultura, religione, lingua e sensibilità diverse, all’emergenza di alcuni fenomeni di bullismo. Stranieri diversi nel loro modo di essere, di apparire e di esistere. Stranieri in cerca di una “facile” collocazione nel tessuto civile e di un reimpianto nella nuova sociosfera. Stranieri in lotta quotidiana, spesso in una cornice di diffidenza pubblica e  con il bisogno di un’integrazione sociale e lavorativa. Stranieri che perseguono, come è nel diritto internazionale, un’idea di progresso e di indipendenza economica. Stranieri in pari dignità e da trattare senza discriminazione per l’art. 3 della Costituzione Italiana, non soltanto nel fondato principio ma concretamente nei fatti. Stranieri che aspirano al diritto al soggiorno, se ne hanno i requisiti, e da non sfruttare per lavori in nero. Stranieri alla ricerca di migliori condizioni di vita, e spesso di libertà, rispetto ai Paesi della loro origine. Stranieri con la prospettiva a medio raggio del conseguimento della cittadinanza italiana per loro e, soprattutto, per i loro figli, se sapranno conformarsi alle leggi dello Stato italiano. Di fronte a questi arrivi che vanno a cancellare demograficamente il saldo passivo della natalità degli italiani e la carenza di manodopera, di fronte alle nuove dinamiche, in alcuni quartieri più vorticose, come approntare strategie che consentano il conseguimento degli esiti più efficaci? Ormai siamo abituati all’interno dei nostri Istituti ai Progetti di multiculturalità e d’interculturalità. Talvolta semplici stereotipie per esorcizzare i nostri tabù perché ci fermiamo al colore della presenza e al semplice folklore di usi, costumi e tradizioni importati dai vari paesi. Talvolta ci  mettiamo anche a tavola per condividere insieme alcuni menù, ma alla fine stentiamo a disancorarci da alcuni pregiudizi e con una certa dose di ipocrisia ognuno finisce col rimanere trincerato nelle sue posizioni. Razzismo magari no, sono minoritarie tali censurabili vicende ma non sappiamo andare oltre. Eppure l’antica Roma imperiale e il Cristianesimo fin dalle sue origini sono lì a indicarci le vie dell’intelligente e amico cosmopolitismo. Una scuola attenta, secondo le sue possibilità e le sue competenze, predispone ogni misura per favorire la comunicazione con le famiglie e promuovere l’insegnamento della lingua italiana dei bambini immigrati e, sostenibilmente, il mantenimento di quella di origine. Il M.I.U.R. già da alcuni anni emana disposizioni in merito e, attraverso gli U.S.R., finanzia i progetti più significativi delle aree a più forte tasso migratorio. Nell’ambito delle iniziative per lo sviluppo del dialogo interculturale e in concomitanza con la preparazione di un Libro verde sulla migrazione e l’istruzione (Migration & mobility: challenges and opportunities for EU education systems), la Commissione europea ha chiesto nell’anno 2008 alla rete Eurydice di aggiornare parzialmente l’indagine precedente (2004) sull’integrazione scolastica dei bambini immigrati in Europa. In particolare, si è scelto di aggiornare i dati relativi alla comunicazione tra scuola e famiglie di alunni immigrati e quelli concernenti l’insegnamento della lingua d’origine. E’ questa “la difficile scommessa” dei giorni nostri, come ho chiamato un progetto in funzione nel mio IV Circolo didattico di Latina da oltre 15 anni. Guardiamo, per certi versi, all’esempio della Comunità di S.Egidio il cui fondatore è diventato ministro in questi giorni, traiamone spunti e conclusioni. In principio era il … verbo, la lingua, la comunicazione, le espressioni empatiche tra pari e con i professori. E’ questo lo start dell’acquisizione per ogni buona accoglienza in considerazione che l’altro non è comunque da intendersi mai come “il mio inferno” (J.P.Sârtre). Potrei addentrami in altri percorsi formativi e didattici specifici sui diversi livelli, sviscerarli tecnicamente, ma preferisco chiudere qui il sipario di questo breve e incompleto ripercorrimento sulle tracce dei due temi del concorso a dirigente della scuola pubblica italiana. “Nel ruolo dei capi d’istituto da 33 anni, malgrado le tante incombenze giornaliere, ancora mi diverto – assicura il prof. Sergio Andreatta – se non soffoco del tutto la mia intelligenza emotiva, se non ripudio le mie visioni un pò infantili e, soprattutto, se coltivo  il desiderio di stabilire ogni giorno nuove combinazioni tra il pensiero mio e quello degli altri, mescolando l’economia dell’apprendimento e della pratica ormai per abitudine alle stimolanti novità di una mente che deve essere sempre creativa per la risoluzione migliore dei problemi.  E per la risoluzione creativa dei problemi, scrive lo psicologo di Yale Robert Sternberg, è essenziale riuscire a individuare i segnali rilevanti, separandoli dai rumori di fondo che rilevanti non sono. Psicologia e filosofia di vita. Ecco, il dirigente scolastico sia un creativo sia pure integrato nel suo contesto. Questo il mio augurio alle nuove leve”. © Riproduzione riservata.
 

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