Io non so se i vescovi italiani facciano politica, come dicono anche molti. Non lo so e non lo voglio neanche sapere. Ma cosa può pensare un elettore di Latina, magari anche cattolico, passando davanti al cancelletto del Vescovado?
Il megamanifesto di Zaccheo (6×3) sta lì, dentro l’attuale unico cancello per la Curia, proprio sopra l’insegna del Vescovo Giuseppe Petrocchi che sembra così fargli da trailer.
Siamo a Latina dove è stata realizzata una mega-curia vescovile sovrabbondante le necessità, anche in espansione, per i prossimi cento anni.
Senza entrare nelle sconcertanti vicende già puntualmente raccontate dalle cronache pontine che, forse con malignità, hanno voluto insistere su una questione di cubature sottratte ai vicini e concesse ad altri, supplementarmente al vescovo dal Comune, e sull’opportunità dei generosi finanziamenti erogati dall’Amministrazione Provinciale, chi dovesse vedere (e come si fa a non vederla dalla prospettiva di Piazza Paolo VI?) questa proclamazione preferenziale, sia pure non da ritenersi un “dogma” di fede, che cosa deve pensare nell’imminenza delle tormentate votazioni amministrative di domenica prossima? Soltanto a… inopportunità? E come si deve sentire una persona: moralmente o pragmaticamente obbligata? Da sempre la chiesa, quella parte di chiesa in affari e distante dai Vangeli che si percepiscono sempre più come un’altra cosa nella loro straordinaria e permanente validità, si connota come condizionante la laicità dello Stato che vorrebbe subalterno e nello stesso tempo temente le avanzanti libertà individuali di coscienza. Ricerca di libertà anche bollata (nel tentivo di un richiamo al suo dna di “religio”- legame) come rischioso relativismo e pericolosissima e aberrante interpretazione soggettiva.
Sergio Andreatta, (Latina, foto del 24.05.2007).
P.S. E se anche i piedi di quel cinemascopico tabellone posassero… in altro suolo (della parrocchia o di un privato, ma è tutto da dimostrare) la prospettiva pubblicitaria dell’anima e della mente (dato il posto “religioso” in sè anche per la contigua presenza, in aggiunta, di un istituto di suore) per la gente comune, non può che farsi risalire a chi detto… E come non ricordare, allora, che durante le ultime elezioni politiche nelle chiese di Latina, compresa la mia parrocchia, tra la stampa autorizzata (Avvenire, Famiglia Cristiana, ecc…) si trovavano mescolate numerose copie della rivista partitico-militante del sen. Riccardo Pedrizzi (AN) “L’Intervento”?… Mentre al sindaco veniva anche permesso uno show durante una celebrazione liturgica in cattedrale presieduta dal vescovo. Mentre il parroco di Borgo S.Maria, al termine di un funerale, elogiava solo quindici giorni la politica lungimirante e di prospettiva futura del presente sindaco… O, infine, che cosa ancora pensare del fatto che per il “family day” i bambini della I comunione venissero deviati dal loro programmato ritiro spirituale e tradotti in pulman in Piazza S.Giovanni Laterano?
Non sarebbero da evitare tutti questi inquinamenti (per certi versi anche… inchinamenti), queste esplosive contaminazioni tra fisico e metafisico? Da evitare questi tentativi di strumentalizzazione guidata delle masse qualunque fosse la parte politica “contro” o quella “a favore”?
No, non mi sembrerebbero essere queste le giuste strategie per alimentare o mantenere quel pò di sentimento religioso che ancora persiste nella nostra comunità pontina.