L’Africa… un ambiente da salvare
Ricerca etnomusicale e spettacolo al Teatro Cafaro degli alunni della Scuola primaria C.Goldoni di Latina.
Lavorare per un intero anno scolastico sulla tematica concordata in rete con l’Assessore al Valore Cultura del Comune di Latina Bruno Creo: “Vivere in sicurezza. La vita non è un optional”. Lavorare in una ricerca di originalità di percorso è quello che hanno fatto gli alunni delle classi II e III della “Carlo Goldoni” con le loro Insegnanti (Anna Rita Dorigo, Simona Santoro della Scuola Primaria e Daniela Neroni della Scuola dell’Infanzia). Ecco, allora, il filo rosso di un innovativo percorso etnomusicale. E l’Africa a venire, così, posta al centro del loro interesse. L’Africa, la sua cultura, il suo ambiente originario, la sua musica rituale. Ecco un guerriero masai (Sipano Seperua), personaggio realmente esistente, che lotta per la salvaguardia della sua terra, la Tanzania.
Da bambino, sembrerebbe una storia inventata, in una foresta vicina al suo villaggio egli fece un incontro straordinario con un leone che gli risparmiò la vita. Crescendo, per diventare guerriero, avrebbe dovuto dimostrare tutto il suo valore superando la sua prova di iniziazione: l’uccisione di un leone. Ma nel momento dell’incontro con un maestoso felino ecco con sorpresa che gli si parò di fronte il suo salvatore.
Gli sguardi si incrociarono, i petti sussultarono, le emozioni scossero e travolsero l’animo di Seperua fino a fargli conficcare la lancia sul tronco di un’acacia. Ed ecco il leone, che lo aveva salvato da bambino, era salvo a sua volta. Seperua aveva maturato proprio fulmineamente in quel preciso istante quella che sarebbe stata la filosofia di tutta la sua vita: non avrebbe ucciso quel leone né nessun altro animale più della foresta. Sarebbe diventato ambasciatore del suo paese e del rispetto conservativo del suo habitat floro-faunistico. Le musiche che hanno caratterizzato l’interessantissimo spettacolo, fino ad impregnarlo, sono ritmi originali africani, alcuni dei quali forniti dal cantante berbero Nour-Eddine, un musicista eclettico, cantante e coreografo, autore di opere musicali del “deserto” e del “mediterraneo” basate sul recupero della ricchissima e affascinante tradizione tribale e rituale Gnawa e Jahjuka, di ascendenza sufi. Altre musiche sono frutto di rivisitazioni del maestro Cristiano Becherucci del Conservatorio Ottorino Respighi di Latina. La bravura dei bambini preparati dalle insegnanti del IV Circolo didattico di Latina diretto da Sergio Andreatta e l’originalità delle sonorità ha incuriosito molto il pubblico e interessato la stessa RAI3 nazionale intervenuta al Concerto-Coro dei bambini diretto da Luigia Berti e a cui ha partecipato lo stesso Nour-Eddine. Belle e apprezzate anche le scenografie, elaborate in laboratorio da alunni e insegnanti, tra cui la cantante Cristina Ascani, dove nella luce dei tropici venivano esaltati i colori delle maschere, del totem e dal rosso dei mantelli dei Masai prima del sopraggiungere degenerativo del consumismo turistico delle società occidentali.