12th Giu, 2007

Parole di Pace, un libro scritto dai bambini

 “Immagini e Parole in marcia verso la pace in un percorso linguistico” è questo sostanzialmente il messaggio più significativo espresso dai bambini, anche in un grande e vivace poster, alla presentazione del loro libro “Parole di Pace”. La stampa pontina se n’è occupata. Il quotidiano “Il Territorio” e l’emittente “TeleEtere” hanno dedicato ampi servizi all’importante evento. Maria Corsetti scrive:”Quello che non si dice”. E poi un grande successo teatrale al Palacultura…
Il giornale Il Territorio di venerdì 1 giugno ha dedicato un articolo trailer in prima pagina e due intere pagine (16 e 17) alla presentazione del libro “Parole di Pace” avvenuta il giorno prima nel cortile della Scuola primaria “G.Mazzini” di Borgo San Michele. Autori del libro, ispirato e curato dalle 16 insegnanti, sono i 130 alunni che frequentano quella scuola. In I pagina il titolo è: “Parole di Pace”, i bimbi protagonisti. I ragazzi con l’aiuto delle insegnanti, hanno dato sfogo alla loro fantasia contro la barbarie e l’inciviltà” (di Stefania Saralli). Questo articolo prosegue all’interno, corredato con molte fotografie a colori del laboratorio linguistico e della presentazione fatta dagli stessi alunni, con il titolo:”Pace, non solo parole”. Parole di pace è composto di 64 pagine, suddivise in quattro parti:”I nostri nomi in rima”, “Sciarade”, “Limerik” e “Tautogrammi”. E si ricorda che il libro è “Dedicato a tutti coloro che credono nella forza di ogni singola parola, per costruire un mondo migliore”. Sulla spalla di sinistra di pag. 16 c’è un commento “Quando un percorso didattico sa essere originale” di Sergio Andreatta, il dirigente scolastico del IV Circolo didattico di Latina “C.Goldoni”. In fondo a destra di pag. 17 c’è la rubrica “Periscopio” con un articolo di Maria Corsetti, anche giornalista dell’emittente televisiva TeleEtere che ha mandato in onda durante i TG due ampi servizi su questo evento, che merita di essere riportato integralmente, magari proprio sulla scia di quello spirito indetto dal Ministro G.Fioroni per “LA SCUOLA SIAMO NOI”.

QUELLO CHE NON SI DICE
Cosa significa insegnare? Provare per credere. E per giudicare.
di Maria Corsetti

“Le cronache spesso ci riportano fatti della scuola poco edificanti. Lasciando da parte i casi più aberranti, ma rimanendo nell’ambito dei giudizi che a volte esprime la stampa circa il lavoro degli insegnanti, mi sento di dover dire la mia. Ho avuto nella vita la (dis)avventura della via crucis delle supplenze. Sapete cosa significa tenere a bada una classe di trenta ragazzini? E nel contempo insegnargli qualcosa? Provare per credere. Oggi i bambini sono vivaci e informati, pieni di cose da dire e nello stesso tempo stanchi da ritmi piuttosto serrati che spesso non tengono conto della loro giovanissima età. Con questi presupposti quella didattica è una vera avventura. Per gli insegnanti e per gli alunni. Arrivata due anni fa alla scuola Mazzini di San Michele per una collaborazione esterna ho cambiato idea. Probabilmente la lunga permanenza mi ha permesso di conoscere la realtà scolastica sotto tutti i suoi aspetti, sicuramente il fatto di non dover, indifesa, affrontare una classe, mi ha aiutato ad apprezzare la vivacità dei ragazzi. Ho visto insegnanti arrivare puntuali ogni mattina. Eppure non ci sono cartellini da timbrare. Le ho viste rimanere oltre il dovuto. Senza straordinari. Le ho viste impegnarsi su ogni ragazzo per tirarne fuori il meglio. Eppure non ci sono i premi produzione. Le ho viste alla ricerca di sponsor per poter confezionare il libro “Parole di Pace”, trattare con la tipografia il prezzo migliore. Senza guadagnarci nulla in più che la soddisfazione di aver insegnato gratificando i bambini con la confezione di un ottimo lavoro. Quando si parla di scuola va detto anche questo”…
I percorsi didattici, il Laboratorio linguistico, il libro “Parole di Pace”, il Laboratorio teatrale che troverà rappresentazione il 7 giugno prossimo al PalaCultura di Latina (Teatro Caffaro, ore 16,30) con l’azione scenica di “Una scelta difficile” il tutto per una precisa scelta progettuale, nell’ambito di una pedagogia della “Pace tra Culture e Popoli”, anche in rete con le altre Scuole del Territorio comunale di Latina.

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