10th Giu, 2008

Villaggio Fogliano negli anni Venti del Novecento

La presenza dell’On. Gioacchino Mecheri a Villaggio Fogliano

di: Sergio Andreatta 

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Di Gioacchino Mecheri, produttore cinematografico castellano, parlamentare e politico fascista, proprietario terriero e imprenditore sono note in realtà varie sfaccettature, tra solari e ombrose, della sua complessa personalità tra cui, relativamente alla ricerca di notizie da parte di uno studioso che si è rivolto espressamente a questo sito www.andreatta.it, quelle che ora gli posso riscontrare, come stimolo alla sua ricerca, dopo un breve excursus ricognitivo tra pontini che lo hanno pure frequentato… Siamo al Villaggio Fogliano negli anni Venti del Novecento, al crepuscolo della detenzione della proprietà da parte della nobile Famiglia Caetani di Sermoneta (Consultare Archivio Roffredo Caetani) della vasta Tenuta di Fogliano, Foce Verde e Cannucceto con terre e laghi, porticciolo, villa padronale (innestata nel 1877 su preesistenti manufatti e ruderi romani del III sec. d.C.), Casa della Inglese, più nota come Villetta Inglese (vedi foto di Sergio Andreatta) e Cappella in stile gotico. Siamo in una località considerata di assoluto pregio paesaggistico, che io conosco bene e frequento spesso, dove già a fine Ottocento si susseguivano le visite di illustri personaggi, come la stessa Regina Margherita, moglie di Umberto I, che ne fu ospite (di Roffredo e Onorato) nel 1894. Luogo di tanto e tale pregio ambientale da accendere un’azione espropriativa dello Stato in seguito alla quale dal 6 settembre 1985 entrerà a far parte del Parco Nazionale del Circeo. L’azione di lenta acquisizione da parte dello Stato era già iniziata intorno agli anni ’70, in esecuzione della Convenzione di Ramsar (1971), che tra l’altro aveva riconosciuto l’importanza della tutela dell’intero sistema dei laghi costieri pontini quale zona umida di rilevanza internazionale. La Villetta Inglese, come la Cappella nella sua pittoresca architettura tanto cara a questo ramo della famiglia, era in realtà una residenza comunitaria o “comunarda” per i lavoratori dei Caetani. Al piano terra erano poste le camere per i nuclei familiari ed un grande ambiente usato come mensa comune e sala di riunione. Una scala e un lungo ballatoio esterno portavano alle soprastanti stanze degli scapoli del piano superiore, riscaldate da un unico grande camino. Agli inizi del secolo XX, prima della grande trasformazione e contaminazione ambientale messa in cantiere con la bonifica integrale pontina, questa porziuncola della campagna romana era già abitata da più di 100 persone tra amministratori, fattori, cuochi, camerieri, garzoni, boscaioli, falegnami, butteri, guardiani, guitti, ma anche pescatori, barcaioli… Una comunità attiva che lavorava per i Caetani, padroni avveduti e abbastanza amati. Le persone conducevano un’esistenza sufficientemente accettabile, si intrecciavano relazioni, si combinavano matrimoni, nascevano proli guardate con favore, e in qualche caso sostenute, dagli stessi nobili sermonetani che prediligevano questo loro sito per la caccia e la pesca. Ed erano, così, una quarantina i figli dei guitti, alcuni dei quali riperpetuavano nel nome quello dei signori, con più frequenza per Leone, per cui viene anche aperta una scuola di alfabetizzazione (tradizione ravvivata in seguito nel Pontino da Giovanni Cena, Sibilla Aleramo, Alessandro Marcucci e altri). Nel 1917 muore Onorato Caetani e questo evento finisce col segnare un lento distacco della famiglia da questa località. Vari motivi vi contribuiscono. Il 1917 è anche l’anno importante della Costituzione del Consorzio di Bonifica di Piscinara promossa dalla stessa famiglia. Ma in un contesto di spregiudicati investimenti e interessi di una certa finanza cattolica si trova in qualche modo coinvolto ora il giovane ed inesperto erede di Onorato, Leone. La vicenda è quella nota della Società Bonifiche Pontine in cui l’idealista “giovin signore” si trova a doversi confrontare con speculatori e affaristi della taglia di un Gino Clerici e di altri che ruotano, come corvi, intorno al Banco di Roma. Il primo dopoguerra nel suo sfondo politico e sociale diventa ogni giorno di più destabilizzante per l’antico establishement dei Caetani. Nel gennaio del 1921 in una lettera alla madre Ada il giovane Leone, duca di Sermoneta e principe di Teano, così scrive”… ci sono questioni con le Bonifiche Pontine che stanno tentando di portarmi via la cara vecchia Fogliano…”. Tuttavia non demorde e nel 1922, quasi in un ultimo disperato ma innovatore tentativo di salvare il feudo fonda la “Società Leone Caetani per la Bonifica di Fogliano” dove nomina suo rappresentante ed amministratore l’ing. Stanislao Grazioli. Mentre il già citato Gino Clerici prende in affitto per un modesto canone annuo di L. 315.000 la tenuta con la splendida villa. Questi amministratori non riscuotono, però, la fiducia di alcuni familiari insospettiti e della stessa madre che (lettera del 30.05.1924) su di essi gli scrive: … do not trust him if it’s for a compromesso about your lawsuit wih Clerici. Though he always pretend to dislike Clerici he is instead working for him to get Fogliano away from you”. Dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 con cui il fascismo di Benito Mussolini prende il potere, nel luglio 1923 scoppia lo scandalo delle Bonifiche Pontine. Per indagare viene nominata una commissione parlamentare presieduta dal sen. Cassis, amico di Gioacchino Mecheri, che alla fine sollecita e determina l’intervento personale del capo del Governo, Benito Mussolini, che provvede alla sostituzione nel luglio del 1924 del Consigliere Delegato Clerici da tutte le cariche sociali ricoperte. Il potente Clerici era nel frattempo diventato anche Presidente del Consorzio di Piscinara, mentre la Società Bonifiche Pontine verrà messa in liquidazione e i suoi terreni incamerati nel 1931 nell’Opera Nazionale Combattenti (Archivio). E’, quindi, in questa operazione che subisce i più gravi contraccolpi la Società fondata da Leone Caetani che alla fine dovette cedere la residenza padronale, il parco e il giardino all’On. Gioacchino Mecheri che nel 1926 potrà dichiarare l’acquisizione del pacchetto di maggioranza per un importo complessivo di L. 7.500.000. Su questa operazione graverebbe secondo alcuni il sospetto diffuso di azioni dirette, e non del tutto disinteressate, di sostegno da parte del Regime che non gradisce e mal tollera, tra l’altro, l’indole liberale e democratica del giovane Leone, costretto a rifugiarsi in Canada (a Vernon nella Columbia Britannica) con conseguente rinuncia alla cittadinanza italiana, al suo seggio al Parlamento della XXIII Legislatura, al suo seggio nell’Accademia dei Lincei. Ed ecco, quindi, caro nostro lettore e studioso Eugenio Sacco, che nel 1929 sulle ceneri della Società di Bonifica del Caetani, sorge (sembra questo il suo interesse preminente) la Società Anonima Bonifica di Fogliano presieduta dal Mecheri. Quindi Mecheri ed i suoi eredi staranno a Fogliano ininterrottamente dal 1926 al 1985, dopo i Caetani e prima dello Stato italiano. Passano solo due anni che un Regio Decreto, dopo il rifiuto dei Caetani ad un indennizzo di L. 17.750.00 ritenuto incongruo trasferisce nel 1931 all’O.N.C. i rimanenti  2000. ha. di proprietà. Ad uno degli eredi di Gioacchino Mecheri, a Mario verrà espropriata dallo Stato italiano Villa Fogliano che entrerà, così beneficamente, il 6.09.1985, a far parte integrante del Parco Nazionale del Circeo sorto nel 1934 con l’ottima attuale gestione affidata al Corpo Forestale dello Stato… Pare che Gioacchino, ma qui entriamo nella cronaca più spicciola, oltre a Mario abbia avuto altri due figli: Carlo e Francesco. E Mario, ultimo proprietario privato di Fogliano, due figli a sua volta (Andrea e Mariapia). Pare che un ramo della famiglia continui a vivere ai Castelli Romani, tra Velletri e Genzano. Mentre a Roma, se le notizie fornitemi da una persona informata, anche dall’interno, di fatti e vicende altrimenti introvabili,  la famiglia avrebbe in proprietà un noto albergo (il cui nome mi sia consentito di omettere). Quindi non mi sembrerebbe arduo per uno studioso accedere ad ulteriori notizie di prima mano, e di un qualche interesse storico, contattando direttamente i discendenti dell’on.le Gioacchino Mecheri. Sempre che gli stessi siano anche disposti a darle.  © – Sergio Andreatta

 

Per il Suo contributo e per alcune fonti  bibliografiche  messe a disposizione, ringrazio  l’ins.te Anna Pompeo, figlia di Angelo, della Biblioteca “Angelica De Carolis” della Direzione Didattica Statale del IV Circolo di Latina “Carlo Goldoni”, da me diretto, nella cui giurisdizione territoriale scolastica rientra anche Fogliano.

8) (230° articolo di questo sito; più di altri 600 in www.telefree.it (ser), centinaia in altre reti on-line collegate).

Commenti

Bell’articolo, documentato. Ottimo spunto per gli approfondimenti del sedicente studioso, o studente?, Eugenio Sacco. Potessimo contare tutti su un facilitatore come lei, dottor Andreatta…

Ringrazio Sergio Andreatta per la rapidità e la precisione con la quale ha risposto alla mia richiesta. Risposta di qualità per contesto, dettagli e scrittura, frutto evidente di un’approfondita (e solo parzialmente esplicitata) conoscenza di fatti, uomini e circostanze. Indicazioni preziose, che cercherò di approfondire nel quadro della mia ricerca.

Eugenio Sacco
(molto) ex studente e
aspirante studioso

Spero Le sia di un qualche aiuto, dottor Sacco. Buon lavoro!

Dott.Andreatta volevo ringraziarla per il bellissimo articolo scritto sull’On. Gioacchino Mecheri ,mi ha dato un grande aiuto sullo studio che sto facendo all’universita’,Sono uno studente di scienze delle comunicazioni e al contrario del Sig. Sacco non mi vergogno di esserlo.(non capisco questo suo sarcasmo sugli studenti)

Grazie, Salvatore, del tributo di riconoscenza e auguri per i tuoi studi in scienze della comunicazione. Ho studiato anch’io la materia trovandola molto affascinante. Spero tu possa trovare, poi, una consona occupazione considerato che tale facoltà, intorno a sociologia, è considerata da alcuni, e non so se a torto o a ragione, la facoltà dei candidati alla disoccupazione.

uh… thank you for this te xt

Sono d’accordo, è stato meglio sottarlo al privato con l’acquisizione al patrimonio dello stato! Ora è un bene pubblico come dovrebbe essere anche per il Lago di Sabaudia

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