Cosa ti è valso, mi chiedo, sacrificare la tua giovane vita sulle Coste di Sezze, povero amico forestale Cottignoli? Eppure, ci dovrà pur essere, o no?, un’altra etica civile…L’Italia è immersa in questi giorni in un inferno di fuoco, con le sue vittime designate; travolta da una valanga di meccanismi di follia, di calcoli speculativi, di interessi malavitosi mescolati tra loro che la degradano al massimo livello morale e civile e la destinano, sembra inarrestabilmente, verso l’autodistruzione dei suoi ecosistemi. “Maledetti bastardi, incendiari della malora”, viene da dire, “Guardie, arrestateli. Giudici, condannateli! E senza pietose attenuanti”… Stessi siti, due secoli fa, sicuramente più efficace si dimostrava il controllo preventivo del territorio. Ma perchè ogni Comune o consorzio intercomunale non provvede in proprio con forme di autorganizzazione o in compartecipazione con gli organismi esitenti? A quale previdente intelligenza politico-amministrativa si ispirano il pianto successivo con inutili e vergognose lacrime da coccodrillo? Con accuse sempre rivolte agli altri? Qui due secoli fa più forte e decisiva si manifestava la forza repressiva della magistratura pontificia; più efficace, quindi essenzialmente più giusta per la tutela degli interessi della Comunità. Possibile, mai, essere così penosamente impotenti? La magistratura giudicante applichi severamente il Codice Penale che all’art. 423 punisce “chiunque cagiona un incendio con la reclusione da tre a sette anni”. Applichi anche le circostanze aggravanti (art.425) con l’aumento di pena previsto per chi incendi “boschi, selve o foreste”. Vorremmo più rigorose applicazioni e meno ciarlieri interventi a mezzo stampa. “Procuratore Mancini, sonninese peraltro, se ci sei batti un colpo”. Il legislatore valuti, sulla gravità dei fatti, la coerenza e l’appropriatezza di tali pene e se non sia anche il caso di inasprirle ma, soprattutto, torni periodicamente a verificare, con un’autoanalisi politica, se ci sia una rispondente applicazione di quanto, pure, il Parlamento legifera… Quante sono state ieri, in concomitanza con la giornata più calda degli ultimi due secoli, le chiamate al 115 pontino? Numerosissime, senza contare le minori senza neanche la retroazione di una risposta per mancanza assoluta di mezzi. L’imponente nuvola di fumo nera controsole mi colpisce da lontano, mi colpisce ed intristisce l’immagine dell’incendio di vaste proporzioni che deve essere divampato già da alcune ore su Monte Trevi di Sezze, un monte familiare fin dai balconi di casa, dal bel profilo conico classico sulla cui punta alte si inalberano le antenne radio e di telefonia mobile di molte emittenti. Quanti sono gli ettari di macchia mediterranea andati in fumo nel giro di qualche ora? Il rogo sembra devastante, impressionante sempre di più via via che mi avvicino a Ceriara provenendo, a sera, da Frosinone. Il vento di ponente alimenta di tanto in tanto il fuoco con le sue folate marine. Le case sembrano impaurite dall’incombente minaccia. Mi fermo dove la gente è fuori nei cortili a controllare che il pericolo non investa la sua proprietà, la sua stessa vita. Ci sono stati i canadair in giornata, mi dice. Ora il peggio sembrerebbe anche passato, grazie alle operazioni di spegnimento condotte dai Vigili del fuoco di Latina e Priverno, coadiuvati dai Volontari della Protezione civile. Da casa continuerò a seguire col cannocchiale le fiamme che resisteranno in alcuni valloni anche nella notte… Cosa ti è valso, mi chiedo, sacrificare la tua vita sulle Coste di Sezze, povero Felice Cottignoli? Cosa valgono i tuoi 34 anni? Cosa vale se i maledetti bastardi, i moderni emuli di Nerone, neanche i gps satellitari sono in grado di individuarli. Tempestività nel cogliere i segnali, nell’intervenire per il contrasto… Eppure, ci dovrà pur essere, o no?, un’altra etica civile, diversa da quella che si rassegna così ineluttabilmente all'”in pulvere reverteris”.
P.S. 24.07.2007, Rispondendo a un commento:
Il povero ragazzo, citato, che ci ha rimesso la vita, non era uno sprovveduto nè un volontario calabrese… “accattato” per chissà quale motivo ma un… forestale, in possesso di tutte le strategie e di tutte le tecniche giuste. Eppure ci ha rimesso la vita… Tolleranza zero, quindi, contro i piromani (come pure leggo oggi su Repubblica), contro chi scaglia massi dai ponti sulle vetture in transito, ecc… Contro chi colpisce e strappa dolosamente la vita indifesa degli altri. No, non ci può essere nessuna comprensione ma solo la massima durezza. Basta ipocrisie, amici! La vera morale può esser solo quella che si contrappone con tutti i mezzi legittimi all’illegalità diffusa. Dura lex sed lex!
Detto da un… moderato che a suo tempo (mi si passi il riferimento personale) ha saputo perdonare e non denunciare quel medico per la cui imperizia suo figlio è morto. Altro che cattura di lettori (figurarsi!) … manifesto qui il mio sdegno profondissimo, semmai. Se poi il commentatore gradisce leggere qualcosa di più posato e costruttivo che pure ho scritto in precedenza sull’argomento vada a rileggersi “L’uomo che piantava gli alberi” che per la qualità della confezione è stato pubblicato anche da Chiesa Pontina, La Vita Scolastica, La Provincia, ecc. Lo rintraccerà sicuramente, credo, su questo sito. Ma l’amaro e inconsueto sfogo (per una volta mi si perdoni), quasi… invettiva, tentava di rappresentare da un lato la mia intollerabilità all’inerzia e dall’altro l’invocazione antagonista ad un disastroso atteggiamento alla fine sempre buonista e perdonista, più da idioti che da… italioti.